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MARY POPPINS… Un Gradito Ritorno?

- 21/12/2018
MARY POPPINS


IL RITORNO DI MARY POPPINS è senza dubbi il film di Natale e uno dei più attesi della stagione. Un’operazione commerciale che riesce a entrare furtivamente nel cuore, ma incapace di restarci.

1930, Grande depressione, Londra.
Sono tempi duri a casa Banks. Michael è oggi vedovo e padre di tre adorabili bambini. La sorella di lui Jane aiuta come può, ma non tarderà ad arrivare una lettera di pignoramento della casa.
Quando tutto pare andare per il verso sbagliato, ecco arrivare dal cielo una risposta: Mary Poppins!

Era il 1964 quando giunse su tutti gli schermi uno dei più acclamati successi e uno dei personaggi più amati del panorama disneyano.
IL RITORNO DI MARY POPPINS è il sequel di quel sogno ad occhi aperti, tratto dal libro del 1935 “Mary Poppins Ritorna” di P. L. Travers.

Alla regia troviamo Rob Marshall che guarda al suo antenato con rispetto e dirige un film che veste i panni del sequel, ma che ha un’anima da remake.

Mary Poppins
La Mary Poppins di Emily Blunt

Non sono pochi infatti i richiami all’originale: se nel primo capitolo Mary Poppins insegnava ai piccoli come fare ordine nella propria cameretta, qui ella ha premura che i ragazzi si facciano il bagno (ordine e igiene sono da sempre nemici dell’infanzia).

Al posto degli spazzacamini troviamo gli acciarini; la Jane adulta è una sindacalista (che sostituisce la figura suffragetta della madre); i crucci di Michael riflettono un certo temperamento del padre; tutto torna, i ruoli e le situazioni si ribaltano, tutto sotto sopra (come in una delle sequenze più riuscite con una sempre strepitosa Meryl Streep).

Ma nei suoi 130 minuti qualche sbadiglio appare e Marshall (lo stesso regista di CHICAGO) sembra più interessato a costruire numeri di ballo spettacolari che vera magia.

Buona parte del materiale (dalle scenografie alle scene disegnate, dai personaggi ai numeri musicali) non aggiunge alcuna novità o vive di luce riflessa.

Mary Poppins il ritorno

Le musiche e le (troppe!) canzoni, firmate da Marc Shaiman e Scott Wittman, sono ridondanti e poco incisive e solo due brani si salvano dalla mediocrità: la maggior parte cercano un’inutile complessità che si perde tra neologismi e modi di dire.

Resta un buon cast. È un piacere ritrovare due caratteristi come i bravi Ben Whishaw ( vedi PROFUMO: Storia Di Un Assassino,2006 ) e Emily Mortimer (che i più ricorderanno in MATCH POINT, 2005) nei panni dei fratelli Banks. Oltre la già citata Meryl Streep nei panni di una lontana cugina di Mary Poppins, sorprenderà rivedere alcuni vecchi volti del primo film come Dick Van Dyke e Karen Dotrice. Cameo anche per la “signora in giallo” Angela Lansbury nel ruolo della magica signora dei palloncini.
Scialbe e poco interessanti le figure del sempre felice lampionaio Jack (Lin-Manuel Miranda) e del losco direttore della banca interpretato da Colin Firth .

E poi vi è la meravigliosa Emily Blunt.
Spetta a lei il non facile compito di confrontarsi non soltanto con un personaggio intramontabile, ma anche con una delle attrici più apprezzate come Julie Andrews.
La Blunt vince la sua prova: ridona tutta una serie di piccoli vizi e modi che ci fanno riconoscere fin da subito la tata più famosa del cinema.

Mary Poppins il ritorno
IL RITORNO DI MARY POPPINS è candidato a 4 Golden Globes

Se sul finire del film i protagonisti riusciranno nell’impossibile – tornare indietro nel tempo – questo non riesce all’intera operazione commerciale.
Motori di questo viaggio nel passato (riadattato ai gusti dei giorni nostri) sono la malinconia e l’amore, con i soliti messaggi di unione e l’accettazione della perdita (dolcissimo il brano “Il Posto Dove Si Nasconde”).


Tuttavia questo non basta, il film resta difettoso come quella porcellana sbeccata che i piccoli Banks tentanto di riparare e poi vanno a dimenticare.

Praticamente perfetta sotto tutti i punti di vista” dice a se stessa Emily Blunt, rivedendosi riflessa in un palloncino rosso. E non possiamo che confermare le sue parole.
Lo stesso non possiamo però dire di questo film che difficilmente catturerà i più piccoli e ancor meno sorprenderà i più grandi.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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