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Sex Positivity, Sex Wellness e Sex Toys: parliamone con Yspot.

- 19/12/2022


Torno su questa rubrica più carica che mai, e inizio con una delle tematiche che amo approfondire di più in assoluto ovvero la sex positivity, tematica che vale la pena di trattare soprattutto in questo periodo non proprio roseo per le libertà individuali, insieme ad un’azienda di sex toys (e non solo) che vale la pena iniziare a conoscere, ovvero Yspot, con cui ho fatto una bella chiacchierata.

Una delle tematiche più discusse in questo momento politico, a causa di un governo più a destra che mai, sono i diritti delle donne e del corpo delle stesse, utilizzate troppe volte come oggetto per battaglie politiche e quasi mai come soggetto determinante e determinato al raggiungimento della libertà di scelta.

Ecco perché credo che sia fondamentale parlare di sessualità, ma soprattutto della sex positivity, ovvero quel movimento che tratta del sesso, nella maniera, per l’appunto, più positiva del termine, andando a sviscerarne i benefici al fine di vivere appieno la propria sessualità. È, infatti, usato per descrivere un atteggiamento aperto e privo di giudizio nei confronti del sesso e di tutti gli orientamenti sessuali.

Uno dei dogmi più importanti per un sex positive è che “il sesso possa essere usato per il piacere e non solo per la procreazione“, come sottolinea Robert Thomas, sessuologo e co-fondatore di Sextopedia.

Possiamo quindi dire che ci sono degli assunti fondamentali di questa filosofia nata nel periodo del “free love” degli anni 60, e i principali sono i seguenti, una lista di “doveri” che bisogna seguire per portare avanti in maniera sana le istanze di questo movimento:

  1. IL CONSENSO.

    Scrissi un articolo intero sul consenso dopo la campagna di Amnesty International. Il consenso è uno dei doveri che si assumono non solo per seguire la sex positivity, ma proprio per avere una vita sessuale sana e rispettosa. Il consenso, alla base per contrastare ogni violenza di genere, è in realtà. molto semplice da delineare (solo sì è un sì!) ma al contempo di difficile definizione, anche a livello legislativo. Molto spesso le persone pensano che il consenso ci sia anche quando c’è l’assenza del “no” e non c’è nulla di più sbagliato di questo. Bisogna iniziare a comprendere che il silenzio non significa si, un bel vestito o un completino intimo non significa si, “non sono sicur*” non è un sì. Il sì c’è solo quando la persona acconsente in maniera chiara. Nel dubbio bisogna sempre chiedere. Se si è ancora in dubbio, meglio fermarsi.
  2. RISPETTO VERSO GLI ORIENTAMENTI SESSUALI

    Scontato, vero? Però va ribadito: non conta che tu sia etero, gay, lesbica, pansessuale o asessuale. Il movimento della sex positivity lotta per la parità dei diritti di tutte gli orientamenti sessuali, per consentire a tutte le persone di amare (e fare sesso) con chi si vuole e quando si vuole, nel pieno rispetto del prossimo.
  3. USARE PROTEZIONI.

    Ebbene sì, fare sesso sicuro è uno dei doveri della sex positivity (e non solo)! Usare le protezioni non solo come anticoncezionale, ma anche e soprattutto per non contrarre malattie sessualmente trasmissibili, un tema tabù ormai da sempre ma di cui vanno divulgate le azioni di prevenzione.
  4. IL RISPETTO PER I E LE SEX WORKERS.

    Uno dei temi più divisivi del femminismo è la questione sex workers, ovvero della libertà delle persone di lavorare nel mondo sesso, in maniera del tutto consensuale e consapevole. La sex positivity aborra infatti ogni forma di sfruttamento, quindi, sostiene la libera scelta e l’autodeterminazione delle sex workers.
  5. PARITA’ E ABBATTIMENTO DEGLI STEREOTIPI DI GENERE.

    Oltre alla lotta per la parità sociale economica e politica tra tutti i generi, e quindi la lotta femminista che rientra totalmente nel movimento, nella sex positivity c’è un concetto basilare che va affrontato, oltre alla piena libertà di scegliere i/le propri/e partner: la libertà della donna (soprattutto!) di provare piacere sessuale senza essere additata come oscena o tr*ia. È purtroppo uno stereotipo tossico quello che costringe la donna e non mostrare la sua sessualità e di pensare solo al lavoro di cura, ma la sex positivity combatte questo luogo comune, donando massima libertà al genere femminile (e non solo).
  6. PARLARE LIBERAMENTE DI SESSO SENZA GIUDIZIO.

    Bisogna parlare di sesso senza vergogna o giudizio nei confronti di sé stessi o degli altri. “La positività sessuale vede il sesso come una delle cose migliori che possano capitare nella vita e non lo demonizza in alcun modo, né cerca di far sentire qualcuno in colpa per i propri impulsi e desideri, qualsiasi essi siano” come sottolinea Alex Miller, sessuologo di Orchid Toys. “Una persona sex positive non giudica mai (ma proprio mai) gli altri per i loro desideri o fetish sessuali, mantenendo invece una mente assolutamente aperta“.
    Finché non classifichi le altre persone per le loro inclinazioni e pratiche tra adulti consenzienti, allora sei sex positive“. Puoi esserlo anche se sei vergine, specifica O’Reilly: basta che tu riconosca che la sessualità si evolve e si esprime su un ampio spettro
  7. L’IMPORTANZA DELLA SCOPERTA DI SÉ.

    Altro assunto molto importante per il movimento della sex positivity è proprio quello della scoperta di sé stessi e sé stesse, senza alcuna remora: abbattuti gli stereotipi e gli stigmi sociali, il movimento di batte per una piena libertà di espressione della propria sessualità, sia per gli uomini, che per le donne sia per le persone non binarie. Ti intriga il BDSM (ti consiglio il mio articolo a riguardo)? Sentiti liber* di farlo. Se un uomo etero ma sei curioso di provare il sesso anale? Nessun* ti può e deve giudicare. Vuoi cimentarti nel mondo dei sex toys? Fallo, a patto però che siano di buona qualità e possibilmente ecosostenibili, come quelli dell’azienda YSPOT, che mette un accento particolare sul benessere della sessualità, soprattutto femminile.

Yspot, non solo un’azienda di sex toys!

Yspot, non è solo un’azienda di sex toys, ma molto di più: è una fonte di divulgazione sulla sex positivity, con un accento particolare sul piacere femminile. Basta dare uno sguardo alla loro pagina Instagram o al loro sito per capire quanto il loro progetto è molto di più di un semplice ecommerce di giocattoli erotici, ma un canale di informazione sul movimento, utilizzando un design dei prodotti (e non solo) raffinato e curato, presentando una nuova immagine del piacere individuale che, su certi aspetti, era in passato diventata obsoleta.

Quello che cercano di fare è discorso di empowerment quanto di normalizzazione: “vogliamo portare i sex toys in primo piano, fuori dal cassetto. Per quello la nostra offerta iniziale si costruisce intorno a oggetti di self-pleasure 2.0, belli nelle linee ma soprattutto studiati per regalare sensazioni forti. Dall’ergonomia alle varie tipologie di stimolazione, tutto è stato selezionato per massimizzare il piacere. Ogni prodotto si concentra su zone specifiche per permettere a ciascun* di provare piacere e accedere all’orgasmo (o no) come l’intende. I nostri toys usano materiali sicuri e certificati studiati per adattarsi perfettamente al corpo di tutt*.”

Yspot inoltre propone non solo una serie di sex toys, veri e propri oggetti di design, ma anche e soprattutto tutta una serie di prodotti collaterali per il benessere della donna: saponi intimi delicati e vegan, con prodotti bio e certificati, gel detergenti e oli idratanti per la nostra felicità intima, integratori per prevenire infezioni vaginali e per equilibrare la flora vaginale, e anche qualche simpatico gadget.

Alla domanda “Perché creare un sito di ecommerce del genere?” loro rispondono così:
Crediamo che non ci sia benessere senza benessere sessuale. Per troppo tempo le questioni legate al piacere, all’autoerotismo e alla salute intima si sono iscritte in un parametro di segreto e vergogna. Questo approccio va cambiato, in adeguazione con le dinamiche attuali che stanno aggiornando il nostro sguardo sull’identità, i sentimenti, il sesso e il piacere. Per quello Yspot propone una visione diversa del self-pleasure, con la missione di dare a tutt* gli strumenti per esplorare il proprio corpo e le proprie sensazioni. Senza giudizio, senza vergogna.

UNA CHIACCHIERATA CON YSPOT

Ho fatto una piccola chiacchierata con una ragazza del team, Aurelie, raccontandomi qualcosina in più di questa azienda.

  1. Come nasce questo progetto?

Il progetto nasce da esperienze personali deludenti e non allineate con i nostri valori personali e quello che ci sembrava fosse l’evoluzione del rapporto alla masturbazione e al piacere. Non è un caso che il progetto sia nato in Italia: qui, come in altri paesi europei ma forse un pochino di più, la sfera sessuale è ancora piena di tabù, luoghi comuni e vergogne, in gran parte a discapito delle donne 

2. Qual era il vostro obiettivo? 

La missione iniziale era quella di normalizzare la masturbazione e di dare a tutt* gli strumenti giusti ma anche il perimetro necessario all’esplorazione del proprio piacere. La risposta del mercato è stata molto sodisfacente, sia per i feedback ricevuti che per il modo in cui il brand è riuscito ad arrivare a first-time buyers, introducendo un sano approccio alla masturbazione e in generale alla sessualità nella vita di chi non ci si era mai approcciato. Da quel punto di partenza, abbiamo poi cercato di costruire un brand completo e coerente intorno al concetto di benessere sessuale e intimo, in quanto ci sembrava una visione globale ancora poco diffusa in Italia e in Europa. 

3. Cosa vi differenzia rispetto ad altre aziende di sex toys?

Ci sono diversi brand che propongono vibratori dal design curato, alcuni con price point molto più alti, e hanno sicuramente partecipato al rendere gli oggetti di piacere desiderabili. Però noi di Yspot crediamo che, oltre alla componente estetica, sia fondamentale dare visibilità alla realtà di come viviamo la nostra sessualità oggi e promuovere valori che non siano strategie di marketing ma convinzioni personali. Il progetto Yspot, più di un semplice brand di vibratori, è un modo di essere parte di un cambiamento, quello del benessere sessuale che diventa benessere. Il nostro obiettivo non è quello di produrre dei “game-changers”, piuttosto quello di promuovere un nuovo ambiente più coerente con le esigenze delle nuove generazioni di cui, per poco, facciamo ancora parte.

4. Cos’è per voi la salute e il benessere sessuale?

Non siamo medici o professionisti della salute e abbiamo quindi un approccio molto semplice di queste tematiche. Vogliamo offrire degli strumenti e prodotti di qualità per permettere a ogni persona di vivere la propria intimità, e di conseguenza il proprio piacere, nelle miglior condizioni. Oltre al collaborare con esperti del settore, significa anche creare spazi dove si parlano di realtà molto comuni ma ancora troppo poco discusse, che si tratti di igiene intima o di fastidi come cistite o candida. Il benessere sessuale è quindi uno stato che deriva dalla salute e dal piacere, che sono concetti fortemente legati, il tutto vissuto con libertà mentale e consapevolezza. 

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Classe 1990, Pescarese di adozione. Attivista transfemminista e co-fondatrice del Collettivo Zona Fucsia, si occupa da sempre di divulgazione femminista. È speaker radiofonica e autrice in Radio Città Pescara del circuito di Radio Popolare con il suo talk sulla politica e attualità "Stand Up! Voci di resistenza". Collabora nella Redazione Abruzzo di Pressenza. È infine libraia presso la libreria indipendente Primo Moroni di Pescara e operatrice socio-culturale di Arci.

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