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Una cinepresa accesa sulla GIORNATA DELLA MEMORIA

- 26/01/2019
cinema e giornata della memoria


Il 27 Gennaio cade la GIORNATA DELLA MEMORIA.
Nel 1945, in questo stesso giorno, le truppe dell’Armata Rossa, dirette in Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

L’apertura di quei cancelli non fu soltanto la salvezza per quei pochi superstiti, sopravvissuti a uno dei stermini di massa più crudeli della Storia, ma fu anche il momento in cui tutta l’Europa e il mondo vennero a conoscenza di quanto era accaduto.
Il vaso di Pandora era stato aperto e nessuno avrebbe più potuto tacere o volgere lo sguardo altrove.

Nel tempo tutte le arti si sono spese per ricordare e celebrare quelle vittime. La macchina da cinepresa e i registi dietro di essa hanno avuto l’ardire e la necessità di mostrare ciò che molti potevano solo immaginare.

Questo speciale BL Cinema vuole ritrovare alcuni volti e alcuni titoli che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del cinema che ha trattato il tema dell’Olocausto.

Kapò GIORNATA DELLA MEMORIA
Emmanuelle Riva è Nicole nel film KAPÒ di G. Pontecorvo (1959)

Uno Sguardo Italiano sull’Orrore Dei Campi.
Era il 1959 quando Gillo Pontecorvo diresse “KAPÒ“, storia drammatica di una giovane ragazza ebrea che dopo aver visto morire i propri genitori nella camera a gas, temendo di morire lei pure, decide di prostituirsi e assecondare i suoi aguzzini. Ella diventa quindi una Kapò. Solo l’amore per un prigioniero russo la porterà a compiere il gesto più estremo.
Il film con la bellissima Emmanuelle Riva, sarebbe stato candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero nel 1961.

Nel 1993 Roberto Faenza porta sugli schermi il romanzo autobiografico “Anni d’Infanzia” di Jona Oberski.
JONA CHE VISSE NELLA BALENA” , questo il titolo del film, racconta le vicissitudini di una famiglia ebrea olandese durante l’occupazione nazista. Il piccolo Jona di quattro anni viene costretto a trasferirsi con la sua famiglia nel campo di concentramento di Westerbork. Un film toccante che merita di essere recuperato.

GIORNATA DELLA MEMORIA
Una scena tratta dal film JONA CHE VISSE NELLA BALENA di Roberto Faenza, 1993

Un importante tributo arriva anche da parte di Mimmo Capestri che diresse un documentario.
DOV’È AUSCHWITZ?“nel 2004, a sessant’anni dall’apertura dei cancelli del lager di Auschwitz :una visita nei luoghi della tragedia fatta assieme al sindaco di Roma Walter Veltroni, alcuni studenti della capitale e alcuni sopravvissuti italiani all’Olocausto. Sopratutto le testimonianze di questi ultimi ci riportano delle ferite che non sanno guarire.

Il Mondo Guarda a un Passato Che Non Può Essere Dimenticato
Guardando al cinema internazionale non possiamo non menzionare uno dei capolavori di Steven Spielberg, regista molto sensibile a questo tema.
SCHINDLER’S LIST” (1993), vinse ben 7 premi Oscar tra cui Miglior Film, Regia, Sceneggiatura Non Originale e Fotografia.
Un film perfetto girato in un corposo e malinconico bianco e nero che rappresenta proprio l’Olocausto: per Spielberg la vita è colori, l’Olocausto era assenza di vita e quindi assenza di colori.
Unica nota di colore – come molti sapranno – è la presenza fugace di una bimba con un cappottino rosso. Esso rappresenta l’evidenza di una colpa e di una responsabilità (del governo statunitense) di una tragedia che poteva forse essere evitata o contenuta.

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE - giornata della memoria
Una scena tratta da IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE

Nel 2008 esce nelle sale “IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE” di Mark Herman, tratto dall’omonimo romanzo di John Boyne.
La toccante storia di un’amicizia tra due bambini separati da un recinto di filo spinato.
Il legame che si instaura tra il piccolo Bruno, figlio di un ufficiale nazista, e Shmuel,un bambino ebreo rinchiuso in un campo di concentramento assieme alla sua famiglia, ci mostra con tenerezza come i due giovani protagonisti possano affezionarsi al di là della loro condizione sociale.

Sicuramente uno dei migliori film sul tema resta però “IL PIANISTA” (2002) di Roman Polanski che per questo film si aggiudicò la Palma d’Oro a Cannes e l’oscar per la regia.
L’interpretazione ispirata di Adrien Brody gli valse l’oscar come Miglior Attore.
L’orrore della Storia la guardiamo attraverso gli occhi del talentoso suonatore di piano Wladyslaw che vedrà la sua famiglia interamente deportata e le condizioni di centinaia e centinaia di persone che vengono uccise per nulla.

L’Olocausto e il Triangolo Rosa
Sebbene gli Ebrei furono il bersaglio prediletto delle barbarie naziste, furono diverse le minoranze etniche e sociali a essere colpite, tra di esse anche quella che oggi definiamo comunità LGBT.

Il cinema su questo preciso tema non ha rivolto particolare attenzione, ma vorrei citare due titoli che vi consiglio di recuperare.

giornata della memoria

Nel 1997 un allora semisconosciuto Clive Owen fu protagonista della pellicola “BENT” di Sean Mathias.
Ispirato all’opera teatrale di Martin Sherman, il film racconta la storia – ambientata nel 1934 – di Max (Clive Owen) che convive con Rudy, ballerino da cabaret.
Dopo aver visto assassinato un SA con cui aveva trascorso la notte, Max è costretto a fuggire.
Verrà preso catturato e portato nel campo di concentramento di Dachau.
Qui Max (che sulla casacca porta la stella gialla degli Ebrei) conoscerà Horst che porta cucito il triangolo rosa con cui i nazisti marchiavano coloro che erano riconosciuti come omosessuali.
Insieme i due uomini cercheranno di sopravvivere alle disumanità del campo di concentramento.


Per chiudere non posso non citare il documentario del 2000 “PARAGRAPH 175” diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman e narrato dalla voce di Rupert Everett.
Il documentario ci riporta diverse testimonianze di uomini e donne che furono arrestati dai nazisti in base al paragrafo 175 che considerava crimini gli atti omosessuali.
Voci e storie per troppo tempo non ascoltate e sconosciute che riemergono con dolore tangibile da chi è sopravvissuto a quell’inferno.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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