Ho ritenuto opportuno prendermi del tempo prima di affrontare questa grande problematica italiana: la Scuola ai tempi della pandemia da coronavirus.
Il primo grande servizio, anzi no, investimento dello Stato Italiano che è la scuola, è stata la prima propaggine democratica che ha vissuto il lockdown.
Difendiamo il diritto alla salute dei più giovani!
Sacrosantissimo!
Poco importa però di quello che stia generando agli studenti, alle famiglie e ai docenti.
Stiamo assistendo ad una trasformazione radicale nata nello stato di necessità delle cose. È indubbio che qualunque cosa fosse stata messa in campo sarebbe andata bene!
E quindi si è prolificata la famigerata DAD: la didattica a distanza.
Il comparto scolastico, però, è stato del tutto congelato.
Si riaprirà a settembre, forse.
Tutti promossi!
Neanche il Lucignolo più discolo poteva aspettarsi una svolta simile per il proprio percorso scolastico.
Ma la scuola è la cartina al tornasole della vita repubblicana.
Avendo stabilito a priori una riapertura a settembre, assistiamo nuovamente al riaffermarsi della teoria secondo cui “L’Italia non è un paese per Giovani”.
– Nel frattempo, stiamo ipotecando alle generazioni future i nostri debiti e le ferite sanguinanti dell’ambiente-
La situazione in cui grava l’Istruzione in questo momento fa emergere quanto venga percepita come “zavorra sociale” tutto ciò che riguarda il futuro della nostra nazione.
Da ieri molte mamme , papà e i famosi “chi ne fa le veci” sono tornati a lavoro. Orde di bambini, scolari, adolescenti lasciati tra le pareti domestiche in balia di questa succedanea forma di accudimento virtuale che è la DAD.
Insomma stiamo riapparecchiando la tavola della società italiana, ma abbiamo cominciato dalle posate….
Vorrei spezzare una lancia in favore della Ministra Azzolina. Lei sta ereditando tutte le anomalie dei governi e delle riforme precedenti. Dobbiamo darle atto che deve far quadrare una situazione totalmente ingarbugliata.
Ricordiamoci che la sua ascesa istituzionale è nata da una frattura, da una crisi del precedente Ministro, Lorenzo Fioramonti, dimessosi lo scorso inverno. Lei ha preso l’incarico in corsa, il rimpiazzo, il tappabuchi, il cerotto trovato di fretta e furia tra gli scranni parlamentari.
È diventata Ministra con la consapevolezza di essere una seconda scelta. La ruota di scorta.
Mi ricordo una mia prozia extra-ottuagenaria, ex docente, che mi telefonò quando Lucia Azzolina giurò davanti al presidente Mattarella:
“Ma lo sai che hanno fatto Moana Pozzi Ministro dell’Istruzione? Ed io che pensavo fosse morta…. con i capelli neri sta meglio! Mi stava simpatica quando andava da Costanzo...”
Insomma, la Ministra è stata canzonata dal primo giorno del suo mandato. Anche dalle prozie quasi novantenni!
La Ministra si applica molto, studia tantissimo… ma il rendimento è oggettivamente scarso.
Dopo le sue ultime dichiarazioni, poi, dovrebbe assolutamente prendere in seria considerazione di cambiare Ministero.
Mi scuso per le battute caustiche e al vetriolo, ma credo fortemente che la Scuola sia una delle prime cose a cui lo Stato debba pensare.
Ecco, la sua idea della Scuola ai tempi del coronavirus è questa:
“Ci stiamo organizzando anche pensando a forme di didattica mista, metà in classe e metà a distanza. La settimana è composta da 5 o 6 giorni di scuola, l’idea è che metà studenti vada per metà settimana in classe de visu e l’altra metà collegati da casa a seguire quello che l’altra metà della classe fa in presenza. Così la socialità resta e il programma va avanti per tutta la classe”.
L’uragano sindacale le si è abbattuto impetuoso in meno di tre secondi.
Ecco, se questa è la scuola che ne verrà fuori per contrastare l’emergenza pandemica, presenta tantissimi punti di oggettiva criticità.
Innanzitutto il primo disappunto è quello tecnologico: le scuole di ogni ordine e grado debbono necessariamente compiere investimenti giganteschi ( webcam, microfoni e materiale multimediale). Inoltre bisogna accertarsi che tutti gli studenti posseggano strumenti adeguati per assistere alle lezioni da remoto. Non ultima è la questione “infrastruttura telematica nazionale“: ad oggi solo pochi posti d’Italia hanno un cablaggio internet adeguato. Ad esempio chi abita nelle aree interne dell’Italia è svantaggiato.
La seconda enorme disfunzionalità è quella pedagogica. Una scuola a doppio turno con lezioni in contemporanea da remoto costringe all’egemonia della lezione frontale tutti i docenti. Insomma secoli di storia della pedagogia chiusi nel barattolo. Una didattica frontale è l’innegabile causa della repulsione scolastica di quasi la totalità degli scolari. Un balzo indietro che ci riporterà alla riforma Gentile del 1923.
Nodo fondamentale riguarda gli alunni in prima elementare. Scendiamo nel dettaglio delle necessità non derogabili che hanno tutte le bambine e i bambini che a settembre frequenteranno la prima elementare. È la classe più critica ed importante di tutto il ciclo educativo di un cittadino. La prima elementare non è solo vocali, sillabe e prime addizioni. È molto di più! È il primo approccio esperienziale da cittadini. Almeno per questa classe bisognerebbe assolutamente garantire la totalità di lezioni in presenza!
Altro scolio enorme riguarda gli insegnanti. Il corpo docente non ha i margini temporali per potersi reinventare. Inoltre, ad oggi, non è stato assolutamente coinvolto in fase decisionale. Chi insegna sa benissimo quali sono i limiti che una proposta del genere possa comportare.
Io spero vivamente che la Ministra Azzolina riveda in toto il modo di fare scuola da settembre. È assolutamente lecito confrontarsi con le altre nazioni europee per elaborare un sistema comune.
Mai come questa volta: copiare è lecito!
Spero che la discussione sull’Istruzione sia e diventi preponderante per tutta la nazione e che questa problematica sia percepita da tutti i cittadini come di primaria importanza.
Se così non sarà, per la prima volta nella storia dell’umanità dovremmo testimoniare il sorgere della scuola a didattica mista, la prima al mondo che prevede la cassa integrazione didattica degli studenti a settimane alterne!