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“Trio” di DACIA MARAINI (Rizzoli) Recensione


Probabilmente il libro consigliato per questa settimana potrebbe apparire un po’ tendenzioso vista la pandemia che stiamo vivendo in ogni dove nel pianeta. Ma questa settimana vogliamo parlarvi dell’ultima fatica editoriale della talentuosissima Dacia Maraini che, col passare degli anni, è capace di rinverdire continuamente la sua letteratura andando a scavare negli interstizi dell’animo umano quando è sottoposto a imprevedibili sollecitazioni esterne.

Tutto questo è Trio – Storia di due amiche, un uomo e la peste a Messina- edito da Rizzoli.

La Trama

Sicilia, 1743. Il loro legame viene da lontano, e ha radici profonde. È nato quando, ancora bambine, Agata e Annuzza hanno imparato l’arte tutta femminile del ricamo sotto lo sguardo severo di suor Mendola; è cresciuto nutrendosi delle avventure del Cid e Ximena, lette insieme in giardino, ad alta voce, in bocca il sapore dolce di una gremolata alla fragola; ha resistito alle capriole del destino, che hanno fatto di Agata la sposa di Girolamo e di Annuzza una giovane donna ancora libera dalle soggezioni e dalle gioie del matrimonio. Ora, mentre un’epidemia di peste sta decimando la popolazione di Messina, le due amiche coltivano a distanza il loro rapporto in punta di penna, perché la paura del contagio le ha allontanate dalla città ma non ha spento la voglia di far parte l’una della vita dell’altra. E anche se è lo stesso uomo ad accendere i loro desideri, e il cuore scalpita per imporre le proprie ragioni, Agata e Annuzza sapranno difendere dalla gelosia e dalle convenzioni del mondo la loro amicizia, che racconta meglio di qualunque altro sentimento le donne che hanno scelto di essere. Il ritorno di Dacia Maraini alla narrazione storica dopo La lunga vita di Marianna Ucrìa, uno dei suoi libri più amati, è un romanzo intenso e delicato, pervaso dai colori e dagli odori della sua Sicilia, che attraverso il filtro di un passato mai così vicino parla di ognuno di noi, e di cosa può salvarci quando fuori tutto crolla.

MILAN, ITALY – MARCH 11: Dacia Maraini attends ‘Tempo Di Libri’ book show on March 11, 2018 in Milan, Italy. (Photo by Rosdiana Ciaravolo/Getty Images)

La Recensione

Devo dire che questo 2020 mi ha fatto riscoprire la bellezza dei romanzi epistolari. Un genere che intimamente immerge il lettore nella privatezza della comunicazione di due persone. La carta da lettere è il lenzuolo profumato che cela ciò che dovrebbe rimanere privato. Maraini riesce

, con tutta la delicatezza del mondo, a farci entrare nella vita di Annuzza e Agata. Dopo la terza lettera mi sono sentito come un voyeur, uno spione, ma questa negativa sensazione mi ha spinto ad andare avanti incondizionatamente facendomi comprendere che il sotto testo era nutrimento perpetuo. Il mondo di Agata e Annuzza è duplicemente sconvolto. La peste del ‘700 di Messina sta decimando tutta la popolazione. Una climax ansiogena circonfonde le due protagoniste. Si percepisce l’istinto umano e e la meschinità di una sorte non scritta ma fortemente probabile.

Al centro della loro delicata conversazione epistolare v’è un unico protagonista: Girolamo. Entrambe le amiche sono legate al bellissimo maschione siculo: l’una è la moglie e l’altra l’amante. L’evoluzione verso questa consapevolezza relazionale è lunga e tortuosa. Nel corpo delle prime lettere le donne cercano di creare dei confini al loro amore nei confronti di Girolamo. L’idea di allontanare l’amica, e viceversa, per avere tutta per sé lo stallone siculo genera solo ulteriore dolore nel loro cuore. Dolore alimentato dal distacco e dalle copiosissime morti di amici e parenti ammalatisi di peste. Le protagoniste evolvono assieme: entrambe conoscono ed accettano questo modernissimo status di Troppia (ovvero un triangolo amoroso). L’amore nutre la loro relazione a tre. Ed è qui che l’autrice fa interrogare l’animo del lettore: quali sono i legami amorosi più forti? A questa domanda ognuno può avere una precisa risposta. Sta di fatto che Annuzza, Agata e Girolamo vivono al di là delle convenzioni vivendo all’unisono l’amore spirituale, quello carnale e l’amicizia più vera conservando, maestosa, la voglia di condividere la vita con altre creature del pianeta.

 L’amicizia è eterna, l’amore è fragile , delicato, destinato a morire giovane.

da Trio di Dacia Maraini

Libro commestibile, portatile e consigliabile.

NB Non nego che leggendo ogni capitolo, in testa cantavo “Il Triangolo” di Renato Zero…

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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