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Con “Il Sole Malato” ENZO BIAGI fu il primo giornalista italiano a parlare di AIDS in modo corretto.


Oggi, 1° dicembre 2020, ricorre il World AIDS DAY. Con la rubrica BL LIBRI abbiamo voluto celebrare il primo saggio Italiano sul tema scritto con tutti i crismi. Non che prima di questo volume non si sia parlato in Italia di AIDS, anzi, i volumi scientifici o pseudo tali dall’inizio degli anni ’80 campeggiavano ardenti in tutte le librerie.

Con IL SOLE MALATO: viaggio nella paura dell’AIDS di Enzo Biagi la tematica fu affrontata in maniera professionalissima e priva di qualunque stigma nei confronti delle delle persone sieropositive.

Nel 1989, quando fu pubblicato il libro, in Italia era ancora in voga la famigerata pubblicità progresso dei malati con l’aura viola. Tutti ne hanno memoria traumatizzata di quell’orrenda campagna. Enzo Biagi andò oltre: cercò scientemente le fonti più autorevoli e, soprattutto, intervisto centinaia di persone affette da HIV.

La Trama

La malattia si chiama AIDS; è la sintesi di Acquired Immune Deficiency Syndrome. I francesi, che hanno la mania di invertire le sigle, preferiscono battezzarlo SIDA.
Coi dati immessi nel calcolatore elettronico si ottiene una strana immagine del microrganismo: che affascina e ripugna.
Sembra un sole malato, di uno sfolgorante rosso arancione, con degli aculei che spuntano come raggi minacciosi.
Ha già colpito forse cinque, forse dieci milioni di persone; e a Parigi ha ispirato una canzone che dice: “Male del secolo, malattia d’amore”.
Su questo pianeta vivono oltre cinque miliardi di individui: raccolti nelle megalopoli e che, con gli aerei, raggiungono in poche ore i più lontani luoghi della terra.
Un tempo le grandi epidemie, sifilide e colera, venivano diffuse dagli eserciti, o dai marinai e dai mercanti, che ritornavano dalle invasioni e dai traffici.
Oggi il contagio minaccia soprattutto chi si abbandona a comportamenti rischiosi: gli stupefacenti o i rapporti omosessuali, ma il ministro della Sanità inglese ha lanciato un avviso anche ai businessmen: “Stiano bene attenti coloro che viaggiano per affari, che vanno in luoghi esotici. Portino con sé la moglie o un buon libro da leggere a letto”: l’AIDS semina affanno e solitudine.
“Sembra di essere ritornati ai giorni di Sodoma e Gomorra”, lamenta un sacerdote che si dedica agli infermi.
Infatti il vecchio arcivescovo di Genova, il cardinale Siri, proclamava: “L’AIDS è il castigo di Dio. I peccati capitali avanzano nel mondo. ln risposta, il Signore ci manda I’AIDS”.
Ma Madre Teresa di Calcutta apre a Manhattan un ospedale per i colpiti, e i vescovi della Francia spiegano che Gesù ha accolto tutti i malati, e il Dio che preghiamo ogni giorno non è un sadico, e non vuole la sofferenza e la morte dell’uomo.
Nell’antica teologia giudaico-cristiana, racconta un moralista, il sangue è parte della vita, il sesso sorgente d’amore, lo sperma principio di fecondità: questi sono i maggiori veicoli per trasmettere il morbo.

La Recensione

E’ importante contestualizzare quest’opera nel periodo in cui è stata scritta. Il 1989. L’Italia viveva le ultime travolgenti crescite economiche, il benessere all’americana pareva essere raggiunto. Siamo alle porte del disfacimento totale della Democrazia Cristiana, ancora il primo partito, poco prima di Tangentopoli.

Il popolo Italiano era ancora circonfuso di casa-chiesa-lavoro. I pulpiti domenicali erano ancora balconi di comizi politici. L’Italiano medio si affidava totalmente a quello che gli veniva propinato in TV senza alcun contraddittorio. Enzo Biagi, conoscendo molto bene la platea dei suoi lettori, propone un percorso da “avvocato del diavolo” per far comprendere quali gravi stereotipi abbia creato il bigottismo cattolico nei confronti di una malattia. Il suo excursus e le sue oculatissime precisazioni sono assolutamente moderne.

Nel sottotitolo, il giornalista spiega le intenzioni di questo volume: abbattere qualunque forma di paura e prendere in seria considerazione di trattare i malati di AIDS come malati e non come spauracchi satanici. A tratti sembra che Biagi sia il Fra Cristoforo dei Promessi Sposi: colui che non aveva timore degli appestati. Proprio con questa spinta interiore, Biagi, fu il primo, in Italia a tentare di abbattere lo stigma nei confronti dei sieropositivi. Lo stile del componimento, che ve lo dico a fare, è semplicemente sublime, come era lo stile giornalistico di Biagi anche in TV. Attualmente questo volume è fuori catalogo, ma, è presente in moltissime biblioteche e , con un po’ di pazienza è scaricabile on line.

Se volete approfondire questo tema, questo libro fa proprio al caso vostro!

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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