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COVID-19: come gestire le persone con disturbo dello spettro autistico?

- 08/04/2020
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Da settimane ormai stiamo attraversando uno dei momenti più difficili nel nostro Paese e nel mondo: la pandemia da Coronavirus, COVID-19.

Durante un’epidemia in cui il virus si presenta come estremamente contagioso e fatale, è probabile che le persone sperimentino sensazioni di
preoccupazione e stress psico-fisico. Particolarmente vulnerabili, in questo periodo, sono le persone con disabilità e con disturbo dello spettro autistico, proprio a causa delle loro difficoltà di adattamento ai cambiamenti drastici e repentini.

Il distress psicologico sperimentato è legato soprattutto a sensazioni di noia, solitudine, depressione causate dall’isolamento imposto dalle
misure ministeriali.

Quali sono i rischi e le reazioni emotive dovuti all’isolamento?

Per contrastare l’avanzamento e le complicanze della pandemia COVID-19, è stato disposto che tutti i cittadini, anche quelli con disabilità e autismo, restino il più possibile a casa e mantengano una distanza fisica di almeno un metro.

Numerosi studi hanno rilevato che l’isolamento prolungato rappresenta un fattore di rischio per il declino funzionale, la perdita o la regressione di abilità precedentemente acquisite e lo sviluppo di malattie e disturbi, sia fisici che mentali. I maggiori rischi, per le persone con autismo, legati all’esperienza dell’isolamento, consistono nella possibilità di sviluppare reazioni comportamentali problematiche come l’incremento dell’autostimolazione, delle stereotipie, dell’aggressività, dell’oppositività e stati psicologici di depressione, ansia e irritabilità.

Inoltre, è possibile che sperimentino una condizione di malessere generale con sintomi come mal di testa, stanchezza, perdita o aumento di appetito, problemi legati al sonno, rabbia, ritiro sociale o comunicativo, rallentamento o agitazione psico-motori, e nei casi più gravi possano andare incontro a vere e proprie crisi d’ansia o attacchi di panico.

Come gestire i sintomi da distress emotivo?

Sicuramente per prevenire episodi di stress acuto è necessario mantenere la persona con autismo attiva e allenarla al mantenimento di abilità acquisite. In caso di crisi o malessere psicologico è possibile mettere in atto strategie di contenimento: se la persona appare disorientata, aiutarla a
rientrare in contatto e a indirizzare la sua attenzione verso stimoli o oggetti rilassanti, utilizzare un tono di voce calmo e controllare la gestualità in modo che sia chiara e adeguata alla comunicazione verbale che si sta mettendo in atto.

Nei casi in cui fosse necessario, impiegare forme di comunicazione adeguate alle caratteristiche delle singole persone con autismo, ed eventualmente, avvalersi di strumenti più efficaci come la comunicazione aumentativa alternativa, gli aiuti visivi o le storie sociali.

Cosa fare per contenere i rischi associati all’isolamento?

Come precedentemente detto, la drastica restrizione o l’interruzione delle attività abituali può favorire nelle persone con autismo regressione, sentimenti di smarrimento, solitudine, angoscia e frustrazione. Il modo migliore per favorire l’adattamento ai cambiamenti imposti dall’emergenza è quello di sostituire gradualmente, alla routine giornaliera di sempre che non può più essere mantenuta, una nuova routine che preveda la pianificazione di attività diverse nel corso della giornata.

È fondamentale, motivare le persone con autismo a svolgere, per quanto possibile, le normali abitudini di vita quotidiana come ad esempio svegliarsi alla stessa ora, fare colazione, seguire la routine per la propria igiene personale, fare attività ricreative o ludiche, pause/relax, pranzare e cenare mantenendo gli orari consueti. Quando e dove possibile, uscire in giardino o in terrazza. Mantenere un contatto telefonico o via web con i docenti, i tecnici o riabilitatori e le persone significative.

Nei casi in cui la persona con autismo non riesca a tollerare l’impossibilità di uscire, può essere utile fare una passeggiata nel vicinato.

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Cosa fare a casa?

Il caregiver (chi si prende cura della persona con autismo) può:

  • Riprogrammare tutte le attività ludiche, ricreative, motorie adatte all’età e alle preferenze della persona
  • Organizzare le attività in modo che possano esser svolte a casa e utilizzare eventualmente supporti visivi caratterizzati da sequenze di immagini, disegni o scritte che descrivino in anticipo ciò che succederà nel corso della giornata o della settimana.

In caso di comportamenti difficilmente gestibili, è opportuno consultare lo specialista di riferimento per valutare insieme l’intervento migliore da seguire.

Quali consigli per i caregiver?

Attuare, dove possibile, una turnazione che preveda alcuni tempi di riposo per il caregiver. La conseguenza di una intensa gestione e assistenza continuativa delle persone affette da autismo può portare il caregiver ad un vero e proprio “esaurimento emotivo” soprattutto in presenza di
comportamenti problema intensi e pervasivi.

Il burn-out (esaurimento emotivo, appunto) di un caregiver significativo ha implicazioni negative sull’intero sistema familiare e/o assistenziale.

Dunque, in caso di difficoltà è vivamente consigliato chiedere aiuto e confrontarsi con professionisti esperti per interventi di supporto
all’intero nucleo familiare che siano tempestivi ed efficaci.

articolo a cura della Dott.ssa Alessandra Gallo
Psicologa esperta in Disturbi dello Spettro Autistico
Centro ABC – Monopoli

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