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Interruzione Volontaria di Patriarcato

- 07/05/2023


“Oggi ad Ancona siamo statə marea transfemminista, per l’aborto libero, sicuro e gratuito per tuttə! Ci mancano le parole, proviamo a trasmettervi tutta l’energia e la potenza con le prime foto!”

Recita così il primo post di NUDM Transterritoriale Marche a seguito della manifestazione nazionale tenutasi ieri pomeriggio ad Ancona.

Una manifestazione che nasce sull’onda della sempre più crescente obiettività di coscienza nella regione Marche, che ha reso sempre più difficoltoso l’accesso all’aborto e alla giusta applicazione della legge 194.

«Per aggirare la legge 194/78, non è solo l’obiezione garantita negli articoli di legge, ma le manovre finanziarie varate dal governo in questi anni dal DEF (Documento Economia e Finanza): già col precedente governo Draghi, nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) si prevedeva il capitolo di spesa per il sostegno alla famiglia e alla natalità, ripreso dall’attuale governo di destra che, nell’attuale manovra finanziaria con delega fiscale, ha come carattere principale il criterio familiare incentrato sugli aiuti alle donne per sostenere la gravidanza e dissuaderle all’aborto. Nel passaggio del documento dell’attuale DEF vi è un chiaro riferimento agli organi competenti per incentivare le nascite: i consultori saranno al centro per il sostegno alla natalità, già prevista dalla legge, e il sostegno economico del governo sarà devoluto alle associazioni che creano i cosiddetti “centri per la vita” che sono in mano ai Pro-Vita anti-abortisti.»

Queste le parole degli organizzatori da noi intervistati, che ci spiegano tutta la rabbia accumulata in questi anni, dovuta alla difficoltà di aiutare donne che richiedevano il loro giusto diritto all’aborto e che se lo vedevano continuamente negato e che dovevano affrontare lunghi spostamenti a proprio carico, per poter ottenere aiuto al di fuori della propria regione. Questo aiuto viene dato solo da collettivi come NUDM Transterritoriale Marche e altri collettivi indipendenti (pochissimi) sparsi per la regione, che, a loro spese personali, fanno accompagnamento a queste donne al di fuori del proprio territorio, perché vengano sostenute e portare in luoghi sicuri dove possano davvero ottenere l’aiuto desiderato.

«Oltretutto, abbiamo accompagnato anche ragazzi trans ad abortire. Registriamo di essere l’unica realtà sul territorio italiano ad aver effettuato questo tipo di servizio sin d’ora.» rivendicano le attiviste di NUDM Transterritoriale Marche con orgoglio.

L’attivista Marte Manca, uno degli organizzatori della manifestazione, apre il corteo spiegando, però, che questa manifestazione ha uno scopo ancora più alto: quello di lottare per i diritti e la salute di tutti.

«Non è solo una manifestazione per l’aborto, ma una manifestazione per avere accesso alla salute per tutti. Non esistono nostri territori, ma esiste una Terra sola, unica, di tutti. Dobbiamo avere la possibilità di respirare: Ancona è una delle città più inquinate. L’Italia è vittima di una politica che, non solo vuole decidere sui nostri corpi, ma anche su quello che respiriamo. Chiediamo un’altra sanità: che non sia privata e che non sia legata a convenzioni. Vogliamo che le persone trans possano essere riconosciute: siamo stanche di respirare questa aria mortifera di transfobia. Non siamo persone fluide, ma persone in carne e ossa che hanno bisogno di riconoscibilità anche all’interno della sanità. Siamo contro tutti i tipi di confini.»

A meno di 72 ore dalla manifestazione, le attiviste di NUDM Transterritoriale Marche ci dicono di aver anche ricevuto comunicazione di segnalazione alle autorità per la loro interruzione a Loreto durante il convegno contro l’aborto tenuto dai Pro-Vita:

«Eravamo coscienti delle possibili ripercussioni, quindi eravamo anche già tutte disposte ad assumerci la responsabilità personale di quanto stiamo facendo contro chi vuole abusare dei nostri corpi. Per questo esposto, infatti, uno dei nostri ha dichiarato di essere il responsabile. La denuncia ci è arrivata dalla Chiesa che ci accusa, a suo dire, di eresia. Ci sembra tutto ovviamente comico e surreale. Sapevamo che essere a Loreto dentro quel convegno voleva dire entrare nel cuore della Chiesa Cattolica. E loro sono usciti allo scoperto proprio con questo esposto assurdo. Sono mesi, se non anni, che sopportiamo e resistiamo alle continue pressioni, ma il nostro motto resta sempre “né la Chiesa, né lo Stato, né padroni!” Siamo il grido altissimo e feroce di una grande fetta di popolazione che è stanca di soprusi e di dittature sulle nostre vite, sui nostri corpi, sulla nostra salute fisica e mentale.»

«Abbiamo subìto una grossissima caccia alle streghe: ad esempio, al termine delle nostre azioni itineranti per Macerata, una volante ci segue e inchioda davanti a noi mentre camminiamo tranquillamente. Ci prendono di petto, con tono muscolare, per lo striscione che ci siamo portate per tutto il nostro tour, il cui contenuto rivendica la scelta della genitorialità e il diritto all’aborto. La caccia alle femministe è iniziata da quando abbiamo lanciato la manifestazione ad Ancona, semplicemente perché stiamo chiedendo a gran voce il diritto di abortire denunciando ciò che la regione sta facendo: negare il diritto alla salute delle persone gestanti, non solo donne cis-gender. Da 5 anni a questa parte non ci siamo mai fermate, soprattutto davanti alla palese dimostrazione che la libertà di parola in questa regione, ma anche nel resto del paese, visto l’attuale governo, ha due pesi e due misure: i no choice possono tranquillamente portare avanti la loro narrazione discriminatoria e fascista, mentre noi veniamo segnalate per un banalissimo striscione. Abbiamo comunque portato avanti, come sempre, le nostre rivendicazioni e azioni in tour per le Marche. Sapevamo sin dall’inizio che portare una manifestazione nazionale sull’aborto non sarebbe stato facile, così come non lo è stato in questi anni portare le persone ad abortire in sicurezza. Abbiamo sfidato i confini, le distanze e le restrizioni durante i lockdown. Ci siamo abituate a guadagnarci ogni centimetro lottando e continueremo a farlo. Ieri abbiamo dimostrato che c’è una marea di persone che vogliono aborto libero, sicuro e gratuito. Ma non solo: vogliono vedere i propri diritti di salute fisica e mentale garantiti, come da Costituzione. Che questa manifestazione non venga confusa come un traguardo: è solo l’inizio di una rivoluzione contro l’oppressione fascista che sta sempre più palesemente prendendo piede in uno Stato che si dichiara laico e democratico.»

La manifestazione di ieri ha avuto, effettivamente, un grosso seguito: in piazza c’erano collettivi e associazioni transfemministi, ambientalisti, animalisti e sindacati. Tutti pronti a rivendicare i diritti fondamentali dell’uomo, sull’antispecismo e sull’ambientale.

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