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Ragazzi liberi di scegliere: i “figli della mafia” verso una nuova vita

- 21/06/2021


A Catania ragazzi liberi di scegliere: tolti i figli a dodici mafiosi e trafficanti.

Roberto Di Bella, giudice del Tribunale per i Minorenni, prima a Reggio Calabria e ora a Catania, firma i primi provvedimenti da presidente del tribunale siculo. Dopo aver offerto una nuova vita a ottanta ragazzini durante i suoi anni di lavoro in Calabria, oggi Di Bella è pronto ad offrire la stessa opzione a Catania.

“Un’alternativa è necessaria, i clan reclutano i giovanissimi”, a partire da tutti quei giovani figli di affiliati e vicini ai clan, come nel caso dei dodici provvedimenti di decadenza della responsabilità genitoriale nei confronti di mafiosi e trafficanti di droga vicino alle cosche siciliane, due dei quali coinvolgono figure di spicco di Cosa nostra catanese. 

Offrire un’alternativa a una vita fatta di mafia

man standing in subway

“L’altro giorno, il figlio di un mafioso mi ha detto:” Da questo palazzo sono passati mio padre, i miei zii e i miei fratelli. Io voglio una vita diversa, grazie per avermi portato via.” I ragazzi coinvolti in questo progetto guidato dal giudice Di Bella, di cui avevamo già raccontato negli scorsi mesi, mira a far conoscere tutto quello che esiste al di fuori del mondo chiuso e governato da regole mafiose.

Coloro che vengono allontanati dalle famiglie d’origine sono ragazzi che hanno subito un precoce percorso di adultizzazione, poichè dentro sistemi omertosi, in cui non vi è spazio per la parola e i sentimenti ed è impossibile creare una propria identità.

Una nuova vita anche per le madri

Un esempio eclatante di come questi giovani crescano in un ambiente intriso di illegalità fin dalla nascita è emerso dall’operazione Piombai dei carabinieri catanesi. Le immagini delle telecamere nascoste nella piazza di spaccio dello storico rione San Cristoforo, hanno mostrato madri che spacciavano con i figli in braccio. In un ambiente in cui fare uso e vedere droga fa parte della quotidianità, insieme a tanti altri elementi, come si può pensare che la scala di valori del soggetto coinvolto possa includere principi di legalità?

Se all’interno degli ambienti criminali, aumentano le donne con posizioni di rilievo, all’interno dello stesso mondo, dalla parte diametralmente opposta, iniziano a crescere anche i numeri di coloro che, donne, figlie, sorelle, decidono di intraprendere percorsi d’allontanamento e di giustizia.

Così come accaduto in Calabria, anche a Catania sono arrivate le prime madri, disposte a dissociarsi dalle logiche criminali. Come ha riferito Di Bella, ci hanno manifestato la loro intenzione di rompere con il passato e andare via con i loro figli dalle famiglie di origine. E sulla base di quanto previsto dal protocollo verranno sostenute, per poter iniziare una nuova vita”.

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Marchigiana a Torino. Compro più libri di quanti ne possa leggere.

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