Trentunesimo giorno di reclusione: Dantedì…
Nel mezzo del cammin di nostra vita,
mi ritrovai in una quarantena inaudita,
in terra Longobarda era sancita
questa perenne pena stordita.
Tra quattro mura iniziò il mio viaggio
di mental sogno, oppure miraggio.
Non feci in tempo a cominciarlo
che un drin di troppo interruppe il passaggio.
“Cosa Fai a Milano, vieni indietro!
In Abruzzo torna!” mi disse Pietro.
“Non posso scampar a questa sorte
potrei portar il bacillo alle vostre porte!”
Convinto nell'affrontar questa avventura
proseguii il viaggio senza paura.
Triste fu il cominciare che m'apparve un duca
che col sorriso volea darsi alla fuga!
“Son Silvio, mio caro, cosa ci fai in queste lande
vieni a Nizza e con le mie care, senza mutande!”
“Presidente non son così tanto sciagurato
io sono il maestro Oscar Innaurato.
Proseguir il viaggio mi conviene
ed affrontar le casalinghe pene,
non mi par vero che voi fuggite come un friguello!"
“Che dite, io tutelo solo il mio uccello!”
Fu così che il duca si mostrò bestia
e mi lasciò solo alle mie gesta.
In poco tempo mi raggiunse
un cinese con aria mesta.
Chi tu sei avventore mandorlato?
Tai chi quan Wuhan liù lato!
Non capisco nulla orientale amico,
non fa nulla vieni con me che ti dico.
Poco dopo si vide lo Stige,
attraccata una navicella che portava all'Ade.
Presi subito le mie d'or monete
per porgerle alla traghettatrice Carola Rakete.
Il viaggio in nave era lungo ed infame,
a bordo c'ero io, il cinese e la fame
di mille uomini e di donne
in cerca d'una vita solenne.
Sceso dalla chiglia sequestrata
misi piede nella terra dannata!
Inconsapevole del viaggio appena preso
ero sicuro di non uscirne illeso.
Lasciate ogni speranza o voi che entrate!
C'era scritto sulla soglia di quel posto
a forma di casa mia con le grate
e una autocertificazione senza costo.
Il cinese si mise la mascherina
me ne porse una che era fina fina.
“Non lespilal da alcuna animella
il lespiro ti blucelà come fiammella!"
E giungemmo al primo girone dei dannati
quelli che non sapevan d'esser malati
che spargevano sputazzi a menadito
untori inconsapevoli e senza prurito.
Vidi Zingaretti con lo spritz in mano
“Brindiamo alla nostra sorte non c'è paura
non dobbiamo limitarci ad andare piano
del naviglio solo l'acqua è oscura.”
In men che non si dica
arrivò un diavolo all'antica
che ficcò in gola il tampone
e gli lavò le mani col sapone.
Inorridito dalla fellatio estrema
me ne andai da quel loco con tanta lena.
Il cinese correva più veloce:
al suono di una gran voce.
Da sopra una rupe in streaming bel bello
apparve Conte con le paure di un vitello.
“A casa tutti voi dovete stare
se il corona si vuole arrestare!”
Sentitosi in causa chiamato,
il Fabrizio urlò come defenestrato.
“In carcere io già ci sono da tempo,
dovete liberarmi in un lampo!”
Io ed il cinese tremolanti,
assistemmo alla fuga dei dei carcerati,
sopra i tetti come irosi fanti
“Libertà!” gridavano tutti urlanti.
Precedemmo la disceva nell'Avello
cercando un loco sicuro o un ombrello.
Piovevan sudici salive al centro del mese bisestile.
C'era il mostro urlante di Ferrara,l'ostile.
Tutti aven paura del cane rabbioso,
riconobbi il volto di Vittorio Sgarbi,
urlante di rabbia assai petoso
a suon di grida donava la vista agli orbi.
Precedetti dritto il cammino
in un girone assai vorticoso.
Migliaia di anime correnti
sparate a vista dal vicino uggioso.
Caro cinese, ma quando finirà?
Ed il mandorlato con un ghigno disse
“Non c'è nessuno che lo sapLà
se questo male nel mondo si diffondelà!”
Lesti lesti con molto coraggio
giungemmo alla pisana galera.
Una stanza piena d'uno strano equipaggio
c'era Salvini, la Gelmini e Giorgia la Nera.
“Poscia più chel'dolor potè il sondaggio!”
il nordico Matteo disse sofferente
sprofondando come fonde il formaggio
in una galera con tweeter dormiente.
“Son furioso come una biscia!”
continuò Matteone stonato
“Finalmente lo vediamo che stLiscia!”
ridacchio il cinese annoiato.
Poi superammo il girone dei Tg
e dei programmi d'approfondimento
che fomentavano il mal contento.
Stufo da quelle storie invocai Luigi...
Alla fine raggiunsi il centro dell'Inferno
Con al centro De Luca festante con la frusta
ritto e agghiacciante come un perno
che malmenava laureati con andatura composta.
Io ed il cinese fuggimmo per non prender sberle
ed uscimmo a riveder le stelle!