Sbarca il 4 Giugno sulla piattaforma di Prime Video una piccola sorpresa in salsa queer che guarda alla realtà delle dinamiche gay con onestà e senza alcun pregiudizio.
Dopo anni di matrimonio Antonio viene lasciato dal suo compagno, Lorenzo. Senza casa, senza lavoro, senza alcuna prospettiva per il futuro, Antonio deve trovare un posto in un mondo a lui quasi sconosciuto (quello delle chat e del sesso promiscuo). In suo soccorso ci saranno la sua amica Cristina, il suo nuovo coinquilino Denis e l’aitante Luca.
Il primo lungometraggio dei registi Alessandro Guida e Matteo Pilati è certamente una ventata di aria fresca nel panorama del cinema italiano che troppo spesso resta ancorato a certe tematiche. Se pensiamo poi al cinema che desidera (o tenta) fotografare la realtà queer della nostra Italia, di rado riesce a farlo se non confinando i suoi personaggi in commediole al limite del grottesco.
Caso a parte è la filmografia di Ozpetek, ma forse fin troppo compiaciuto di raccontare qualcosa di intimo e strettamente connesso al suo vissuto.
MASCHILE SINGOLARE parte da una situazione comune ai più e a tante pellicole agrodolci (una separazione) e il percorso di rinascita del protagonista.
Diciamolo subito. Non vi sono particolari guizzi narrativi e la regia di Guida e Pilati manca forse di un’impronta che sia originale o “diversa“, ma è la storia e come ci viene presentata che è in qualche modo “rivoluzionaria” nel nostro cinema italiano.
Antonio vive una seconda sessualità fatta di appuntamenti fugaci, mordi e fuggi, di scambi di messaggi finalizzati al solo piacere di una notte o di una manciata di minuti. Eppure le poche scene di sesso non sono mai gratuite e il sesso (anche nelle sue forme più inusuali) non è mai illuminato da una luce giudicante o ripugnante. C’è la semplice realtà di tanti ragazzi (gay, ma non solo o necessariamente gay) che attraverso la sessualità ricercano un contatto, un legame affettivo che faticano a mantenere o rispettare.
Se sul finale la sceneggiatura inciampa su un evento tragico a mio parere non necessario allo sviluppo narrativo, è un errore perdonabile che nulla toglie al resto. Dopotutto MASCHILE SINGOLARE non ha alcuna pretesa se non quella di guardare con sincerità ai legami che si instaurano tra chat e incontri che dovevano durare il tempo di un orgasmo e poi finiscono per evolversi in una colazione e poi in un pranzo e poi in una cena tra amici.
Certamente è da evidenziare la bravura degli attori messi in scena.
Anzitutto non potevano trovare un protagonista migliore di Giancarlo Commare (che i più avranno già notato in SKAM ITALIA o nel PARADISO DELLE SIGNORE su RaiUno). L’attore ha un carisma e una naturale propensione alla recitazione, mostrando tutte quelle sfumature che suggeriscono un mondo interiore che vanno oltre le parole scritte nel copione. Bravo davvero. È certamente lui il cuore di questo film.
Attorno a lui brillano poi tutta una serie di attori che vestono perfettamente i loro personaggi: dal simpatico ed eccentrico Denis, interpretato da un convincente Eduardo Valdarnini (vedi SUBURRA-La Serie) al sensuale e misterioso Gianmarco Saurino (già visto in DOC-Nelle Tue Mani); dalla seriosa e granitica Barbara Chichiarelli, passando per l’altrettanto affascinante e solare Lorenzo Adorni (Thomas) fino alla già conosciuta e amatissima Michela Giraud.
A voler esser bacchettone è proprio il ruolo della Giraud che non è stato sfruttato al meglio. La Giraud sembra interpretare se stessa e il suo personaggio non sempre è ben inserito nella storia. Un’occasione sprecata di mostrare altro dalle tante esilaranti gag che ce l’hanno fatta amare in programmi come CCN o LOL.
Nel tentativo (forse vano) di non spoilerare troppo gli snodi narrativi di questo MASCHILE SINGOLARE (rivelatore è lo stesso titolo, mai così azzeccato) mi piace evidenziare come il protagonista, dopo un lungo periodo tortuoso e goliardico, al momento di fare un grande salto nel vuoto, riconosca se stesso e comprenda come sia forse arrivato il momento di camminare con le sue sole forze e le sue sole regole. Conscio delle proprie potenzialità e di quei sogni di pasticceria che decide di perseguire, egli troverà finalmente non tanto il suo spazio nel mondo, semplicemente la volontà di scegliere di sbagliare per conto proprio.
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