864 views 5 min 0 Comment

Il Gioco come strumento educativo per bambinə e adultə. Intervista a Thalia Taioli.


Oggi ci occuperemo di un argomento molto interessante (quanto orgogliosamente nerd): i giochi di società. Lo faremo dando voce a chi si impegna, non solo a giocare, ma a far diventare i giochi veri e propri strumenti pedagogici per bambinə e adultə: Thalia Taioli.

Elegantissima, puntuale e rigorosa si è lasciata intervistare e vi anticipiamo che nei prossimi mesi, Taioli, si occuperà di una rubrica ad hoc sul tema giochi proprio per la nostra testata.

Thalia Taioli durante il congresso “Pinknetwork” tenutosi presso la Villa Reale di Monza il 19 novembre 2022

Raccontaci un po’ la tua storia…

Mi chiamo Thalia Taioli, ho 34 anni e sono una donna transgender, ho avuto a 18 anni una diagnosi
di Sindrome di Asperger (Autismo lv1 nel DSM-V). Mi sono diplomata in Agraria a Limbiate.
Leggo e fumetti da quando ero bambina e gioco da tavolo e di ruolo abbastanza stabilmente da più o
meno 15 anni.

Esattamente di cosa ti occupi?

Attualmente sono speaker radiofonica su BM Radio a Seregno con la rubrica “I giochi di Thalia” in
cui mi occupo di spiegare in radio uno o più titoli di giochi da tavolo per puntata, come conduttrice
su Torino web tv all’interno del programma “Il cassetto dello gnomo” che a breve si modificherà
sempre sulla stessa piattaforma e collaboro anche con varie realtà ludiche come Playlife Academy
che si occupa di utilizzare il gioco da tavolo come strumento didattico e il progetto Black hole and
Star (BlaSt)
che si occupa invece di divulgare l’accessibilità nel gioco di ruolo creandone di nuovi o
adattandole di esistenti.


Sappiamo che organizzi spesso degli eventi gioco dove le persone si incontrano fisicamente,
raccontaci di più…

Io credo che il gioco sia anche un motore aggregativo molto potente che può abbattere barriere
generazionali e creare condivisione in senso più ampio. Per questo insieme all’associazione Brianza
Oltre l’Arcobaleno (BOA)
che mi sta supportando in questi progetto sto creando una volta al mese,
quando possibile, un evento ludico domenicale aperto a tutte le persone interessate. Il mio obiettivo
un giorno sarebbe quello di poter creare un evento ludico con caratteristiche di un Pride. Al
momento sembra un obiettivo lontano, ma sognare costa poco.


L’educatore Sir Robert Baden Powell affermava «tutto col gioco, niente per gioco», secondo te
quali sono le potenzialità dei giochi di gruppo?

Sicuramente riuscire a insegnare il rispetto per ogni persona, riuscire a far rispettare il turno e anche
insegnare a collaborare. Esistono molti giochi interessanti dove tutte le persone che sono al tavolo
devono combattere contro il gioco e vengono appunto chiamati giochi collaborativi
.


Cosa pensi dei giochi di ruolo on line?

Alt, qui bisogna sgombrare il campo da cattive interpretazioni. Come giochi di ruolo on-line anche
i MOBA (acronimo di Multiplayer Online Battle Arena) ovvero “combattimenti multigiocatore in
arena virtuale” come League of Legends oppure i MMORPG (acronimo di Massively Multiplayer
Online Role-Playing Game, letteralmente “gioco di ruolo multigiocatore in rete di massa” come il
famoso World of Warcraft. Dal mio punto di vista entrambe queste categorie con il gioco di ruolo
c’entrano poco, anche se il secondo ne porta il nome. Il gioco di ruolo dal mio punto di vista è dove
interpreti fisicamente un personaggio utilizzando tecniche teatrali che possono essere interpretative,
oppure anche solo di scrittura nel caso di Gdr via chat. L’obiettivo del gioco è quello di portare
avanti una storia fino alla sua naturale conclusione che più o meno consciamente i giocatori avranno creato sessione dopo sessione. Esistono anche “campagne” che giungono a naturale conclusione in
una sola sessione e vengono chiamate “One shot”


Quali sono le potenzialità pedagogiche dei giochi in scatola/ ruolo?
Dal mio punto di vista più efficaci di come la scuola pubblica sta portando avanti i suoi metodi di
insegnamento che portano a una grande dispersione scolastica e provocano senso di frustrazione e
fallimento e rinuncia. Sono pienamente convinta che “Ludendo docere” ovvero “Insegnare
giocando” sia il segreto per debellare queste piaghe sociali
.


Il gioco può essere uno strumento educativo anche in età adulta?

Assolutamente si e può anche essere il leitmotiv per riuscire a credere di più in se e nelle proprie
capacità anche quando tutto è perduto, nelle Marche per esempio conosco un progetto portato avanti
da “Palestra di giochi” che porta avanti tra le altre cose un progetto di integrazione di migranti
attraverso il gioco da tavolo con successo.

<hr>Condividi:
- Published posts: 533

Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

Twitter
Facebook