Che siate (in)felicemente accoppiati o che siate ostinatamente single da una vita; che siate gli amanti esigenti di un padre di famiglia o lo/a stalker di un vostro collega di ufficio, fidanzato con un’altra; questi giorni di cioccolati e di calorie in eccesso potrebbero essere occasione per guardare o recuperare qualche film che parli di Amore.
Amore inteso come sentimento più puro, ma anche come ossessione, desiderio; amore rinnegato, simulato, combattuto, celato, mal riposto.
Amore diverso. Amore tradito. Amore sbagliato.
Ecco una personalissima lista di titoli che sono certo non mancheranno di stupire qualcuno. Ma se pensate di trovare titoli alla VIA COL VENTO o TITANIC o GHOST… vi sbagliate di grosso!
Partiamo dalla fine.
La fine di un amore, di una vita, di una quotidianità, di un confortante abbraccio che è sopravvissuto agli anni che passano e che ora deve guardare in faccia la morte.
AMOUR (2012) di Michael Haneke è uno sguardo impietoso, cinico, ma dannatamente sincero su di una malattia che svuota la persona delle sue forze e di ciò che la rende umana. Privo di una colonna sonora che possa sublimare il dolore o renderlo più romantico, questo dramma intimo ci viene raccontato senza mezzi termini. A sopravvivere ai due protagonisti, un toccante Jean-Louis Trintgnant e un’immensa Emmanuelle Riva, è solo l’amore, il suo sospiro, il suo tragico ricordo impresso sulla pelle, negli occhi umidi di lacrime, negli oggetti di uso quotidiano, dietro delle persiane chiuse, nelle rose più belle che verranno ad appassire.
Da uno dei più grandi capolavori della letteratura inglese, JANE EYRE di Charlotte Brontë, pubblicato per la prima volta nel 1847, sono stati prodotti una serie infinita di pellicole e film per la tv e miniserie, ma quello che prediligo è certamente una delle versioni più recenti (2011) ad opera di Cary Fukunaga (regista del prossimo James Bond, NO TIME TO DIE).
Una versione che enfatizza quelli che sono gli elementi più gotici del romanzo, gettando così un’ombra sinistra e minacciosa sull’amore che nasce tra il misterioso e rigido Edward Rochester (il sempre affascinante Michael Fassbender) e la dolce e volitiva Jane Eyre (una sempre brava Mia Wasikowska).
Un film dove sono soprattutto le parole e i gesti trattenuti e gli sguardi fugaci a dare sostanza e respiro a un sentimento che divampa come fuoco.
Ma prendiamoci una pausa dalle emozioni troppo forti e guardiamo a titoli più leggeri, come la commedia romantica IMAGINE ME & YOU (2005) dove la bella Piper Perabo (LE RAGAZZE DEL COYOTE UGLY) e un’inedita Lena Headey (GAMES OF THRONES) si guardano e… scatta un colpo di fulmine che metterà a soqquadro i piani e le vite di molte persone.
Scritto e diretto da Ol Parker questo film guarda a molti cliché della commedia rosa, ma non cade quasi mai nello smielato, grazie soprattutto a una bella caratterizzazione dei personaggi (tutti) e delle imprevedibili dinamiche del cuore .
Gioiello di animazione a casa Pixar, che rievoca i grandi musical del passato, uno dei film più romantici vede nascere l’amore tra due robot mai così umani.
Mi riferisco a WALL-E (2008) di Andrew Stanton.
In un futuro lontano la Terra è divenuta ormai invivibile e i pochi sopravvissuti vivono su di un’astronave. Il piccolo Wall-e è un robottino che ha il compito di compattare i rifiuti che soffocano il pianeta. Ma la sua routine verrà sconvolta dall’arrivo di una robot(tina) ipertecnologica. Le sequenze di corteggiamento tra i due insoliti protagonisti sono di una poesia disarmante. Toccante e divertente.
Ma torniamo ai film in costume, tratti da opere letterarie.
Film controverso e feroce che racconta di ossessione, di egoismi e di vendetta e di omicidio e …sì, di amore. Quello viscerale, malato, egoista, selvatico.
LADY MACBETH (2016) di William Oldroyd.
Ispirato al racconto di Nikolay Leskov, ha la sua forza in una regia attenta e misurata, quasi fredda, ma vibrante.
Ma a incendiare la pellicola è certamente la prova dell’allora esordiente Florence Pugh (recentemente candidata agli oscar per PICCOLE DONNE). La sua Lady Macbeth è un personaggio che difficilmente dimenticherete e lo sguardo della giovane Florence è qualcosa che attrae a sé.
Una guerra tra sessi che nel sesso e nel complotto trova la sua svolta più inquietante, dove anche l’amore si deve piegare a una follia che non conosce ostacoli.
Ma è nella stupenda pellicola di Jane Campion che il sentimento dell’amore viene esaltato e reso immortale. Amore che diventa ragione di vita, che trascende la vita stessa per farsi arte, poesia, creatività.
BRIGHT STAR (2009) si allontana dalle regole di tanti biopic incolori e insapori perché guarda alla vita e alle opere di John Keats attraverso lo sguardo della sua amata/musa Fanny Brown.
Una regia ispirata e una meravigliosa fotografia incorniciano un amore senza tempo che è rimasto impresso nei versetti giunti a noi.
I suoi interpreti, il fragile e romantico Ben Wishaw e la forte e dirompente Abbie Cornish, conferiscono anima e cuore a una storia di sentimenti struggente dai colori pastello, macchiati di inchiostro.
E chiudo questa rassegna con uno dei film che maggiormente mi hanno rapito negli ultimi anni.
IL FILO NASCOSTO di Paul Thomas Anderson (2017).
La passione che nasce tra il celebre stilista Reynolds Woodcock (un immenso Daniel Day-Lewis) e la cameriera Alma (una sorprendente e indimenticabile Vicky Krieps) risponde all’annosa domanda: cosa tiene unite due persone?
Il regista di capolavori come MAGNOLIA o THE MASTER sfilaccia il tessuto amoroso di una coppia le cui rispettive trame dell’anima sembrano essere così tanto distanti l’una dall’altra tanto da farci presagire la fine del loro amore, eppure…
Eccolo il filo nascosto, cucito tacitamente, che lega due cuori e due persone diverse. L’amore, come un abito sontuoso, richiede dedizione, accorgimenti, fatica, sudore, notti insonni. E nel ricamare i propri desideri sull’altro ci si può pungere, si può sanguinare. Ma è questo – ci sussurra il regista – il prezzo da pagare: amare è anche soffrire. Amare è mentire. Amare è ferire. Amare è fingere. Amare è vivere, nonostante tutto.