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Nel 2022 già 4 giornalisti uccisi in Messico, dove “uccidere un giornalista è come non uccidere nessuno”

- 08/02/2022


“Vediamo con rabbia e indignazione che i crimini contro i giornalisti nel Paese continuano a rimanere impuniti, uccidere un giornalista in Messico è come non uccidere nessuno”.

Una terra pericolosa

Il Messico è considerato uno degli stati più pericolosi al mondo in cui fare informazione, in cui i giornalisti sono costantemente esposti alle ritorsioni dei cartelli della droga, ma non solo. Anche scrivere di corruzione attira molta attenzione, non la stessa che dovrebbe avere il governo al riguardo.

Solamente nel 2021 sono stati uccisi 9 i giornalisti uccisi, 148 se si contano tutti gli omicidi dal 2000, secondo i dati della Commissione per i diritti umani. Di questi, 47 sono stati registrati durante il precedente mandato del presidente Enrique Peña Nieto e 28 nell’attuale di Andrés Manuel López Obrador.

Dall’inizio del 2022 ad oggi, sono già stati uccisi quattro giornalisti: Lourdes Maldonado, José Luis Gamboa Arenas, Margarito Martinez Esquivel e Roberto Toledo, tutti minacciati per le loro denunce contro la corruzione.

Essere una giornalista in Messico

La situazione peggiora se la penna è di una donna. Da anni, l’associazione CIMAC si occupa di documentare le aggressioni e gli attacchi contro le giornaliste nell’esercizio del loro lavoro, oltre a rafforza l’articolazione e la comunicazione della Rete Nazionale dei Giornalisti e della Rete Internazionale dei Giornalisti con una Prospettiva di Genere.

Nell’ultimo report pubblicato dall’associazione si legge che nel corso del 2021, ogni 38 ore, una giornalista o comunicatrice ha subito una violenza: dalla psicologica, circa l’80% dei casi documentati, alla fisica, 27%, passando per la violenza economica, fino ad arrivare a quella sessuale, che ha colpita il 4% delle operatrici del mondo della comunicazione messicana. In tutto l’anno, sono state registrate più di 220 aggressioni.

“Vediamo con rabbia e indignazione che i crimini contro i giornalisti nel Paese continuano a rimanere impuniti, uccidere un giornalista in Messico è come non uccidere nessuno”.

Il 25 gennaio 2022, in 40 piazze del paese, decine di giornalisti si sono ritrovati per manifestare, denunciare e chiedere giustizia per tutti i colleghi uccisi. Le proteste nelle piazze sono state condivise anche in rete, attraverso gli hashtag #NiSilencioNiOlvido, #NoSeMataLaVerdad, #SinMasPeriodistasEnSusListas e #PeriodismoEnRiesgo, per sottolineare il ruolo che i giornalisti svolgono nella costruzione di un Paese democratico.

Il sostegno è arrivato anche dalla Delegazione dell’Unione Europea, che ha espresso preoccupazione per i mancati risultati nelle indagini aperte per i vari omicidi di giornalisti nel paese. L’organizzazione internazionale ha chiesto alle autorità messicane di rispondere a questa crisi, iniziando a proteggere efficacemente i giornalisti.

In attesa di giustizia e maggiore protezione, è attiva su Change.org una petizione. Come si legge anche nel testo, “è importante garantire la libertà di espressione e l’accesso all’informazione, che è un bene pubblico, anche se i governi ci vedono come nemici dello Stato”.

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Marchigiana a Torino. Compro più libri di quanti ne possa leggere.

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