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Unitə contro la violenza di Stato

- 14/05/2023


Al grido “Le nostre vite valgono. Unitə contro la violenza di Stato”, come realtà che attraversano o si sono avvicinate al percorso di Stati Genderali invitiamo tuttə a scendere in piazza il 20 maggio a Bologna. Noi non siamo l’arma di distrazione di massa di questo governo. Le nostre comunità non stanno inseguendo l’agenda politica del governo: è l’agenda politica del governo che sta inseguendo noi, e non per caso.
Siamo noi, la vita.
Siamo i movimenti ambientalisti che pretendono la cessazione immediata delle attività inquinanti.
Siamo i movimenti transfemministi ed LGBTQIA+ che tessono relazioni e rivendicano autodeterminazione
Siamo i movimenti antirazzisti che abbattono le frontiere interne ed esterne agli stati
Siamo le mobilitazioni sindacali che pretendono dignità economica, sicurezza sul lavoro e diritto a lavorare meno.

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Questo il testo della convocazione sui social di Stati Genderali LGBTQIAP+ & Disability per una manifestazione nazionale a Bologna in Piazza XX maggio sabato 20 maggio alle ore 15:00 contro la violenza sui soggetti considerati non performanti da questo governo fascista a guida della Premier Giorgia Meloni.

Il manifesto integrale è visibile sul sito di Stati Genderali LGBTQIAP+ & Disability ed è possibile aderirvi scrivendo una mail agli organizzatori.

Ma da dove nasce questo nuovo soggetto politico? Abbiamo intervistato alcune delle persone che curano il processo di Stati Genderali per spiegare di cosa si tratta.

Dalla rete delle mobilitazioni sul ddl Zan (2021), dopo la bocciatura del ddl stesso e proprio in reazione alla gravissima violenza istituzionale subita dalla comunità LGBTQIAP+ nell’iter parlamentare del disegno di legge e nel dibattito pubblico che ne è derivato, culminata con l’esultanza delle destre in Senato, nasce Stati Genderali. Uno spazio politico allargato di elaborazione, confronto, scambio di pratiche, organizzazione e mobilitazione permanente della comunità LGBTQIAP+, in cui i nostri corpi e le nostre soggettività sono al centro di una precisa analisi critica della società patriarcale strutturata intorno al riconoscimento della violenza sistemica, omolesbobitransfobica e di genere, e a pratiche collettive organizzate di resistenza e di presa di parola pubblica. Una rete che comprende associazioni, collettivi, ma anche soggetti singoli, completamente orizzontale. Un percorso che ha visto ben quattro assemblee in presenza: a Roma (11-12 dicembre 2021), Bologna (14-15 maggio 2022), Palermo (9 luglio 2022) e Torino (21-22 gennaio 2023). La prossima è prevista a Bologna domenica 21 maggio, a seguito della manifestazione nazionale di sabato 20 maggio.

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Com’è strutturata questa rete?

La rete è articolata in un’assemblea generale aperta, in modalità mista presenza e online, che rappresenta il luogo fondamentale di formazione del consenso. In parallelo lavorano i tavoli tematici e i gruppi di cura complessiva del processo politico e della sua continuità (gruppo comunicazione interna e gruppo comunicazione esterna). Questo processo fa sì che ci sia una produzione collettiva di idee e materiali ad hoc per ogni argomento (lavoro portato avanti dai tavoli tematici), che poi vengono condivisi in modo collettivo durante le assemblee generali, in cui il processo politico di elaborazione continua in una vera e propria presa di coscienza collettiva, che ci ha portato a collaborare con altre manifestazioni generali che ci vedono direttamente coinvolti: la partecipazione allo sciopero dei lavoratori di GKN, allo sciopero genderale e alla manifestazione nazionale di Non Una Di Meno del 6 maggio ne sono un chiaro esempio.

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Qual è l’obiettivo di questa elaborazione politica collettiva?

L’obiettivo principale è l’elaborazione di una piattaforma rivendicativa minima comune al di sotto della quale la comunità LGBTQIAP+ non sia disposta a scendere in nessun caso, da adottare quindi come limite unitario ai giochi politici al ribasso sui nostri corpi.

Rivendicazioni LGBTQIAP+ e molto altro…

Il nostro posizionamento politico è costruito a partire da uno sguardo queer intersezionale e transnazionale, che sappia intrecciare le battaglie della comunità LGBTQIAP+ e le lotte femministe e transfemministe, ecologiste, antirazziste, anti-abiliste, a partire dall’autonomia della comunità LGBTQIAP+ nell’organizzare le proprie lotte rispetto alla politica istituzionale e parlamentare, ai movimenti ed alle altre incarnazioni del transfemminismo.

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Quali argomenti toccano i tavoli tematici e da dove nascono?

La prima assemblea nazionale tenuta a Roma ci ha dato occasione per elaborare la piattaforma di Stati Generali, in cui sono nati i tavoli di lavoro tematici: “Educazione e Formazione”, “Autodeterminazione di genere”, “Lavoro, welfare e migrazioni interne”, “Genitorialità, diritti delle S/famiglie e giustizia riproduttiva”, “Disabilità e neurodivergenze”, “Salute, HIV, IST e AIDS”, “Comunicazione e rappresentazione nei media”, “Contesti internazionali e migrazioni esterne”. Questi tavoli nascono proprio dall’esigenza di portare avanti istanze ben specifiche per elaborare azioni politiche mirate e chiedere al governo azioni correttive al passo coi tempi e con le necessità della popolazione che le vive sulla propria pelle.

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