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DUMBO (1941) _ Della Diversità fare una Virtù (recensione)

- 23/10/2020
DUMBO (1941)


Il 23 Ottobre del 1941 veniva rilasciato nei cinema DUMBO _ L’elefantino Volante. Un piccolo classico nato prettamente da esigenze economiche (la Disney era in crisi), ma che è diventato presto uno dei più amati e apprezzati film di animazione di sempre.

L’elefantessa Jumbo, dopo tanta attesa, mette al mondo il piccolo Dumbo. C’è gran festa tra gli animali del Circo, ma quando il piccolo elefantino rivela di possedere delle spropositate orecchie viene preso in giro da tutti. Durante uno spettacolo il Dumbo verrà schernito pure da un gruppo di ragazzini presenti nel pubblico. La mamma del cucciolo si scaglia contro i ragazzini e per questo viene rinchiusa in una gabbia. Il piccolo elefantino si ritroverà così solo ed emarginato fino a che non troverà un amico e sostegno in Timoteo, un piccolo e saggio topolino.
Per una serie di sfortunati eventi Dumbo scoprirà poi di saper volare…

Dopo i disastrosi incassi di FANTASIA (1940) i produttori della Disney pensarono di puntare su di una storia semplice dai costi di produzione pressoché ridotti all’osso.
Si scelse di raccontare la storia di un elefantino capace di volare…
Mai vi fu storia più a lieto fine : nonostante l’avvento della Seconda Guerra Mondiale DUMBO fu il film Disney di maggior successo economico degli anni ’40.

il piccolo elefantino volante. DUMBO 1941

Ma perché questa storia è entrata nel cuore di tutti e tutt’oggi è considerato uno tra i più amati ricordi dell’infanzia?

La diversità come punto di forza

Siamo stati (e forse lo siamo ancora) Dumbo nella nostra infanzia. Chi di noi non è stato preso di mira a scuola per un difetto fisico o per un tratto del nostro carattere? E ancora: quanti ragazzini (o adulti) devono fronteggiare ogni giorno lo sguardo di pietà o di imbarazzo o di morbosa curiosità per un proprio handicap da parte della gente?
Il piccolo elefantino schernito perché nato “diverso”, un freak, di quella diversità scoprirà essere il suo punto di forza, il suo potere speciale, portandolo a essere simbolo di una vittoria che stringe il cuore.

Di fatto questa è una lezione che dovremmo imparare tutti: guardarci per quello che siamo, nelle differenze che sono le medesime di sempre e nelle diversità che non ci allontanano, ma chi ci avvicinano gli uni agli altri. O così dovrebbe essere. Se guardiamo oggi al nostro presente, alle lotte intestine a stessi gruppi sociali o etnici (basti pensare alle differenze e criticità da sempre presenti nella comunità LGBTQ), questa condivisione e comunione viene spesso a mancare.

ORRORE E AMORE ALLA PORTATA DI TUTTI _ L’abbraccio materno e gli elefanti rosa

Ci sono due scene in particolare che hanno reso immortale questo cartone animato, due scene diametralmente opposte (per intenti e sentimenti da esse scaturiti) che sono per altro ravvicinate.

Come dicevamo, Jumbo, la mamma del nostro protagonista, dopo aver tentato di difendere il suo cucciolo viene chiusa in una gabbia.
Una notte il topo Timoteo, per consolare il suo nuovo amico, porta Dumbo alla gabbia dove è confinata la sua mamma. La sequenza – accompagnata dalla dolce e struggente canzone “Bimbo Mio” -dell’elefantessa che culla suo figlio allungando la proboscide fuori dalle sbarre è una scena che dilania l’anima. Impossibile trattenere le lacrime.

Subito dopo Dumbo e Timoteo si abbeverano da un secchio dove, a loro insaputa, è stata versata erroneamente una bottiglia di champagne.
I due amici finiscono così per ubriacarsi ed ecco palesarsi davanti ai loro occhi increduli degli elefanti rosa.
Una sequenza onirica e spaventosa dove una serie di elefanti che nel corso della canzone (altrettanto inquietante nel ritmo e nei versi cantati) iniziano a moltiplicarsi e cambiare forma (ora serpenti, ora cammelli, ora di forma sferica o cubica o le cui proboscidi diventano strumenti musicali). Un vero delirio che non ha nulla da invidiare a certi film che trattano di stati allucinatori dati dall’abuso di droghe. La potenza visiva ed emotiva di questa scena può turbare ancora oggi, provare per credere!

L’inquietante marcia degli elefanti rosa tratta da DUMBO (1941)


CURIOSITÀ _ DUMBO vinse l’oscar nel 1942 per la Miglior Colonna Sonora e vinse il premio come Miglior Disegno Animato al festival di Cannes del 1947.

I corvi del film raffigurano in un certo senso lo stereotipo della cultura afro-americana degli anni ’30 e ’40. Per alcuni scrittori e pensatori del tempo questa rappresentò un’offesa razziale. Così non era giacché essi vennerop creati ispirandosi agli artisti jazz maestri dello scat.
Whoopi Goldberg, durante la premiazione come Disney Legend nel 2017, ha difeso i corvi di DUMBO, dichiarando che sono personaggi che meritano maggior rispetto e che dovrebbero essere inclusi nel merchandise Disney, soprattuto perché “quei corvi sono coloro che cantano la canzone di DUMBO (Giammai Gli Elefanti Volar) più conosciuta e più cantata dal pubblico”.

Nel 2019, sulla scia dei molteplici live action dei classici Disney, viene diretto il remake del celebre cartone con alla regia Tim Burton. Un’operazione che è certamente piaciuta ai più ma che personalmente ho detestato (CLICCA QUI per saperne di più).

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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