CHROMATICA è il sesto e attesissimo album di LADY GAGA da ora disponibile in tutti gli store e piattaforme digitali.
Sono trascorsi 4 anni dal suo precedente lavoro (quello più intimo e coraggioso) che guardava alle sonorità country e influenze rock di JOANNE; e solo due dalla sua collaborazione nella soundtrack del fortunato successo cinematografico di A STAR IS BORN che l’ha vista anche recitare.
Da tempo i suoi (non necessariamente benedetti) fans si lamentavano del suo essersi allontanata dalle sonorità dance che l’avevano portata al successo.
Così Lady Gaga ha fatto esattamente quanto le era stato chiesto. Ha messo da parte sperimentazioni ed è tornata a far ballare. Se il suo album di debutto THE FAME guardava agli anni ’80, questo CHROMATICA ci riporta alle sonorità degli anni ’90.
Sicuramente è il suo album più coeso, che trova la sua rassicurante dimensione nella dance, ma che non azzarda strade sconosciute (come era avvenuto nel sottovalutato ART POP, 2013) e si adagia su ritornelli semplici e di facile presa, ma che di fatto potrebbero essere cantati da una qualsiasi cantante che impazza per una stagione sulle classifiche dei club per poi sparire.
Anticipato dal singolo “Stupid Love” (che ne conteneva in un certo senso il cuore e le intenzioni del progetto), CHROMATICA è prodotto quasi interamente da BloodPop e già questo, se da una parte ne assicura una sua unità, dall’altra non gli permette di respirare.
L’album diviso in tre atti, separati e anticipati da delle brevi parentesi musicali dove gli archi riempiono le orecchie e il cuore di tragicità per poi liberarsi nei ritmi dance delle sue 13 tracce, presenta 3 collaborazioni. Si apre con il brano carino-ma-non-troppo “Alice” che richiama la celebre eroina di Lewis Carroll. Gaga nel brano afferma di non essere Alice ma di ricercare lo stesso il suo paese delle meraviglie che è appunto questo CHROMATICA.
Delle collaborazioni musicali presenti certamente la migliore è quella con Ariana Grande nel brano “Rain On Me” (secondo singolo estratto di cui potete visionare il contagioso video qui sotto) che esalta le potenzialità vocali delle due artiste. Un brano tanto semplice (nella struttura) quanto potente che potrebbe diventare un vero tormentone (sebbene siano lontani anni luce il successo di brani come “Poker Face” o “Bad Romance“).
Avrà un suo successo anche la collaborazione che vede protagoniste Lady Gaga e le BLACKPINK con la movimentata “Sour Candy“. Nulla di pretenzioso (nei suoi 2 minuti e 38 secondi), ma certamente un brano che smuoverà i bacini e le movenze sensuali dei più.
Lascia invece perplessi l’unione tra la Germanotta e il suo mentore Elton John che si sperimenta in sonorità a lui estranee. Il brano “Sine From Above” ha una produzione fin troppo semplice e poco ricercata per una collaborazione così importante. Una canzone che forse avremmo visto bene in qualche Eurovision di anni fa, ma che oggi si ascolta e la si dimentica, non fosse per quella chiusura che spazia oltre i confortanti confini della dance più pop.
CHROMATICA vuole essere una sorta di rinascita, un pianeta non così distante (una realtà che possiamo trovare tutti) dove è possibile riconnettersi con la parte più vera di noi stessi. Un inno alla vita e alle cadute che ci hanno rafforzato. Ma anche un un grido di affermazione per le donne che hanno subito violenze: ne sono esempio le tracce “Free Woman” e “Plastic Dolls“, due brani certamente orecchiabili e simili per tonalità, ma decisamente poco incisivi.
Questo album concepito per liberarci delle paranoie e dei problemi di tutti i giorni, troverà certamente una sua dimensione nei club e sulle piste da ballo, ma è un prodotto che non sa andare oltre la sufficienza.
Le poche note che si scostano dal medesimo sound sono relegate ai brani meno potenti come “911” (traccia dove Lady Gaga strizza l’occhio alla dance anni ’80 e guarda al proprio vissuto e di come talvolta sia necessario un aiuto anche farmacologico per venire fuori dai propri momenti neri) o “Enigma” (traccia che inizialmente era considerato come possibile titolo dell’intero progetto) e la più fresca “Replay“.
La voce di Lady Gaga trova modo di liberarsi in due brani che se risentono di una produzione poco ricercata, è grazie all’anima della sua artista che trovano modo di alzarsi dalla mediocrità. Sono l’ispirata “Fun Tonight” e la positiva potenza di “1000 Doves“
Lascia dubbiosi invece il brano che chiude l’album. “Babylon” è certamente una canzone potente che sembra scritta per impazzare sulle passerelle della moda. Una critica al mondo del gossip, forte del suo groove e degli intermezzi gospel, ma che ricorda fin troppo l’insuperabile “VOGUE” di Madonna. Gaga stai attenta a svegliar il can che dorme!