Immaginate che l’onnipotente scelga di tornare sulla terra in questo momento storico. Secondo voi quale essere del creato sceglierebbe?
Il profilo del “Messia 2.0” risulterebbe sicuramente differente da quello dei Vangeli. Vuoi per evidenti differenze geografiche, vuoi per differenza di aspettative. Eccolo che allora il Messia lo troviamo immaginato in questo romanzo del caustico Vauro Senesi. Sì, proprio lui, quello delle vignette satiriche. Quel Toscanaccio senza peli sulla lingua.
“Dio é tornata” é la sua ultima fatica letteraria edita da PIEMME.
Il libro offre un puntuale punto di vista sulla società partendo da un espediente che in altre epoche sarebbe stato giudicato eretico, blasfemo, da punire assolutamente. Vauro é riuscito ad inventare una storia che scardina le convinzioni “machiste” di questa società: la spiritualità monoteistica.
Siamo abituati a pensare al Dio di Mosé, Maometto e di Gesú come al Padre, il vecchio padre con la barba lunghissima, la birra nella mano destra, che guarda le partite della nazionale con la puntuale regola del “rutto libero“. In questo libro invece si risale agli archetipi del divino alle originali prerogative salvitiche “di ció che non si vede“. La Dio di Vauro appare molto compassionevole, osservatrice attenta che ha una vocazione maggiore nell’affrontare empaticamente il dolore e le varie situazioni che le si presentano di pagina il pagina.
“Il rumore dello scatto evoca in me gli odori che ho percepito nell’abitacolo della volante. Lo percepisco come l’hanno percepito l’alcolizzato, la prostitute, il tossico, la zingara, il clandestino, il violento e la sua vittima. Le loro orecchie sono le mie orecchie. La loro pena é la mia pena, si riverbera e si amplifica nei miei nervi e nel mio respiro, che si fa ansimante, affannato per l’ansia di libertà. “
É una donna con la D maiuscola, che non ha nulla a che vedere con il modello di leaders femminili che possiamo avere in testa osservando quelle che ci passa la nostra contemporaneità.
Devo dire che il libro non é del tutto scorrevole e offre pesanti riflessioni che ti fanno distogliere la concentrazione dal libro stesso. Non che sia scritto male, anzi, ma la quantità di imput proposti al lettore sono come l’ordine di sciagurati commensali affamati ad un “all you can eat” giappocinese.
Bisogna dire che Vauro non é stato il primo ad immaginare Dio al femminile.
In un celebre discorso, il primo a spiegare questa considerazione sul genere di Dio é stato Giovanni Paolo I in una delle sue prime dichiarazioni nel 1978. Disse davanti ad una moltitudine estesa di credenti in un angelus “Dio é mamma“. Papà Luciani fu applaudito dalla moltitudine ed accorata fu la reazione dei Prelati in Vaticano. Infatti poi il pontefice, per queste idee rivoluzionarie viene inoltre ricordato per il suo lunghissimo pontificato e per la realizzazione del suo pacchetto di riforme che aveva in mente da tempo, che però duró nemmeno un mese. Tutto il resto é “Blunotte di Carlo Lucarelli”.
Tornando alla nostra Dio, quella di Vauro, assistiamo alla stupenda trasformazione: in lei arriva la consapevolezza, una vera e propria qualità “divina” che fa mutare l’essenza.
Non é affatto un libro leggero, non é affatto un libro da spiaggia. Però fate attenzione: questo libro potrebbe farvi cambiare opinione sulle vostre personali convinzioni. Quindi se non siete interessati al cambiamento, alla riflessione, all’introspezione ed ad una storia “rivoluzionaria”, lasciate perdere questo libro, passate ad altro: é in edicola il nuovo magazine di Uomini e Donne. Magari leggete quello…
Quale altro libro vorreste vedere su BL Magazine? Ditecelo nei commenti qui sotto e se il libro da voi proposto verrà scelto apparirete nelle nostra censione!