Ryan Gosling (Londra, 12 Novembre 1980) è un attore, regista, cantante e musicista canadese che in breve tempo si è imposto nel cinema per la sua magnetica presenza e la sua bella faccia da schiaffi.
Nel cinema ha debuttato da ragazzino e oggi è considerato uno tra gli attori più interessanti della sua generazione, benché non spicchi certo per le sue doti recitative seppure riconosciute dai più, ricevendo nella sua carriera due nomination agli oscar – per HALF NELSON (2006) e per LA LA LAND (2016) – e diverse nomination ai Golden Globe.
Si è fatto conoscere dal grande pubblico nel film romantico LE PAGINE DELLA NOSTRA VITA (2004) e ha poi lavorato con grandi registi come Terrence Malik (SONG TO SONG, 2017)) e Dennis Villeneuve (BLADE RUNNER 2049, 2017) e Damien Chazelle che dopo il successo di LA LA LAND (2016) lo ha voluto come protagonista del suo FIRST MAN (2018).
In questo speciale di #3filmchenonsapevidivolervedere vi segnalo 3 film di Ryan Gosling che a mio parere sono imperdibili.
Iniziamo con un titolo assai controverso.
THE BELIEVER (2001) del regista esordiente Henry Bean parte da un quesito che pare essere una provocazione: si può essere ebrei e antisemiti allo stesso tempo?
Partendo da un testo apparentemente biografico, il film racconta della lotta interiore del giovane Danny Balint, brillante studente ebreo e violento antisemita, che arriva a un punto di rottura quando gli viene ordinato di mettere una bomba in una sinagoga.
Sebbene il film non sappia entrare realmente in certe tematiche religiose, per il suo stile acerbo, nervoso e violento THE BELIEVER è stato capace di scuotere le coscienze e ha ottenuto un ottimo successo alla sua presentazione al Sundance Festival e poi al Noir Festival di quegli anni.
Ryan Gosling, giovanissimo, si cala perfettamente nel ruolo e riesce a conferire al suo personaggio tutta la rabbia necessaria perché ci appaia sempre credibile. Un ruolo non facile fatto di implosioni e inaspettate quanto violente esplosioni, molto fisico (fatto di nervi e muscoli tesi), ma sopratutto di un’emotività che deve essere controllata, trattenuta e poi liberata. Un film che vi colpirà come un pugno allo stomaco.
Nel 2010 arriva sugli schermi uno dei film d’amore tra i più sinceri e crudeli, BLUE VALENTINE di Derek Cianfrance.
Il film ci racconta la storia di un amore, quello tra Dean e Cindy, e della sua involuzione: l’incontro, la passione, la gioia, i dolori, la rabbia, la disperazione, il sesso, le risate, le lacrime e la sua dipartita.
Cianfrance aveva iniziato a scrivere di questo film nel 1998 e noi siamo felici che un testo così valido sia arrivato a noi nella maniera più dolce e amara che potessimo mai immaginare.
Oltre l’ottima sceneggiatura che non precipita mai nelle banalità di tanti film romantici e non crolla mai sotto il peso del forzato dramma da camera, ci presenta due personaggi indimenticabili e mai così veri, interpretati divinamente da una trattenuta e intensa Michelle Williams e un buono ma sfortunato Ryan Gosling qui in uno dei suoi ruoli più belli della sua carriera. Una storia di persone normali nel mezzo di una tormenta del cuore che inevitabilmente raggela ogni cosa e che crudele, ma inesorabile, distanzia due innamorati a poco a poco, fino a farli diventare quasi due estranei. Toccante.
E chiudiamo questa rassegna con un altro titolo davvero intenso.
SOLO DIO PERDONA (2013) per la regia di Nicolas Winding Refn.
Una grande storia di vendette che ha per teatro le strade di Bangkok e che vede il suo protagonista, Julian, allenatore di pugili di thai boxe, in balia degli eventi e costretto a pagare per gli errori della sua famiglia (la madre è a capo di un’organizzazione mafiosa) da cui ha tentato inutilmente di scappare.
Refn prosegue il suo personalissimo percorso che lo vede tra i cineasti più interessanti della sua generazione e dirige un film fatto di pochissimi dialoghi, una trama ridotta all’osso e un montaggio lineare che si poggia su lunghe scene. Tratto distintivo delle pellicole di Refn è la meravigliosa ed evocativa fotografia che tenta di illuminare e dare sostanza alla violenza esibita, ricercandone un suo senso o una sua direzione.
A tratti il film si accende e trascina lo spettatore in questo vortice di rara bellezza che sprofonda nel sangue, ma non sempre Refn sembra riuscire a trovare la giusta prospettiva o la giusta intensità perché sappia davvero comunicare quanto vuole dirci. Un film forse meno coeso di DRIVE (2011) che vede sempre protagonista Ryan Gosling e meno ispirato di THE NEON DEMON (2016), ma meritevole di essere visto e vissuto.