Domenica mattina. Fine quarantena. Mi piacerebbe pubblicare un articolo leggero sulle imminenti vacanze estive che passeremo nel plexiglass. Oppure sulla rivincita dei runners che si sono ripresi le strade, con tanto di shooting fotografico (me compresa eh!). O meglio ancora, scrivere qualcosa sui nuovi talenti nati durante il lockdown, custodi del segreto per la pizza perfetta.
Invece sono qui a scrivere di odio e di paura. Di Lesbofobia, in particolare.
QUALCHE TITOLO dalla CRONACA Italiana del 2020
15 Gennaio – Potenza, pestaggio lesbofobico ad una 31enne. Rottura del setto nasale
20 Febbraio – Cosenza, minorenne aggredita verbalmente su un autobus perché lesbica
29 Febbraio – Marano (Vi), due ragazze, prossime all’unione civile, insultate e allontanate da un bar perché lesbiche
E la cattiveria non si ferma nemmeno in quarantena – “Il coronavirus è colpa vostra, lesbiche di m***a. Vi violento” Insulti social ai danni di due ragazze di 20 anni.
E siamo solo a maggio. E siamo stati preoccupati per il Covid. E sono solo le voci di chi ha avuto il coraggio di denunciare.
Questo articolo, non dovrei nemmeno scriverlo. Questa giornata, contro l’OmoLesboTransFobia, non dovrebbe nemmeno esistere. Che di problemi il mondo ne abbia tanti, è innegabile. Ma alcuni ce li potremmo davvero risparmiare. Come quelli che si generano da scene normalissime tipo passeggiare in un parco pubblico mano nella mano. Guardare il mare stesi in spiaggia con le gambe intrecciate. Un abbraccio scherzoso. Un bacio che scappa. Chi non le ha mai fatte queste cose? In molti. Moltissimi. Tutti quelli che non sono etero. Eh si, perché le sfumature della sessualità sono così tante che faccio prima ad andare per sottrazione.
Oggi è una ricorrenza arcobaleno ma io ho scelto di tingere queste righe solo di rosa. Perché? Perché le donne hanno la battaglia più dura da combattere. Per le visualizzazioni? Assolutamente no. Questi argomenti non hanno risalto purtroppo. Riuscirei meglio con la ricetta del lievito madre. E allora? E allora l’essere umano va ancora educato. Ci proviamo.
Lesbofobia, una parola impronunciabile
È la macchina mediatica che ci dice cosa va bene e cosa no. Noi esseri senzienti, eseguiamo come capre. Secondo il cinema, i filmoni di Hollywood, i talk show ed i reality di tutto il mondo, essere gay si può! Non troppo però. A piccole dosi. Con ironia. Ci dicono dalla regia che in maniera clownistica sarebbe meglio. Niente interpretazioni serie eh. Una figura frivola per favore. Il pubblico si deve divertire. Quello lì, deve fare audience mica un discorso carismatico!
Ecco, umiliazione a parte, alla società è stato permesso di accettare l’omosessuale maschile. Salvo contesti in cui prevale l’ignoranza, dove tanto per capirci non è arrivato nemmeno Piume di Struzzo (pellicola con Robin Williams, 1996), dei gay se ne parla. E fanno pure simpatia. E le lesbiche?
Gelido silenzio. Non so se sia il termine ad essere di difficile pronuncia oppure proprio il concetto di difficile approccio. Magari un nomignolo più smart circolerebbe facilmente. Forse non siamo imbarazzati, siamo solo balbuzienti! O forse no. Forse è proprio una storia non scritta.
Lesbica è un aggettivo che si bisbiglia sottovoce. Vacilla tra l’immaginario porno ed il disgusto sociale. Non è codificato. Si tratta di donne-uomo? Personalità confuse? “Fasi” della vita? Oppure è proprio perversione?
Mettetevi l’anima in pace. Si tratta di amore.
Non c’è nulla di sconvolgente, di squallido e nemmeno di irrisolto. È amore. Puro e semplice. Quello che ha diritto di esistere e di abbracciarsi davanti ad un tramonto. Quello che dovrebbe essere più presente sia sul grande che sul piccolo schermo. Quello che potrebbe apparire nei dibattiti e nelle pubblicità. Quello che un posticino se lo meriterebbe. Cara regia, anche le lesbiche sono simpatiche.
Giornate come quella di oggi servono proprio a questo. A parlare e far parlare. Ci vorrà tempo. Succederà. Gli italiani non sono un popolo cattivo. Un po’ pecorone semmai. Artisti geniali, non c’è che dire. Navigatori sapienti. Ingegneri affidabili (fino al ponte di Genova) ma l’amore è una cosa enorme. Ci vuole ben altro per capirlo. È così grande da poter essere contenuto solo nella profondità di un pensiero filosofico. Ma purtroppo quando in Grecia nasceva la filosofia, i nostri antenati ad occhio e croce si dondolavano ancora sugli alberi. Ci manca qualche pezzo.
380 a.c. circa. L’amore non è l’attrazione dei “mezzi” verso il “complementare” ma l’attrazione che l’animo umano ha per la Perfezione e per l’Assoluto. Simposio Socrate – Platone, tanto per gradire.
Tradotto in slang nazional popolare: L’animo umano? Ognuno c’ha il suo. Il concetto di Perfezione? È personale. Quello di Assoluto? Pure. E l’amore? Fatevi i fatti vostri perché quello che c’è in una coppia lo sa solo chi ne fa parte. Che sia etero, gay, lesbica, bisex o trans. Buona giornata contro la lesbofobia a tutti.
Ah, a proposito di italiani pecoroni, vi segnalo un valente pezzo giornalistico apparso sulla testata Lucania News il 13 maggio scorso, dal titolo “Come riconoscere un gay: Ecco i consigli da seguire” Non so se mi spiego.