Tra qualche ora verrà, probabilmente, pubblicato il bando della Protezione Civile per “arruolare” 60.000 Assistenti Civici.
Potranno accedere a rivestire questa nuova figura d’emergenza disoccupati e persone che percepiscono il Reddito di Cittadinanza.
Non è previsto alcun compenso e sarà premura dei sindaci inquadrare il mansionario degli Assistenti Civici.
Il governo s’è premurato tantissimo nel trovare la formula semantica più corretta per definire questi volontari.
Ronde? Troppo militari… Sentinelle? C’è un problema di copyright… Amici Miei? Sarebbe stato troppo antani… Assistenti è parso il modo più dolce per definire queste squadre di controllori della mascherina e del guanto in lattice. Gli Assistenti Civici saranno cavalieri benedetti con l’amuchina che provvederanno affinchè siano minimi i contatti delle persone in luoghi pubblici.
Onestamente rilevo alcuni quesiti sulla necessità e sulla futura operosità di questi Assistenti.
È indubbio che attualmente in molti faticano a rispettare le regole di distanziamento sociale. È chiarissimo che con la riapertura delle attività di ristorazione e quelle “ludiche”, con la bella stagione che avanza, è molto difficile arginare una popolazione caliente e casciarona come la nostra.
Questo però fa emergere le enormi falle della nostra Nazione.
In primis assistiamo, nostro malgrado, alle mancanze che l’istruzione ha dato negli anni ai cittadini. Il civismo ed il rispetto delle regole sono competenze che per osmosi vengono apprese tra i banchi di scuola. L’impoverimento istituzionale della Scuola, sciabolato da riforme al ribasso e dagli attentati continui di genitori- paracadute, hanno fatto si che i nuovi adulti italiani abbiano una pallidissima idea di cosa sia il rispetto delle regole e l’autorevolezza istituzionale.
L’humus per questa beata indifferenza lo dobbiamo anche all’analfabetismo funzionale a livelli altissimi e la propaganda che da un decennio ronza nelle nostre teste: uno vale uno è un messaggio che s’è deformato totalmente portando alla banalizzazione di qualunque ruolo.
Inoltre il mondo social ha implementato questa anarchia civica che attenta alla saluta pubblica con la pandemia dilagante.
Altro aspetto da non sottovalutare sono i “modelli”, che vi piacciano o no, che ricoprono i vertici della nostra società. Non mi riferisco soltanto al mondo politico e amministrativo. I modelli e i “capi fila” che influenzano le masse si sono moltiplicati come funghi.
Altro aspetto da non sottovalutare, di cui è sintomo l’avvento degli Assistenti Civici, è la riduzione al lumicino dei corpi di controllo che naturalmente dovrebbe avere una nazione.
Polizia e Carabinieri sono sotto numero e con molta probabilità devono arginare altre criticità.
Spero vivamente che il plotone dei 60.000 sia formato in maggioranza da persone illuminate e chi si ritroverà a gestirli, i sindaci, facciano in modo di non creare ronde o gruppi di scagnozzi a cui viene delegato un piccolo potere.
Il potere può illudere le menti semplici. Annebbia totalmente il senso delle cose se non si comprendono i limiti e le eccezioni.
Il rischio di un finale da romanzo distopico è altissimo.
L’ultima cosa a cui vorrei assistere è quella di vedere bande di Bravi che pontificano o, addirittura, possano multarci per come camminiamo in città.
Staremo a vedere.
Il don Abbondio che è in me mi suggerisce prudenza, ma la sua voce inconscia è annebbiata da quella del mio intimo Masaniello.
La giungla del web ha già iniziato a perculare gli Assistenti Civici ancor prima che essi prendano piede nei nostri territori.