Una nuova avventura targata BL Tales! Puntuale come ogni mese!
Questa volta volevo raccontare una storia un po’ diversa, un racconto che probabilmente ha bisogno ancora di maturare e di riempirsi di parole, immagini e personaggi.
In questi giorni sul web si sta condividendo, commentando, e ascoltando il video di un poco noto (ora un po’ meno) movimento pastorale che prende il nome di PDG, acronimo di Parola della Grazia. Un movimento nato a Palermo nel 1985, fondato da tre giovani della Chiesa pentecostale del pastore Luciano Tomasello.
Il video in questione mostra un ragazzo, Alessandro, su un palco mentre racconta la storia della sua vita, delle sue scelte e della sua fede.
Ammetto che è difficile farsi un’idea precisa e oggettiva sulle parole e sui toni utilizzati. Onestamente la volontà di queste poche righe non è quella di discutere nel merito della questione, vogliamo sempre essere fautori di un mondo libero in cui la libertà di espressione e di pensiero sono diritti preziosi e inviolabili.
Quello su cui volevo soffermarmi è su quanto sia paradossale questa situazione.
Esiste nel mondo un movimento, una chiesa (chiamatela come volete) che parla ai suoi seguaci come se fossimo ad un convengo Herbalife in cui con 500 € potete cambiare la vostra vita e la vostra forma (per entrare in quel pantalone di pelle a voi caro).
Un gruppo di persone che ha deciso liberamente di mettere sulla gogna del web un ragazzino che in stile YesMan ha raccontato una delle esperienze più intime che possa esistere: il percorso ad un’identità sessuale.
La cosa più brutta in assoluto? La strumentalizzazione di una storia e di un giovane con l’obiettivo di fare proselitismo e generare consenso.
La cosa più bella? La reazione generata in rete.
In molti hanno commentato e detto la propria e nei vari commenti, che ho avuto modo di leggere,in pochi hanno attaccato il povero Alessandro, un ragazzo che evidentemente vive un momento di grande confusione, puntando di più sulla poca correttezza nel veicolare un messaggio che non può essere banalizzato in 10 minuti di video.
Tornando, invece, ad Alessandro “in verità io vi dico” che qualsiasi visione religiosa abbia avuto può essere opinabile ma oggettivamente rispettabile.
Ognuno ha il diritto di credere in ciò che vuole e ognuno ha il diritto di vivere la sua storia come meglio crede.
Quello che però non fa bene, a mio avviso, è l’accanimento che si percepisce dietro la sua storia, la presenza, quasi ossessiva, di una famiglia che si aggrappa a qualsiasi credenza per “regolarizzare” quel figlio che, in un primo momento, aveva accettato la sua identità.
Caro Alessandro, non so se ti capiterà mai di atterrare su questa pagina ma in questo momento vorrei tanto che lo facessi.
Non permettere a nessuno di dirti chi sei o di farti convincere su quale sia la via giusta da perseguire.
Ripensa alle tue parole, casomai non adesso ma tra qualche mese, e se davvero credi a ciò che dici allora segui questa strada.
Se invece, come io spero, ti renderai conto che non c’era nessuna forza maligna ad attirarti verso un mondo e una dimensione che sentivi tuoi, allora ritorna sui tuoi passi.
Questo non perché devi partecipare ed accettare una comunità o una visione piuttosto che un’altra ma semplicemente perché devi vivere la tua vita nel modo che ritieni più giusto.
Dovrai e vorrai fare le scelte che più ti renderanno felice e sereno.
Insomma Alessandro, vivi la tua storia e chi ti ama veramente lo farà sempre e comunque … qualunque scelta tu faccia.
Potete recuperare il video cliccando qui