Il libro di questa settimana è una raccolta di molteplici brani scritti da diversi autori: Marco Cappato, Benedetto Della Vedova, Alessio Falconio,Yuri Guaiana, Ottavio Marzocchi, Angelo Pezzana, Antonio Stango, Mauro Voerzio, Anna Zafesova.
Ognuno di essi ha trattato in maniera magistrale la complessa Democrazia della Russia di Putin.
LA TRAMA
La prima forma di giustizia è essere informati, e questo libro offre un esperienza condivisa, significativa per tutti. «I diritti gay sono diritti umani e i diritti umani sono diritti gay», affermava il Segretario di Stato del governo americano, Hillary Clinton, all’ONU in occasione della giornata mondiale dei Diritti Umani del 2011.
Solo 5 mesi dopo Vladimir Putin iniziava la sua terza presidenza consolidando una svolta illiberale che farà dell’avversione ai diritti LGBTI un’arma per il consolidamento del proprio regime all’interno, e per attaccare il concetto di universalità dei diritti umani e quindi i valori occidentali all’esterno, come illustra Yuri Guaiana – curatore del libro – in uno dei saggi.
Se a questo si aggiunge – come spiega nel libro Mauro Voerzio responsabile italiano di stopfake.org – l’uso strategico della disinformazione volto a far collassare il progetto europeo per sostituirlo con un’Eurasia a guida russa, si comprende l’importanza di conoscere meglio la Russia putiniana e comprenderne l’azione internazionale.
A un anno dal suo arresto a Mosca, insieme a 4 attivisti russi, mentre tentavano di consegnare più di 2 milioni di firme per chiedere un’inchiesta formale sugli arresti illegali, le torture e le uccisioni di omosessuali in Cecenia, Guaiana descrive quanto avvenuto in Cecenia inserendo la sua azione politica nella tradizione di arresti a Mosca di militanti radicali: da Angelo Pezzana, che ripropone il resoconto del suo arresto nella Russia Sovietica del 1977, a Marco Cappato e Ottavio Marzocchi a loro volta arrestati al Pride di Mosca del 2007.
Questi episodi – che illustrano bene il modo di fare politica radicale, mettendo in gioco se stessi per i diritti di tutti e a qualunque latitudine – sono inseriti in un contesto creato da alcuni tra i migliori conoscitori italiani della Russia, a partire dalla giornalista russa della Stampa Anna Zafesova che ci regala uno strepitoso affresco della Russia odierna.
Il politologo e attivista per i diritti umani, Antonio Stango, si concentra sulla difficile relazione tra la Russia e i diritti umani, mentre il direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio, ricostruirà la storia della Cecenia a partire dai reportage di Antonio Russo giornalista trovato morto a Tiblisi, capitale della Georgia, proprio mentre documentava la guerra in Cecenia per Radio Radicale. Infine, l’ex sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova riflette sul ruolo dell’Italia nella promozione e protezione dei diritti umani delle persone LGBTI nel mondo.
LA RECENSIONE
A muso duro questo libro presenta la puntuale cronistoria e la sequenza degli eventi che hanno portato alle leggi contro le manifestazioni LGBT+. La struttura del libro ricorda molto “Micromega”. Accuratissimi sono i dettagli che vengono alla luce. Dei fatti della Russia in merito se ne parla marginalmente e male. Questo libro che raccoglie le testimonianze di diversi autori, mette in luce il vortice oscurantista della grande nazione.
L’introduzione, scritta da Emma Bonino, non lascia presagire nulla di tranquillo.
La concatenazione degli eventi di strettissima attualità internazionale (come la guerra in Ucraina o le ingerenze con la Georgia) completano il quadro del Totalitarismo ideologico che Vladimir Putin e la sua èlite ha creato negli ultimi vent’anni. Scoprire, dunque che i “progrom anti gay” ceceni o le manifeste azioni omofobe su tutta la Federazione sono solo i movimenti muscolari per erigere il mito dell’uomo forte, pongono delle domande strettamente connesse anche alle figure politiche populiste di molti stati europei.
Sembra molto vicina la descrizione de “Il principe” di Macchiavelli. Già, scoprire che, come fenice, la chiesa ortodossa delle Russie sia rinata dalle sue ceneri e di come sia la concausa della dilagante propaganda, pone molti dubbi sulle relazioni tra potere, religione e società. La chiesa Ortodossa, con i suoi orpelli e le sue liturgie mai riformate sono l’anacronistica cornice di una omofobia diffusa. Nonostante gli embarghi e le difficoltà dell’economia russa degli ultimi anni, infatti, continuano a spuntare come funghi nuove chiese.
Si rimane basiti nello scoprire che le leggi contro le manifestazioni dei gay siano state scritte per tutelare i minori, i quali, paradossalmente sono le vittime della stessa legge. Emblematico è il caso di una ragazzina lesbica quindicenne che ha fatto coming out sui social network e sia stata perseguitata.
Il paradosso più grande della Russia è che in realtà la vita LGBT+ non è delle peggiori, non è paragonabile all’Iran o all’Arabia Saudita: Mosca detiene il guinness world record del locale gay più grande d’Europa. Il punto è che tutto deve rimanere sommerso e sottaciuto.
Ogni autore ha affrontato in maniera sapiente una diversa sfaccettatura per decodificare al meglio la pseudo democrazia di Putin.