CAPTAIN FANTASTIC è un piccolo film grande come la vita, entusiasmante e toccante.
Ben e sua moglie hanno deciso di crescere i loro sei figli lontano dalla “civiltà”, nei boschi del Nord America.
Sotto l’amorevole quanto rigida attenzione del padre, i ragazzi imparano a cacciare, a sopravvivere, ma anche a studiare le scienze e la letteratura e le lingue straniere.
Una notizia inaspettata costringerà questa eccentrica famiglia a mettersi in viaggio.
Tutti faranno i conti con i propri disagi interiori e Ben dovrà mettere in discussione il suo ruolo di padre.
Diretto con freschezza da Matt Ross, qui alla sua seconda prova da regista, CAPTAIN FANTASTIC è una piacevole sorpresa.
Dietro i colori sgargianti da commedia indie, che potrebbe essere uguale a tante altre per trama e caratterizzazione dei personaggi (basti pensare a titoli come “I TENENBAUM” di Anderson o “LITTLE MISS SUNSHINE” di Dayton/Faris), ciò che rende interessante questo titolo è la profonda riflessione su una problematica quanto mai attuale: l’educazione dei figli.
Tra tante battute geniali e situazioni sopra le righe con un gusto per il vintage, CAPTAIN FANTASTIC rivolge la sua critica verso uno stile di vita americano/occidentale in cui sempre più si palesano problemi di socializzazione e di educazione.
Spetta a un ispirato e bravo Viggo Mortensen il non facile compito di conferire credibilità a un padre tanto sensibile quanto “tiranno” che si domanda dove le sue idee possano minare e limitare l’espressività e il futuro dei suoi amati figli.
Nota di menzione per tutti i giovanissimi attori le cui prove recitative sono più che ottime e che rendono indelebili i loro personaggi. Tra di essi spiccano i volti di Annalise Basso, che molti avranno riconosciuto in titoli come “OCULUS” (2013) e “OUJA-L’Origine Del Male” (2016), e un bravissimo George MacKay che ha recitato anche in “PRIDE” (2014).