Per la rubrica BL Libri questo sabato abbiamo letto per voi “L’Ultimo Tramonto“, scritto da Marco Rincione e disegnato da Mattia Surroz ed edito da Shockdom.
Proprio quest’ultimo ci ha concesso un’intervista presso la Tau Beta, fumetteria monzese, dove, appunto, tra un disegno ed un altro, Surroz ha incontrato i suoi lettori.
La storia de L’ultimo Tramonto è particolarmente malinconica ma soprattutto affronta tematiche veramente importanti.
Si parla di femminilità violata, si parla di donne che hanno subito violenza che, nonostante sia passato molto tempo dall’orribile crimine, magari aspettandosi un “addomesticamento” del dolore , torna prepotentemente nella vita della protagonista come se effettivamente fosse sempre lì e non fosse mai passata.
Il tutto in un ritorno alla casa paterna, in una sempre estiva Sicilia.
Questa storia cattura il lettore, fino all’ultima pagina, nell’attesa di un altro ritorno dal passato per la protagonista. Particolarità non trascurabile nell’incalzare della trama le stupende illustrazioni che , data la scelta cromatica, sono un costante richiamo alla terra siciliana.
L’Ultimo Tramonto non è soltanto un libro a fumetti, è di più. Un’emozione. Bello davvero.
Ci racconti un po’ di questa tua ultima opera?
L’ultimo tramonto è un lavoro non previsto. Da un anno e mezzo sto collaborando con Bonelli che ha quindi assorbito tantissimo del mio tempo. Ed in più collaboro con Topolino: sempre! E si lavora sempre
con “Urgenze”.
Sono sempre stato amico di Marco e sapevo che stava lavorando su diversi fronti. Da sempre ci siamo detti che avremmo dovuto fare qualcosa assieme, lavorare ad un progetto comune… Ti dicevo, appunto, che “L’ultimo Tramonto “ è un lavoro non previsto. L’editore mi chiese almeno di leggere il soggetto… Praticamente ho deciso di farlo anche se non ne avevo il tempo.
Mi è sembrato un libro coraggioso: con tematiche importanti. Dall’amore non vissuto, all’amore di due donne, e ai drammi che può creare l’omofobia. È quindi mi sembrava il caso di mettermi li a lavorarci seriamente.
Quando parli di omofobia ti riferisci al padre della protagonista?
Non so se sia semplicemente omofobo: è un mostro a prescindere. La protagonista potrebbe vendicarsi in molteplici modi di quello che le è accaduto, anche se per tanto tempo era rimasto assopito nel suo
inconscio. Solo grazie ad un evento traumatico che le capita scopre il suo reale potenziale ed ha di nuovo una visione di quello che ha vissuto lei. Allora decide di tornare dal padre…
Il finale sembra del tutto onirico… perché?
Il finale è liberamente interpretabile, in realtà i ricordi si mescolano con la volontà, le intenzioni diventano quasi vita vissuta. Credo che Marco non abbia voluto rendere delineati questi piani. L’immagine di Valeria
e Paola nella copertina che è poi il finale, non si sa se sia accaduto o no…
Ho deciso, come ti dicevo prima, di dedicarmi a questo lavoro soprattutto per le tematiche nette della storia. È difficile trovare storie che parlino di un amore tra due donne, ed anche sul fatto che una donna non possa essere libera di camminare per strada in tutta sicurezza ed in tutta libertà.
Quanto credi sia efficace veicolare tematiche del genere nei libri?
In Italia il mondo dei lettori è un mondo di nicchia a prescindere, men che meno i lettori di fumetti. Il fumetto è un “media” quindi perché non utilizzarlo per trasmettere anche questi messaggi, queste realtà?
Io con i miei lavori sono sempre stato sensibile a raccontare questo tipo di storie. Credo che ci sia ancora un sacco da raccontare.
Ad un certo punto appare anche Carmen Consoli ne L’Ultimo Tramonto…
E si, ce l’ho infilata io… feci osservare a Marco alcuni particolari della sua storia, il fatto che fosse ambientata in Sicilia, il raccontare di violenze… ecco in “Mio Zio” di Carmen Consoli si creava questo parallelismo…
infatti la protagonista torna dal suo aguzzino vestita solo di un impermeabile ed il suo “rossetto rosso carminio”. Carmen è centrale nei miei lavori: sempre e da sempre.
Come nelle tue Sirene…
Esatto… sono una mia “ossessione” da quando nel 1997 ascoltai “Mediamente isterica”. Adoro i dualismi che la Consoli ha fatto di questa figura ideologica: né carne , né pesce, o anche sirena intesa come “allarme”.
Carmen Consoli non ha affatto esaurito la sua aura ispiratrice nei miei confronti. A me parlare di Carmen sembra sempre opportuno, lei ha cambiato la mia esistenza. Mi ha insegnato a farmi sempre tante domande…
ti dirò, la scelta di fare questa storia è perché rivedevo in Valeria e Paola le protagoniste di Ottobre…
Prima di lasciarci, ci dici se hai progetti futuri?
Una serie con Paola Barbato, di cui sono un fan sfegatato. Principalmente sto facendo questo e poi c’è sempre Topolino… e molti lavori in stand-by. Sto pensando di scrivere una storia tutta mia… ma farò una cosa per volta.