Oggi è la Giornata Mondiale contro il Bullismo e il Cyberbullismo: con l’articolo di oggi approfondiremo, per quanto possibile, due fenomeni purtroppo diffusi e pericolosi tra i giovanissimi, cercando di dare qualche consiglio su come combatterli.
Che rapporto esiste tra bullismo e cyberbullismo?
Possiamo affermare che siano due facce della stessa medaglia: si parla del medesimo fenomeno che, tuttavia, opera in realtà differenti.
Il bullismo opera nella realtà oggettiva mentre il cyberbullismo opera nella realtà virtuale.
Proprio questa realtà intangibile amplifica il fenomeno e lo rende anche più pericoloso del bullismo.
Che cosa vuole un bullo?
In ambo i casi il bullo vuole ottenere uno status, una posizione di potere/dominio sul gruppo sia questo fisico che on line.
Che tipo di comportamento tiene il bullo?
Il Bullo è colui che individua una persona magari timida o introversa e la prende di mira, la bersaglia in continuazione e, aiutato dal gruppo, sferra molteplici attacchi che possono svilupparsi sia a livello verbale che psicologico.
Altra caratteristica del bullo è la tendenza, soprattutto quando si sente scoperto o contestato, a far passare il proprio comportamenti come degli scherzi.
Quali sono per la vittima le conseguenze del bullismo?
Purtroppo le conseguenze sono perfettamente conosciute e sono sempre le stesse.
Si comincia con l’ansia, con la somatizzazione della stessa, per arrivare al ritiro sociale ed alla depressione. In alcuni casi sin arriva anche al suicidio.
Quanti tipi di bullismo e cyberbullismo esistono?
Molteplici, esiste il bullismo fisico, verbale, indiretto e discriminatorio.
Cosa è il bullismo indiretto?
Si tratta di una formula molto subdola e consistente nel pettegolezzo, nella diffusione di informazioni false e nell’escludere dal gruppo.
Ad esempio?
Quando in una classe si crea una chat a cui partecipano tutti, tranne uno. Questo è bullismo indiretto che non si configura con attacchi alla persona ma con l’esclusione della stessa dalle dinamiche del gruppo.
Cosa è il bullismo discriminatorio?
Precisato che anche il cyberbullismo può essere discriminatorio, con questo termine si indicano tutti gli atteggiamenti reiterati, persistenti, intenzionali e volontari diretti contro uno specifico gruppo di persone.
Per questo si parla di bullismo omofobico e di bullismo razzista contro i disabili.
Esistono i reati di bullismo e cyberbullismo?
No, ad oggi non sono previste fattispecie di reato tipizzate inquadrabili come bullismo e cyberbullismo, ma atteggiamenti reiterati che, di fatto, caratterizzano il fenomeno conosciuto come bullismo e cyberbullismo vengono puniti ricorrendo a diverse fattispecie che configurano molteplici reati.
Perché il cyberbullismo spaventa ed è considerato più pericoloso del bullismo?
Intanto perché per molti la realtà virtuale non ha connessione con quella che viviamo ogni giorno: i più giovani, soprattutto, la vivono come un qualcosa di distaccato che non ha alcuna attinenza o connessione con quello che li circonda ogni singolo giorno.
La risposta che molti danno, soprattutto i ragazzi più giovani, messi innanzi alle conseguenze delle loro azioni e ai danni che hanno fatto lascia interdetti. Continuano a dire “ non sono io che faccio quelle cose, è una persona che esiste solo on line”.
Proprio questo rende pericolosissimo il cyberbullismo.
L’anonimato, la difficoltà di rintracciare la fonte di diffusione delle immagini, dei messaggi, delle foto e soprattutto la cassa di risonanza operata anche inconsapevolmente.
In che senso cassa di risonanza operata inconsapevolmente?
Chi si è mai chiesto se pubblicare o condividere un file, un post, un video o un’immagine in cui è ripresa una situazione imbarazzante o divertente fosse giusto?
Chi si chiede se la battuta sotto magari la foto di una ragazza truccata male configura reato o aiuta a bullizzarla? Chi si domanda se divulgare il video del professore bullizzato dall’alunno significa ampliare il danno?
Nessuno, eppure sono tutti atteggiamenti non solo perseguibili ma che amplificano le conseguenze negative per la vittima. Molte volte si ride per un’immagine o un video allora lo si pubblica, peccato che magari quella persona ritratta non lo trovi divertente oppure la sua immagine è stata messa on line senza il suo consenso.
Che tipi di reati possono configurarsi?
Principalmente il reato di diffamazione che si commette anche a mezzo whatsapp.
Se in un gruppo dove ci sono anche solo 3 persone e io prendo in giro una persona assente, pubblico una foto oppure tengo atteggiamenti negativi, allora sto diffamando.
Poi esiste il reato di sexting, commesso soprattutto dai più giovani: mettiamo che uno dei membri di una coppia invi all’altro una foto di nudo oppure un video intimo, questo non configura reato ma se il ricevente lo estende, o meglio divulga anche ad altri, commette il reato di sexting.
Se il soggetto ripreso ha meno di 18 anni si commette il reato di pedopornografia, ed avverto che questo reato lo commette chiunque non solo divulghi ma trattenga sul proprio computer, cellulare, tablet etc etc, foto in cui un minore è ritratto nudo o in atteggiamenti intimi. Se su Facebook, anche al fine di far rintracciare l’autore della violenza, si pubblicano determinate immagini si commette il suddetto reato.
Si può commettere il reato di estorsione, succede più spesso di quanto si pensi. Se non vuoi che pubblichi la tua foto allora mi devi dare: ecco qui l’estorsione.
Si commette il reato di violenza sessuale telematica (sì, esiste!) che consiste in minacce reiterate e molto forti. Ad esempio, se una persona ne minaccia un’altra dicendo “ho una tua foto nuda” o “me ne mandi 3 oppure o mi mandi un video” oppure la divulgo, in questo caso si commette il reato di violenza sessuale telematica.
Come proteggersi?
Intanto imparando che il web non è una vita diversa ma è una proiezione della nostra esistenza, poi ricordando che la pubblicazione o l’invio di una foto, di un file, etc, potrebbe anche non essere solo una risata momentanea ma un danno, un dolore per chi di quella foto o file è protagonista.
Poi denunciando, denunciando, denunciando. A tale scopo segnalo l’app YouPol, app per segnalare anche episodi di bullismo, che fa capo direttamente alla Polizia di stato.
Vi ricordiamo che è in atto la partnership tra l’Associazione Niche ADUC: grazie all’ADUC ogni cittadino è aiutato nella comprensione autonoma dei problemi e coadiuvato nella risoluzione delle controversie con la Pubblica Amministrazione, nella presentazione di reclami, ricorsi, nella richiesta di pareri legali e analisi approfondite della documentazione. In virtù dell’accordo siglato, Niche offre ai propri lettori e sostenitori di farsi da tramite e da ponte per la segnalazione dei casi. Per ogni eventualità, scriveteci una email a redazione@blmagazine.it