La scorsa domenica abbiamo fatto un tuffo nei ricordi parlando della kermesse musicale estiva per eccellenza, il Festivalbar (cliccate qui).
La nostra narrazione si è interrotta al 1982, estate della vittoria dell’Italia ai mondiali in Spagna e dell’ultima edizione del Festivalbar targata RAI.
L’anno successivo, il passaggio alla tv commerciale fu decisivo per l’evento musicale ideato da Vittorio Salvetti.
Il tramonto del jukeboxe e i profondi cambiamenti del mercato discografico di quegli anni, portarono a profonde modifiche al format, che col tempo fu modellato anche alle esigenze televisive fino ad assumere la forma che noi ricordiamo ancora oggi.
I nuovi parametri per individuare i vincitori del Festivalbar cominciarono a basarsi sui passaggi radiofonici e sui risultati di vendita durante l’estate.
Il Festivalbar diventa l’evento dell’estate
Abbandonata la puntata unica, solitamente mandata in onda sul finire dell’estate, dal 1983 il Festivalbar diventa non solo lo show settimanale dell’estate di canale 5 (migrerà poi su Italia1 nel 1989), in onda da giugno a settembre, ma anche trasmissione itinerante.
Scenari come l’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro e Piazza del Plebiscito a Napoli cominciano ad essere familiari al pubblico dell’estate, e qualche tappa viene registrata anche all’estero, in Croazia e a Malta.
Proprio come il Festival di Sanremo, anche il Festivalbar diventa un’occasione per giovani conduttori di fare il grande salto di qualità ed essere consacrati nel mondo dello spettacolo: dall’esperienza di Claudio Cecchetto, che conduce con successo le prime edizioni, la palla passerà poi a esordienti come Gerry Scotti, Susanna Messaggio, Amadeus, Federica Panicucci, fino ai più recenti Alessia Marcuzzi (che condurrà in coppia con Fiorello dal ’98 al 2000) e Daniele Bossari, saldamente al comando delle più belle edizioni del terzo millennio.
I tormentoni
Se c’è una cosa che più di tutte dobbiamo al Festivalbar sono i tormentoni estivi. Durante gli anni ’80 e ’90, l’incredibile fervore discografico portava al lancio di moltissimi giovani artisti, italiani e stranieri, nel periodo coincidente con il Festivalbar, che aiutati da un motivetto fresco e radiofonico, martellante quanto basta e di facile presa, entravano nelle case di milioni di italiani.
Pensiamo a Spagna con “Easy Lady”, a Tracy Spencer con “Run to me”, a Francesco Baccini con “Sotto questo sole” fino a Luca Carboni con l’indimenticabile “Mare mare”, a Raf, agli 883, a tutta la dance con Haddaway, Corona, La Bouche e Alexia. Brani che trasudano estate e voglia di mare anche a vent’anni di distanza.
Tra i giovani lanciati dalla manifestazione non possiamo non citare Alex Britti, Tiziano Ferro e Cesare Cremonini.
Negli anni ’90, inoltre, il Festivalbar poteva contare sul sostegno degli artisti italiani più seguiti, con partecipazioni tanto esclusive quanto incredibili, da fare impallidire qualunque show invernale dal budget stellare: Pino Daniele (Che male c’è, Amore senza fine), Vasco Rossi (Rewind, Io no, Ti prendo e ti porto via, Luna per te), Zucchero (Baila Morena, Sento le campane, Il grande Baboomba), Jovanotti (L’ombelico del mondo, Per te, Un raggio di sole) e ovviamente Ligabue (Certe notti, Si viene e si va, Eri bellissima).
A differenza di Sanremo, pochi scandali hanno attraversato gli oltre quarant’anni di Festivalbar. Uno di questi fu il bacio lesbo tra Lena Katina e Julia Volkova, componenti del duo russo t.A.T.u, che nel 2002 si avvinghiarono l’una alle labbra dell’altra durante la finale all’Arena di Verona. Il bacio (mandato in onda in differita) fu mostrato solo per pochi secondi, dopodiché la regia staccò su una ripresa panoramica.
Non sapremo se il Festivalbar tornerà mai sugli schermi di Italia 1. Quello che possiamo dire è che di certo è uno dei ricordi più belli delle nostre estati.
E voi? Quali ricordi avete con il Festivalbar? Fatecelo sapere con un commento, o col video di una canzone che vi piace particolarmente!