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Shojo VS Shonen, la percezione dell’omosessualità femminile in manga e anime

- 30/05/2021


Ciao a tutti e ben ritrovati sulle righe più geek del BLMagazine. Oggi, diversamente dal solito, ho pensato di proporvi uno spunto di riflessione ed analisi riguardo il mondo dei manga.

Per chi non sapesse cosa significhi il titolo di questo articolo, mi accingo a dire che si tratta semplicemente di generi letterari giapponesi rivolti a un pubblico femminile per quanto riguarda lo shojo e a un pubblico maschile per lo shonen.

Cosa c’entra questo con la comunità LGBT? Come spero molti voi sapranno, ancora oggi in Giappone il tema dell’omosessualità (ma anche della sessualità tout court) è considerato piuttosto tabù nella società. In questo manga, anime e videogiochi assimilano una fervida componente sessuale nell’onirico di autori e sviluppatori che si contrappone a una riservatezza e una timidezza sui temi legati alla sessualità.

Ho preso in esame due opere molto importanti sia di animazione sia cartacee, note anche al grande pubblico italiano, con storie pressoché uguali ma appunto indirizzate ad un pubblico opposto. Parliamo di Bishoujo Senshi Sailor Moon e Cutie Honey.

Cosa hanno in comune queste due serie se non che entrambe le protagoniste sono combattenti dell’amore (rimangono entrambe nude nella trasformazione) e sconfiggono demoni? Si può dire che Sailor Moon sia l’erede di Cutie Honey?

Entrambe, di fatto, presentano una componente omosessuale. Se da un lato le Outer Senshi Haruka e Michiru (Sailor Uranus e Neptune) sono una graziosa coppia lesbo,lo stesso non si può dire nella guerriera nata dalla penna di Go Nagai, dove le compagne di classe della rossa Honey, che tentano in ogni modo di circuire e attanagliare la ragazza, hanno tratti caricaturali gorilleschi, pelose e tarchiate. Delle vere e proprie Alpha malavitose (vedi la capo banda Naoko Sukeban). E che dire celle acide, rachitiche e bruttarelle professoresse Miss Alphone e Miss Pochi dell’istituto privato che Cutie frequenta, sempre intente ad avvicinare la ragazza? (potete recuperare un ulteriore approfondimento qui). Potete recuperare le avventure di Honey su Prime Video in Cutie Honey Universe!

Tutto questo si considera analizzando i rispettivi pubblici di riferimento, in quanto Honey ammicca con malizia ad un pubblico maschile mentre Usagi si rivolge in teoria più ad un pubblico di ragazze. Come mai agli occhi dei maschietti giapponesi e non solo si registra questa abissale differenza di concezione?

Tale ipotesi si consolida analizzando un’altra opera, forse meno famosa ma non per questo non meritevole da vedere, scritta da Ryoko Ikeda (consacrata dal grande pubblico per l’opera VERSAILLES NO BARA, ossia Lady Oscar). Parliamo di  ONISAMAEE, conosciuta in Italia col nome di Caro Fratello.

Caro fratello è un’opera torbida e complessa che tocca temi importanti come suicidi, droga, vendette, violenza fisica e psicologica, malattie ed esplora l’universo femminile ricco di personaggi ben caratterizzati, godibile sia nell’anime che nel manga (seppure con qualche piccola differenza).

La protagonista Nanako, circondata nella sua nuova vita al college Seiran Gakuen da figure femminili come Principe Kaoru, Saint Just, Lady Miya, Mariko e molte altre, arriverà a compiere una profonda introspezione e a gestire dinamiche femminili mai viste né considerate prima.

Anche questo shojo presenta personaggi femminili omosessuali non virilizzati, simili al character design di Shingo Araki per l’anime di BeruBara (i giapponesi abbreviano così Oscar) e per il manga della sensei Ikeda.

Alla luce di tutto questo, non vi sembra che la percezione dell’omosessualità femminile nell’immaginario maschile sia in questo caso discriminatoria?

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