Helena Bonham Carter (Londra, 26 Maggio 1966) è un’attrice britannica che si è distinta fin da subito per ruoli intensi e coraggiosi. Ex compagna e musa di Tim Burton ha lavorato in sue diverse pellicole tra cui ricordiamo BIG FISH (2003) e SWEENEY TODD (2007) fino al celebre ruolo della Regina di Cuori in ALICE IN WONDERLAND (2010).
È stata candidata all’Oscar come Miglior Attrice per LE ALI DELL’AMORE (1997) e come Non Protagonista per IL DISCORSO DEL RE (2010) e ha recitato nel meraviglioso SUFFRAGETTE (2015), ma i fans della saga di HARRY POTTER la ricorderanno sicuramente nelle vesti di Bellatrix Lestrange.
In questo speciale dedicato a #3filmchenonsapevidivolervedere vi indicherò tre titoli dove Helena Bonham Carter ha indossato – a mio parere – i personaggi più belli e indimenticabili.
Partiamo con un titolo del 1985 che è stato anche il primo ruolo vestito da questa talentosa attrice.
CAMERA CON VISTA è diretto da James Ivory e tratto dall’omonimo romanzo di E. M. Forster, candidato a 8 premi oscar ne vinse 3 (sceneggiatura non originale, scenografia e costumi).
1907. La bella Firenze fa da teatro all’incontro tra Lucy, giovane inglese in viaggio con la cugina Charlotte, e George Emerson e suo padre. Tra le romantiche scenografie di Firenze ci sarà un bacio tra Lucy e George, ma la ragazza rispettosa delle regole della società e della famiglia poi tornerà in Inghilterra e si fidanzerà con Cecil, londinese sofisticato e snob, ma comunque un buon partito. Il caso vuole che gli Emerson facciano un viaggio in Inghilterra e alloggino proprio da un sacerdote amico di famiglia di Lucy. Questo la porterà a ridefinire i suoi sentimenti e le sue priorità e volontà di donna.
Una storia di formazione, il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta di una giovane donna dell’alta società londinese. Ivory delinea perfettamente i fili che legano i protagonisti del suo film e infonde la giusta luce sui diversi personaggi coinvolti, tra cui spiccano i volti di Julian Sands (George Emerson) e Daniel Day-Lewis (Cecil Vyse) e la donna da loro contesa, un’esordiente ma già intensa Helena Bonham Carter (Lucy Honeychurch). Un personaggio femminile che se dapprincipio ci appare sottomesso alle regole della società, nel corso del film troverà una propria voce e una propria affermazione.
Nel 1994, per la regia di Kenneth Branagh, arriva sugli schermi forse la più celebre trasposizione di FRAKENSTEIN DI MARY SHALLEY e tra le più fedeli, ma non priva di licenze poetiche.
La storia ha inizio nel 1974 quando Victor Frankenstein viene rinvenuto in fin di vita da un capitano e il suo equipaggio in viaggio verso il Polo Nord. Terrorizzato da una figura misteriosa sulle sue tracce, Victor racconta di cosa ha fatto e da chi sta sfuggendo.
La storia della creatura deforme riportata in vita da Frankenstein è uno dei personaggi più amati e temuti e le pagine di Mary Shelley portano a riflettere sul senso della vita e della morte e sui limiti morali della scienza. La regia di Branagh tende a un’eccessiva teatralità, ma è forte di personaggi che restano negli occhi e nella mente: da un appassionato Victor Frankenstein (interpretato dallo stesso regista) alla sofferente e vendicativa creatura (un quasi irriconoscibile e maestoso Robert De Niro) fino all’amata Elizabeth Beaufort, primo e grande amore di Victor.
Helena Bonham Carter (sempre a suo agio nei ruoli in costume) offre la giusta sensibilità al suo personaggio infondendole candore e solarità e sensualità.
E andiamo al 1999 e a uno dei miei film preferiti.
Ispirato dalle pagine di Chuck Palahniuk, David Fincher dirige il suo personalissimo FIGHT CLUB.
Intriso di sangue e nichilismo e sudore e violenza Fight Club è divenuto presto un cult, forte della sua visione critica del consumismo e dell’alienazione dell’uomo moderno.
I personaggi delineati perfettamente dalla penna di Palahniuk rivivono sullo schermo grazie alle grandi interpretazioni di Brad Pitt (Tyler Durden) e Edward Norton (il narratore/protagonista senza identità). In una discesa senza freni verso l’inferno, tra lotte clandestine tra uomini frustrati e delusi e incontri con malati terminali, il film, dal montaggio vertiginoso e originale, arriva a uno dei finali più belli del cinema moderno. In questo mondo di uomini soli ecco però spuntare Marla Singer. Una donna sboccata, bella ma distrutta da uno stile di vita ai limiti della decenza, dedita all’uso di droghe e psicofarmaci. Ella irrompe nella vita del protagonista per poi diventare l’amante di Tyler Durden. Helena Bonham Carter veste i panni di questa donna che vorrebbe essere la femme fatale 2.0 e riesce perfettamente a caratterizzare il personaggio donandole tutte le giuste sfumature di disperazione necessarie, ma contaminate da un umorismo spesso tagliente o sopra le righe. In una parola: strepitosa!