OLD di M. Night Shyamalan è giunto nelle sale italiane il 21 Luglio scorso, anticipato da un trailer accattivante. Peccato che a vederlo si esca dal cinema certi di aver perduto due ore della propria esistenza.
Guy e Prisca si recano coi propri figli, Trent e Maddox, in un resort tropicale. Su consiglio del direttore del resort la famiglia visita una spiaggia isolata vicino a una riserva naturale. Altre famiglie finiranno su quella stessa spiaggia. Ben presto tutti i presenti si accorgeranno che il tempo su quella spiaggia scorra veloce e inesorabile e le vite di tutti loro sono in pericolo.
C’era da aspettarselo. La discontinuità di uno dei registi più amati e detestati in egual misura del cinema contemporaneo è ormai cosa nota. Se negli anni novanta e nei primi duemila M. Night Shyamalan si è imposto all’attenzione di tutti con titoli come IL SESTO SENSO (1999) e UNBREAKABLE (2000) fino ai più recenti successi di critica e di pubblico come THE VISIT (2015) e SPLIT (2016); nel mezzo ci sono titoli che hanno diviso i pareri come THE VILLAGE (2004) o E VENNE IL GIORNO (2008) e altri prontamente stroncati come L’ULTIMO DOMINATORE DELL’ARIA (2010) e AFTER EARTH (2013).
La parabola ascendente sembrava essersi già pericolosamente incrinata con GLASS (2019) e questo OLD ne è la tragica conferma.
OLD è liberamente ispirato alla graphic novel “Castello di sabbia” scritta da Pierre-Oscar Levy e Fredrick Peeters.
Ma l’adattamento di Shyamalan è così privo di ispirazione e perde buona parte della tensione narrativa dell’opera originale.
Anzitutto il film abbonda di spiegazioni che non servono a nulla se non quella di far perdere di interesse dopo i primi 30 minuti. Le dinamiche che si instaurano tra i vari personaggi ci fanno rimpiangere certe soap sudamericane e il cast viene diretto male, per non dire malissimo.
Ed è un vero peccato giacché tra gli interpreti principali abbiamo un bravo Gael Garcia Bernal (vedi Y TU MAMA TAMBIEN, AMORES PERROS e LA MALA EDUCATION di Almodovar) e la meravigliosa rivelazione di Vicky Krieps de IL FILO NASCOSTO di Paul Thomas Anderson, fino alla presenza sempre ambigua di Rufus Sewell (vedi DARK CITY e il più recente THE FATHER) e del giovane Alex Wolff che i più avranno notato nello splendido HEREDITARY di Ari Aster.
Shyamalan cerca di dare una propria cifra stilistica all’opera muovendo avanti e indietro la macchina da presa, proprio come il moto perenne delle onde che vengono a toccare la spiaggia che fa da palcoscenico a questa storia del terrore. Oppure compie grandi evoluzioni rotatorie attorno agli sprovveduti vacanzieri, quasi a ricordarci lo scorrere inesorabile delle ore. Eppure…
Tutto risulta essere così artificioso e macchinoso, a cominciare dai dialoghi e alle reazioni dei vari personaggi messi in scena, che il più delle volte si scade nel ridicolo. C’è qualcosa di interessante o di vagamente inquietante, ma è buttato in un calderone di banalità e assurdità che ne logora il potenziale fin dalle sue fragili, fragilissime fondamenta.
Non c’è spazio per delle riflessioni filosofiche sul senso del nostro vivere o su quello che conta davvero nel tempo che ci resta da condividere coi nostri cari, questo OLD è un film che al pari di un castello di sabbia è destinato a crollare e poi a essere dimenticato.
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