Sarà fatta giustizia per Jean Pierre Moreno, il ragazzo aggredito la sera del 26 febbraio scorso presso la stazione romana di Valle Aurelia dopo essersi scambiato un bacio col suo compagno.
Come si legge dal comunicato reso noto dalla questura, l’aggressore, un 31enne residente in Veneto, è stato identificato a seguito di indagini da parte degli agenti del XIII Distretto Aurelio, diretto da Alessandro Gullo, lo scorso 3 marzo.
La polizia ha immediatamente acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti all’interno della stazione; gli agenti della Polaria di Venezia, tramite foto segnaletica, hanno riconosciuto il giovane già identificato proprio il 26 febbraio scorso all’aeroporto, a causa di un diverbio con una signora, mentre da Jesolo, dove vive e lavora, tornava a Roma.
“La lite con la donna – continua il comunicato – “gli aveva fatto perdere l’aereo e così aveva raggiunto la capitale in treno: risultava infatti controllato alle 17.05 dalla Polfer alla stazione di Venezia. Una volta sbarcato a Termini, alle ore 21.25 è salito in metro ed ha raggiunto la fermata Valle Aurelia dove, poco prima delle 22.00 c’è stata l’aggressione alla coppia gay. Da lì è salito su un altro treno si è diretto ad Anguillara dove abitano i genitori“.
Gli investigatori del XIII Distretto Aurelio, diretti da Alessandro Gullo, acquisite le informazioni da parte dei colleghi dell’aeroporto, lunedì sera sono andati a cercarlo a casa ad Anguillara, ma l’uomo era già ripartito per Jesolo: è stato individuato dai poliziotti di Jesolo e denunciato.
Legge contro l’omofobia subito!
Il 31enne è stato denunciato dalla polizia di stato per lesioni aggravate da futili motivi, non essendo previsto, dal sistema penale italiano, alcuna specifica fattispecie per la violenza di stampo omofobica. Come riportato da gaynews, l’avvocata Valentina Ciaramella, legale dei due ragazzi e membro di Rete Lenford, ha dichiarato che sarà compito della procura decidere di procedere con l’applicazione di qualche misura cautelare per il 31enne oppure proporre una semplice elezione di domicilio.
Dal momento della comparsa del video in rete, la vicenda dell’aggressione ha suscitato un grosso clamore mediatico che ha riportato all’attenzione dei media la necessità di portare a compimento l’approvazione della Legge Zan, che prevede aggravanti specifiche per chiunque commetta violenza dettata derivante da intolleranza nei confronti delle persone lgbt+, disponendo la reclusione da sei mesi a quattro anni e sospensione condizionale della pena subordinata alla messa in prova per lavori di pubblica utilità.
Per motivi meramente ideologici, tuttavia, Lega e Fratelli d’Italia stanno opponendo uno strenuo ostruzionismo in commissione giustizia al Senato, lasciando giacere da settimane il testo della legge Zan, pur con i numeri in aula a favore della legge, con M5S, PD, Italia Viva e l’ala liberale di Forza Italia (Bernini capofila) pronti a votarla. Nonostante questo, personaggi politici come Giorgia Meloni, pur manifestando una vuota solidarietà nei confronti delle vittime dell’odio omotransfobico, si guardano bene dallo sponsorizzare una legge posta a tutela di cittadini maggiormente esposti a episodi di violenza e aggressioni.