Esiste un “bot” (abbreviazione di robot che in informatica è un programma che accede alla rete attraverso lo stesso tipo di canali utilizzati dagli utenti) di Telegram che mette a nudo, nel vero senso della parola, i corpi prevalentemente femminili.
È già accaduto in passato quando, anche celebrità, si sono ritrovate, loro malgrado (come se non fosse mai accaduto che le mettessero in giro proprio loro per farsi pubblicità) “come mamma le ha fatte” in rete sul web.
Prima di questo sistema, che praticamente consiste nel rimuovere i vestiti e spogliare le persone ricreando un fac-simile del corpo nudo, era diffuso l’utilizzo di tecniche di fotoritocco per spogliare, virtualmente, attrici e altre personalità famose.
Con l’avanzare delle tecniche e degli atrumenti, invece di scoprire cose utili per l’umanità, siamo arrivati ad una tecnica di AI chiamata GAN (Generative adversarial network) che riesce a spogliare con dettagli realistici e del tutto verosimili, partendo da una semplice fotografia o video.
La situazione è grave, tanto che il Garante della Privacy ha aperto una istruttoria per “verificare il rispetto delle norme sulla protezione dei dati nella messa a disposizione agli utenti del programma informatico, nonché di accertare l’eventuale conservazione delle immagini manipolate e le finalità di una tale conservazione.”
Ovviamente, come in tutte le cose, il marcio risiede ovunque.
Oltre ad un semplice scopo di lucro, questa nuova tecnica sfodera un utilizzo a fini estorsioni, ricattatori e intimidatori.
La chat di Telegram in tutto questo boom è semplicemente un tramite, un canale per tale “bot” che, a quanto pare, era accessibile attraverso questo network, come attraverso tanti altri.
Esistere realmente sui social è sempre più difficile, impegnativo e rischioso, specialmente per le nuove generazioni che sottovalutano queste enormi potenzialità e spesso cadono nelle grinfie di malfattori, profili fake, maniaci, pedofili, ricattatori e chi più ne ha più ne metta.
Una semplice foto con una scollatura più pronunciata, una foto osé col fidanzato o con la fidanzata, un atteggiamento equivoco ed ecco che subito il marcio del web si attiva e cospira alle nostre spalle.
Mai abbassare la guardia. Mai distrarsi quando si prende in mano uno strumento come il web che da un semplice diffusore delle nostre forme fisiche smaglianti o dei nostri addominali (menomale non ne ho) si può trasformare in un’arma a doppio taglio e farci molto male. Perché non esistono solo programmi che ci potrebbero mettere nudi ma anche teletrasportarci in foto pornografiche e molto di più, riproponendoci…senza veli!
Deep nude, deep fake, sono soltanto alcuni esempi di adesso che ci devono però ricordare che il lupo cattivo è sempre in agguato e che, soprattutto per le ragazzine facilmente adescabili con falsi complimenti, bisogna sempre pensare a cosa si sta facendo.
Non è vietando l’utilizzo che si risolve il problema, il divieto genera sempre un utilizzo maggiore della cosa vietata, ma piuttosto una buona educazione dei mezzi digitali che spesso vengono sottovalutati e usati con troppa superficialità.
fonte: Ansa