Il presidente russo Vladimir Putin ha presentato un progetto di revisione costituzionale che, tra le altre cose, prevederebbe espressamente l’istituzione del matrimonio esclusivamente tra uomo e donna, rendendo così incostituzionali i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Secondo quanto riferito la misura farebbe parte di un documento di 24 pagine, atto a modificare diverse parti della Costituzione russa attualmente in vigore.
Il pacchetto di riforme non è stato ancora reso pubblico, ma è stato descritto ai giornalisti in una serie di briefing da membri di alto rango della Duma, la camera bassa del parlamento russo.
“Per me, la proposta più importante è la fissazione dello status del matrimonio come unione tra un uomo e una donna“, ha detto lunedì ai giornalisti Pyotr Tolstoy, vicepresidente della Duma, “E sono felice che questo emendamento sia apparso sotto la firma del capo dello stato“.
L’annuncio giunge a due settimane di distanza dalla dichiarazione di chiusura, proprio ad opera di Putin, ad ogni forma di famiglia diversa da quella tradizionale: “Per quanto riguarda la dicitura “genitore numero 1” e “genitore 2”, ne ho già parlato pubblicamente e lo ripeto di nuovo: finché sono presidente, non accadrà mai.” aveva detto il presidente. “Ci saranno sempre papà e mamma“.
Il supporto della Chiesa Ortodossa
Grande sostegno agli emendamenti anti-omosessuali è già arrivato dalle alte sfere della Chiesa Ortodossa, a cui da sempre il Presidente Putin è allineato. Una delle nuove disposizioni prevederebbe inoltre l’inserimento in Costituzione della “fede dei russi verso Dio“.
Non sono tuttavia mancate le polemiche su questo punto, in un Paese dalla forte tradizione comunista dove la separazione tra Chiesa e Stato è molto rigida. In tanti si sono detti preoccupati dall’emendamento rivendicando la vocazione multiconfessionale della Russia.
Legge contro la Propaganda gay
Dal 2013 in Russia è in vigore la “legge contro la propaganda gay “, che vieta qualunque tentativo di “promuovere l’omonormatività” verso i minori.
Questa legge è stata utilizzata per impedire l’organizzazione di marce dell’orgoglio gay e arrestare attivisti omosessuali.
Il Presidente Putin ha affermato in passato di non essere prevenuto nei confronti delle persone omosessuali, ma che anzi le autorità russe hanno “un atteggiamento rilassato e senza pregiudizi” verso le persone LGBT, sostenendo tuttavia che “Le decisioni sull’identità di genere possono essere prese solo da adulti” e che i minori devono essere tutelati dall’esposizione verso l’omosessualità.
Nel 2013 il 90% dei russi si è espresso a favore della legge contro Propaganda Gay.
Le altre modifiche alla Costituzione russa
Sono diverse le novità previste dalle riforme costituzionali russe: oltre al riferimento a Dio e ai matrimoni come unioni esclusive tra uomo e donna, Vladimir Putin intende blindare l’annessione della Crimea al territorio russo del 2014 con una norma che vieterebbe tutte le cessioni territoriali future.
Un altro emendamento vuole indicare la Russia come “successore naturale” dell’Unione Sovietica, mentre la protezione delle minoranze sarà garantita da un articolo che vuole sottolineare lo status speciale dei russi come gruppo etnico “che forma lo Stato“.
Il pacchetto di riforme giunge alla vigilia delle celebrazioni del 75° anniversario della vittoria nel secondo conflitto mondiale, la festività civile più importante. Proprio per questo, tra gli emendamenti c’è anche la proposta di “protezione della verità storica” sul ruolo sovietico nella guerra, perché non sia sminuisca “l’eroica protezione della patria da parte del popolo“.
La Duma esaminerà la riforma in terza lettura già questa settimana, e ciò fa pensare che nella seconda metà di aprile possa tenersi il referendum confermativo.
Nessuna indicazione è stata data circa ritocchi al rialzo al limite dei mandati presidenziali: Vladimir Putin, al potere da più di vent’anni (si tratta del leader russo più longevo dai tempi di Stalin), terminerà il suo quarto mandato nel 2024, e al momento non è si conosce il suo futuro politico.
Fonti: The Guardian, Euronews