Oggi, 25 Aprile, è una delle giornate più belle della storia italiana: ovvero l’Anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo. Una data preziosa che va ricordata ogni anno, e forse ogni anno sempre di più. L’associazione che più di tutte si occupa nel celebrarla in Italia è, tra altre, L’ANPI, ovvero l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che, con i suoi oltre 120.000 iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese.
Nonostante la sua longevità (è nata nel 1946) oggi l’ANPI è ancora in prima linea nella custodia e nell’attuazione dei valori della Costituzione, quindi della democrazia, e nella promozione della memoria di quella grande stagione di conquista della libertà che fu la Resistenza.
Per parlarne meglio ho scambiato due parole con Cecilia Di Paolo, una delle più giovani presidenti di sezione in Italia, che ci ha raccontato qualcosa in più di questa incredibile realtà antifascista con una storia alle spalle, fondamentale per il nostro Paese.
1. Cecilia, presentati e raccontaci meglio qual è il tuo ruolo all’interno dell’Anpi.
Sono Cecilia Di Paolo, ho 40 anni e lavoro da 17 anni nella Biblioteca Comunale di Casoli (CH). Nell’ANPI sono Presidente della sezione “Domenico Troilo” di Gessopalena e membro del Comitato Provinciale di Chieti. Faccio parte di questa associazione dal 2006, da quando la modifica statutaria ha consentito ai non combattenti di iscriversi. Attualmente gli iscritti sono oltre 130.000 e sono cittadini democratici e antifascisti che come me si riconoscono nei valori della Costituzione nata dalla Resistenza e si impegnano a continuarne il cammino con quella che è la più grande organizzazione antifascista d’Italia.
2. L’ANPI ha come obiettivo quello di preservare la memoria di tutto quello che è accaduto nella dittatura fascista e nello specifico durante la Seconda guerra mondiale e nella guerra di Resistenza.
Più che preservare, l’ANPI si preoccupa di far conoscere la storia, tutte le voci della storia, senza ignorare quelle che sono state le premesse e i meccanismi che furono, e che ancora sono, alla base delle derive autoritarie. Quindi il senso e la missione della nostra associazione non sono solo di custodire la memoria della Resistenza, ma soprattutto di tenere sempre presente il ruolo storico svolto dalla lotta partigiana, elemento fondante della Repubblica, della Costituzione e dell’Unione Europea difendendolo dal vilipendio e dal revisionismo in quanto patrimonio essenziale della memoria del nostro Paese.
3. Cosa significa questa associazione per te? E come mai una persona così giovane si è iscritta ed è
poi diventata presidente della propria sezione?
Prima di potermi iscrivere all’ANPI, facevo già parte dell’Associazione Nazionale ex Combattenti “Gruppo Patrioti della Maiella” e partecipavo agli incontri con i “Maiellini”. Poi, a Gessopalena, i patrioti erano molto presenti nella vita del paese e Domenico Troilo, il vicecomandante della Brigata Maiella, era anche molto vicino alla mia famiglia. Quindi il fatto di frequentare da sempre i partigiani ha molto contribuito alla mia formazione. Inoltre, nella mia famiglia si è sempre parlato di lotta resistenziale poiché mio nonno è stato uno dei tanti militari italiani che dopo l’8 settembre 1943 si trovava nei Balcani e che scelse di non consegnarsi ai tedeschi ma di unirsi ai partigiani del Montenegro.
3. Qualche giorno fa è morto il partigiano pescarese Nicola Cappellucci, e con lui tantissime altre testimonianze dirette si stanno spegnendo. Come si sta muovendo l’ANPI per mantenere viva la memoria? E come può avvenire un “passaggio di consegna” nella custodia della memoria?
Le voci dei partigiani sono sempre meno, è triste ma inevitabile che sia così. È chiaro che senza di loro è diverso, lo stiamo già vedendo. L’ANPI dal 2006 si è aperta alla società civile perché per ragioni anagrafiche i partigiani sono venuti a mancare e lo spirito delle loro azioni non poteva finire con loro. La preoccupazione del vicecomandante Domenico Troilo era proprio questa, che “dopo di loro” si continuasse a mantenere la verità storica della Resistenza, senza cadere nella retorica e soprattutto nel revisionismo.
Il passaggio di consegne, se le cose funzionano, soprattutto se si lavora in sinergia con la scuola, avviene in maniera del tutto naturale. Sono convinta che i valori della Resistenza una volta acquisiti diventino parte del bagaglio culturale, come è successo a me. Naturalmente in un paese “normale” il 25 aprile dovrebbe essere patrimonio essenziale di tutti, poiché gli elementi fondanti della nostra democrazia vengono dalla guerra di Liberazione.
4. Cosa farà l’ANPI di Gessopalena per il 25 Aprile?
Il 25 aprile l’appuntamento, come ogni anno, è al Sacrario della Brigata Maiella a Taranta Peligna per la manifestazione organizzata dall’Associazione Nazionale ex Combattenti “Gruppo Patrioti della Maiella” con i rappresentanti delle istituzioni, i ragazzi dell’Istituto scolastico “A. Marino” di Casoli e il mondo sindacale che è sempre ampiamente rappresentato poiché, come recita la nostra Costituzione, la Repubblica italiana è fondata sul lavoro.
5. Prossime iniziative.
Insieme all’associazione lancianese “Okay”, il 21 maggio parteciperemo ad una passeggiata storica su un sentiero da Gessopalena a Torricella Peligna. Ci fermeremo a Sant’Agata, luogo di un eccidio nazista che il 21 gennaio 1944 costò la vita a 42 civili inermi. Purtroppo, la nostra è stata terra di stragi, di vessazioni, di distruzione. Se dalle nostre parti la Resistenza fu un vero e proprio moto di popolo, non è un caso!
Poi, nel prossimo luglio siamo stati invitati dall’associazione scout CNGEI ad un campo nazionale in provincia di Viterbo. Ci saranno 2000 ragazzi da tutta Italia e dall’estero ed anche a loro racconteremo di quelle che furono la vita e le scelte dei ragazzi degli anni ’40, racconteremo della Resistenza e della nostra Brigata Maiella.