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Sanremo Fuori!: cinquant’anni fa la prima manifestazione LGBT+ italiana

- 05/04/2022


Era il 5 aprile 1972 e il Centro Italiano di Sessuologia organizzava, per il primo Congresso Internazionale di Sessuologia, una conferenza dal titolo Comportamenti devianti della sessualità umana. L’evento era previsto presso il Casinò di Sanremo dove si presentarono anche quaranta lesbiche e gay, italiani ma non solo, arrivarono attivisti dalla Francia, dal Belgio, dall’Olanda, dalla Gran Bretagna e dalla Norvegia.

Accolsero i partecipanti con cartelli di protesta, cori e slogan, grazie all’organizzazione del primo circolo di cultura omosessuale italiano Fuori – Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano, nato pochi mesi prima, e coordinatosi con le altre realtà europee che stavano nascendo in quello stesso periodo.

La “Stonewall italiana”

Da molti definita la Stonewall italiana, quella del 5 aprile 1972 fu la prima manifestazione per la difesa della dignità e dei diritti delle persone omosessuali nel nostro paese. Per la prima volta in Italia, lesbiche e gay non erano più disposti ad essere considerati da psicologi e psichiatri malati da curare, non volevano più essere le vittime bensì i protagonisti della loro storia, chiedendo pari diritti e dignità.

Alcuni riuscirono ad entrare nel Casinò e a prender parola, sconvolgendo la platea. Intervenne la polizia, nonostante si trattasse di una manifestazione pacifica, e una decina di dimostranti furono denunciati per manifestazione non autorizzata.

Il procedimento nei loro confronti si chiuderà cinque anni dopo, con l’archiviazione delle accuse da parte del Pretore di Sanremo .

Immenso fu l’effetto della contestazione: i più grandi quotidiani nazionali riportarono la notizia e la Rai, presente alla manifestazione, mandò in onda, il 6 giugno successivo, una puntata speciale di AZ – un fatto come e perché su Rai Uno, dando voce a a gay e lesbiche italiane, fino ad allora non considerate dai media, se non in termini dispregiativi.

Cos’era il FUORI? Un po’ di storia (a cura di Nicola Napoletano)

Usciamo FUORI! Siamo lesbiche, pederasti, checche, zie, travestiti e ci amiamo“. Così diceva uno dei primi articoli che riconoscevano la nascita del primo movimento gay italiano, nato nel 1971 in varie città d’Italia: Roma, Milano, Torino. FUORI si impose come la risposta nostrana alle oltre cinquanta organizzazioni “omofile” nate negli Stati Uniti dal ’68 e moltiplicatesi dopo Stonewall.

Il collettivo del FUORI, di quella nascita scrisse:

Vi furono incontri, si discusse (anche violentemente) e trovata una base ideologica comune, l’unione tra i gruppi realizzò come prima attuazione FUORI, Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano che, crediamo fortemente, potrà non soltanto ribaltare e sconfessare tutti gli equivoci cultural-scientifici del conformismo illuminato e della morale strumentalizzata ai fini di potere, ma che sarà una valida occasione per il movimento mosessuale italiano, libero e gioioso

La reazione della stampa italiana fu immediata: della nascita del Fuori scrisse anche Panorama: una cinquantina di attivisti a Roma, venti a Torino e dieci a Milano – riporta l’articolo – avevano dato vita a “un gruppo eterogeneo e bizzarro, costituito da elementi della sinistra extraparlamentare, intellettuali, studenti, un operaio della Fiat. Sostengono di essere una minoranza oppressa dalla società capitalistica, soffrono di essere chiusi in un ghetto e applicano alla loro condizione l’analisi marxista-leninista“.

Il nome FUORI, come racconta il libro di Andrea Pini Quando eravamo froci. Gli omosessuali nell’Italia della dolce vita (Ed. Il Saggiatore) fu pensato a casa di Fernanda Pivano a Milano nel maggio del 1971. Un imperativo necessario che evoca la necessità del coming out, di integrare la necessità della rivoluzione sessuale con quella politica.

La prima manifestazione pubblica del FUORI romano, nato dal nucleo fondatore dell’Aspis (Associazione studi psicolosociali) si tiene il 1 maggio 1972 a Campo de’ Fiori in concomitanza con alcune rivendicazioni operaie, poche settimane dopo l’evento di Sanremo. L’evento è ricordato anni dopo da Flavia al quotidiano La Repubblica in occasione del Gay Pride del 1999 sempre all’ombra della statua di Giordano Bruno: “Ero qui il primo maggio del 1972, quando si tenne la prima manifestazione di gay a Roma. Allora ci insultavano molto di più. A Campo de’ Fiori perfino i compagni di Potere Operaio ci tirarono dei sacchetti pieni d’ acqua“».

Tra i manifestanti c’è anche Mariasilvia Spolato, fondatrice del FLO (Fronte di Liberazione Omosessuale). Citando Wikipink:

Prese parte alla manifestazione anche Spolato manifestando come lei stessa afferma facendo uno “show personale”: «Ho addobbato una pattumiera a pedale in modo da esprimere l’uscita fuori delle lesbiche dal mondo capitalistico borghese. Aprendola, col premere del pedale, si dice FUORI! Con questa e con alcuni fiori di carta variopinti mi sono recata sul luogo della manifestazione. Sono stata accolta da applausi, fotografata e ho dovuto ripetere la scena ad ogni arrivo di persona amica

Cassa di risonanza dell’associazione era la rivista mensile Fuori!, portata avanti dal gruppo di Torino guidato, tra gli altri, da Angelo Pezzana.

Mariasilvia Spolato alla manifestazione del primo maggio 1972 a Roma

Politicamente il Fuori trovò una sponda nel Partito Radicale, che ne accoglie il manifesto politico e ne integrò le istanze nel suo programma elettorale. L’esperienza della pubblicazione del periodico, così come quella dell’associazione, si concludono nel 1982.

A questo link è possibile consultare online l’archivio online del periodico Fuori! grazie all’archivio della Fondazione Sandro Penna.

Sanremo, cinquant’anni dopo

A cinquant’anni dalla prima manifestazione pubblica in Italia del movimento LGBT+, AGEDO Nazionale e il Coordinamento Liguria Rainbow organizzano un “contro-convegno” con l’obiettivo di rispondere storicamente ai pregiudizi dell’epoca.

Oggi 5 aprile 2022 il Teatro del Casinò di Sanremo ospita esperti del mondo della psicologia, sessuologia, sociologia e dell’attivismo LGBT+ per fare il punto, a partire da quell’evento storico, sull’evoluzione che le diverse discipline scientifiche (sessuologia, psicologia, sociologia e medicina) hanno messo in atto in questi 50 anni, anche grazie al contributo del movimento LGBT+ e per illustrare i cambiamenti sociali e culturali che ancora oggi stiamo attraversando.

Il movimento LGBT+ in Italia conquistò a Sanremo il suo primo momento di visibilità. La celebrazione di tale evento risulta di estrema rilevanza culturale e sociale, poiché si propone di ribadire ciò che, lungo queste cinque decadi di lotte per i diritti civili, è stato riconosciuto a livello scientifico e culturale, ma non ancora adeguatamente integrato dalle istituzioni e dalle agenzie educative e da alcune aree delle società: gli orientamenti sessuali, le identità di genere, i comportanti affettivo-sessuali delle persone LGBT+, sono realtà umane non inferiori, non meno valide di quelle cosiddette etero, normate e conformi, e per questo vanno rispettate e vanno garantite loro pari opportunità e possibilità.

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Marchigiana a Torino. Compro più libri di quanti ne possa leggere.

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