Ma com’è bello qui, ma com’è grande qui, ci piace tanto ma… Non è la RAI!
Quante volte abbiamo cantato questo motivetto? Innumerevoli. Non è la RAI ha segnato un’epoca, una generazione, la sua sessualità e la stessa tv italiana.
Nato nel 1991 su Canale 5, fu uno dei primi programmi quotidiani in diretta dei canali Fininvest (oggi Mediaset). Al timone della prima edizione, nelle vesti di padrona di casa, una cofanatissima Enrica Bonaccorti, che intratteneva il pubblico da casa con giochi telefonici, piccoli dibattiti in studio e tanti momenti di spettacolo affidati a decine di ragazze, che per anni sono state il sogno erotico degli adolescenti e dei loro papà.
“Le ragazze di Non è la RAI“, grazie al successo della trasmissione, divennero così famose da rappresentare un vero e proprio “marchio” di fabbrica.
Eminenza grigia di Non è la RAI era il suo ideatore, mente diabolica di tutto: Gianni Boncompagni, che riuscì a inventare un nuovo modo di fare televisione affidando uno spettacolo a ragazze totalmente incapaci di fare tutto fuorché sculettare.
Una sorta di reality show antelitteram, insomma
Buona parte del successo della trasmissione, oltre che alla sigla che tra poco riascolteremo, fu dovuta alla scenografia dello studio 1 del Centro Palatino di Roma, che nella prima edizione ricostruiva le quattro stagioni e nella sezione dedicata all’estate vedeva la presenza della piscina, elemento che nelle edizioni successive fu sempre più messo in primo piano nei vari momenti della trasmissione (come non ricordare il “gioco delle secchiate”).
Uno dei momenti più seguiti della trasmissione era il gioco del Cruciverbone, che diventò lo scenario ideale di una truffa sventata proprio da Enrica Bonaccorti, ribattezzata poi “Truffa del Cruciverbone“.
Ciò che accadde è presto detto: una concorrente da casa rispose ad una domanda prima che questa potesse esserle rivolta dalla conduttrice. Nel clamore generale la Bonaccorti, furiosa, interruppe il gioco e sbraitò contro chiunque, mentre dall’altro capo della cornetta regnava il silenzio. Tempo dopo, la signora fu addirittura scagionata dall’accusa di truffa in tribunale perché con una sentenza si acclarò che la malcapitata avesse sognato (sì, avete capito bene) le risposte, e che in realtà nessuno gliele avesse fatte recapitare in maniera truffaldina. Qui il video.
Tra le star della prima, storica edizione, ricordiamo Antonella Elia, Yvonne Sciò, Laura Freddi, Miriana Trevisan, Cristina Quaranta e Pamela Petrarolo.
Ma adesso gustiamoci la sigla, e l’appuntamento con “Non è la RAI” si rinnova alla prossima settimana con il “periodo Ambra“.