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La maestra di Oristano non è stata sospesa per l’Ave Maria ma per molteplici segnalazioni.


(Oristano) Si fa presto a gridare alla persecuzione. Nei giorni scorsi il caso della sospensione della docente

Marisa Francescangeli, 58 anni, maestra di Nuoro che insegna nella scuola primaria di San Vero Milis, in provincia di Oristano, dove segue tre diverse classi, una quarta e due terze, pare fosse stata sospesa per aver fatto recitare in una di queste terze un’Ave Maria.

Si è sollevato un caso nazionale. La narrazione mediatica ha fatto in modo di creare una sorta di “martire”. Addirittura il Presidente della Regione Sardegna, Solinas, aveva rilasciato dichiarazioni di sdegno. Ma le cose sono realmente andate così? In Italia, nel 2023, si può essere sospesi per aver fatto recitare una preghiera cattolica?

Ovviamente no.

Infatti ci siamo presi la briga di contattare alcuni genitori della scuola primaria di San Vero Milis.

Da tempo avevamo segnalato delle stranezze che avevano turbato i nostri figli” ha dichiarato una madre che vuole rimanere anonima “Una volta ha terrorizzato le alunne e gli alunni facendo vedere video di eruzioni vulcaniche spiegando loro che era opera di Dio contro la malvagità umana... e stavano facendo scienze… ha capito? Scienze!

Un padre invece ci descrive l’attività discutibile a cui ha assistito la classe. “La maestra ha messo in fila i bambini e li ha unti in fronte millantando poteri miracolosi dell’olio datole nel santuario bosniaco di Medjugorie” e continua “La maggior parte delle famiglie sono cristiane, ma i racconti dei bambini ci hanno scosso molto ed abbiamo ovviamente chiesto spiegazioni al Dirigente Scolastico. Di questa situazione tutti ne erano a conoscenza. Mi da fastidio che questa cosa della sospensione sia stata raccontata come effetto di un singolo evento… neanche quello più disturbante… noi genitori ci siamo chiesti, ovviamente, se tutto questo fosse tollerabile dai bambini così piccoli

Ovviamente la notizia era parziale, faziosa e probabilmente pilotata. Infatti non è tardata la comunicazione ufficiale dell’Ufficio scolastico della Regione Sardegna. Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani inserisce elementi preziosi a una narrazione dove sinora è emersa solo la verità della maestra e non le motivazioni ufficiali della sospensione. «Non si è trattato di un provvedimento dettato da “furia iconoclasta” come l’ha definito il presidente Solinas – sottolinea all’Adnkronos – ma di un iter garantista seguito dall’organo collegiale di competenza: Non è stata un’Ave Maria in classe». Taglia corto Feliziani e prosegue «Il dirigente scolastico – spiega il direttore generale dell’Usr – trasmette le presunte violazioni all’Ufficio scolastico provinciale. In base alla cosiddetta Legge Brunetta del 2009, chi non esercita un’azione disciplinare che ha l’obbligo di portare avanti, diventa passibile a sua volta di azione disciplinare. Alla fine del procedimento l’Ufficio provvedimenti disciplinari verifica se ci siano state violazioni e le inquadra nel regolamento con le relative pene. È un procedimento garantista».

E poi conclude: «Rispetto le posizioni di tutti e capisco, per come sia stata data la notizia all’origine, che essa possa essere stata fraintesa in buona fede da di chi l’ha letta in un certo modo – ha chiarito -. Ma ci tengo a ribadire che l’azione dell’ufficio è improntata a canoni di correttezza amministrativa, senza nessuna finalità ideologica come quelle che ci hanno imputato».

Insomma, la stampa ha dato in pasto ai lettori una storia complessa narrandone solo una minima parte per creare click bait.

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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