Giro di boa per la 69° edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Dopo due serate di rodaggio pare che il trio dei Claudio al quadrato + Virginia Raffaele (finalmente in bianco) abbia trovato la formula giusta per funzionare.
La terza puntata di Sanremo 2019 è stata piuttosto fluida, i tempi si sono ristretti, l’avvicendarsi di cantanti e ospiti non ha appesantito la diretta e anche i lanci sono stati più morbidi, con tempi morti drasticamente ridotti.
Una serata più leggera che alle 23.45 aveva visto tutti e dodici i cantanti in gara esibirsi. E di ‘sti tempi è tutto sonno recuperato.
Prima di passare alle canzoni, non possiamo non menzionare il momento CLOU della serata: l’incontro tra Virginia Raffaele e Ornella Vanoni. Il ciclone Ornella ha sorpreso tutti per lucidità e simpatia, e ha dettato i tempi comici dello sketch fino all’ingresso dell’amica Patty Pravo (che in barba al regolamento è andata a salutare regalando al pubblico uno storico abbraccio, secondo solo a quello tra Papa Francesco e Benedetto XVI), fino a rimbrottare la RAI per la sua partecipazione “a gratis” (“che non diventi un’abitudine!“). Esilarante. Tutto questo sotto gli occhi di un’attonita e disarmata Virginia Raffaele.
Altro momento di grande emozione è stato l’incontro con Serena Rossi, protagonista di Io sono Mia, film tv dedicato alla vita di Mia Martini in onda martedì 12 su Raiuno.
Tra gli ospiti musicali c’è stato spazio anche per Raf e Umberto Tozzi, in tournée insieme ad aprile a trent’anni da “Gente di mare“. È stata proprio la hit che ha regalato loro la medaglia di bronzo all’Eurovision Song Contest nel 1987 il vero gioiellino della serata, cantato da tutto il pubblico. Un po’ fuori luogo nelle vesti di superospite Alessandra Amoroso, che ha celebrato dieci anni di carriera. Tanto carina ma… come direbbe qualcuno, devi mangiare ancora tanti cereali sottomarca.
Le canzoni
Anche ieri sera gradite conferme, uomini nel limbo e defenestrati senza appello.
Tra le conferme, il bravo Mahmood. La sua “Soldi” ha tutte le caratteristiche per essere un’ottima hit radiofonica, e perché no, anche rappresentarci degnamente all’Eurovision Song Contest considerato il sound internazionale. Gli servirebbe solo una buona performance e qualche effetto speciale, e giù di 12 points. Soldi intriga e affascina per il tema originale e il sound che strizza l’occhio alle origini mediorientali del cantante.
Ottima performance anche per The Zen Circus, che all’Ariston ci stanno bene come il parmigiano sugli spaghetti con le vongole, va detto, ma proprio per questo incuriosiscono i palati forti. “L’amore è una dittatura” ha senz’altro il testo più complesso di tutto il festival: “Hai la democrazia dentro al cuore / Ma l’amore è una dittatura / fatta di imperativi categorici / ma nessuna esecuzione / mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione“. Una baraonda emozionale che racconta, con scrittura vivida, le vicende umane nei confronti dell’amore, che non è più ideale romantico ma tormento viscerale.
Ultima promozione per Motta. Nonostante il look da Ambra Angiolini e camicie in velluto dalle fantasie rococò, Motta si interroga su “Dov’è l’Italia” senza cadere nella facile retorica. Profilo dignitoso, senza strafare. Un vero dandy.
Limbo: c’è Renga con i suoi continui riferimenti alla figura materna (già ampiamente approfondita in “Tracce di te” nel 2002 e in parte anche con “Angelo” che lo ha portato alla vittoria nel 2005), che canta “Aspetto che torni” con il freno a mano tirato; Irama, a cui, nonostante il coro gospel e un tema delicato (la violenza domestica), manca un po’ di esperienza e mestiere ne “La ragazza dal cuore di latta“; Ultimo con “I tuoi particolari“, amatissimo dal pubblico: l’emozione lo frena. Vedremo come andrà stasera con Fabrizio Moro in duetto; Enrico Nigiotti nostalgico con “Nonno Hollywood” che ricorda, nel testo e nelle intenzioni, “Non è l’inferno” di Emma Marrone. Nigiotti è efficace nel messaggio, ma non ci sarà un po’ troppa retorica?
Chiudono il limbo i Boomdabash, che fanno esattamente il loro senza esagerare. Bravi, divertenti, ma Sanremo merita altro.
Tra i defenestrati senza appello ci sono il solito Simone Cristicchi, che ogni tanto torna a Sanremo con i suoi soliloqui ad effetto, senza guizzi emozionali che non siano già stati visti ed elaborati in passato (basta, basta!), Patty Pravo con Briga, incapaci di cantare all’unisono e, a dirla tutta, implausibili; Anna Tatangelo, con la melliflua “Le nostre anime di notte“, talmente noiosa e incolore che si perde nel mucchio e, a malincuore, l’overdrama partenopeo di Nino D’Angelo e Livio Cori. Due mondi (vocali e musicali) inconciliabili, stridenti, distanti. Pronti per la bottom 5. Nino, torna in te e ridacci “Senza giacca e cravatta”.
La classifica
Anche ieri sera è stata resa nota la classifica parziale della Sala Stampa (che incide al 30%). Questa, insieme al televoto e alla giuria demoscopica di ogni sera, sarà sommata al giudizio della giuria di qualità che comincerà a votare da domani.
Zona alta della classifica (blu): Simone Cristicchi, Irama, Mahmood, Ultimo.
Zona gialla (intermedia): Motta, Enrico Nigiotti, Francesco Renga, The Zen Circus.
Zona bassa (rossa): Boomdabash, Nino D’Angelo e Livio Cori, Patty Pravo con Briga, Anna Tatangelo.
Ascolti
La terza serata del Festival di Sanremo 2019 ha conquistato 9.409.000 spettatori pari al 46.7% di share.
Nel dettaglio, la prima parte, in onda dalle 21.21 alle 23.53, è stata vista da 10.851.000 spettatori (46.37%); la seconda, in onda dalle 23.58 alle 24.51, da 5.099.000 spettatori (48.96%).
Così parlò Zarachoosy
Le temibili pagelle dell’Eminenza Grigia del Web
Terza serata – Sanremo 2019
#Baglioni Voto 4 – Claudio, dovrebbe fare solo il direttore artistico (e forse anche no) e stipendiare un presentatore che animi, o rianimi, al posto suo… lo spirito di Filogamo lo ha decisamente abbandonato
#Raffaele Voto 5.5 – Virginia è brava nel suo mestiere, è poliedrica, dopo la pregevole performance del fischio su Bizet, si cimenta in un classico stile Marchesini sulle note di Mamma al grammofono. .. ma la presentazione non è per lei, meglio l’Ornella
#Bisio Voto 4.5 – Tentennante e mai davvero sull’onda della simpatia, il comico in giacca da camera continua a non convincere e, in un festival che ha già fatto il giro di boa, si perde di più ad elogiare l’ovvio che a produrre spunti defibrillanti
#Mahmood “Soldi” – Voto 8.5 – e “gnente”… lui attacca e tu sei lì che aspetti di poter battere con lui le mani a ritmo… se non è questo già un successo… Mi auguro che a Tel Aviv apprezzino (ops). Outfit: la magliettina (forse era Laura Palmer) sotto la giacca ha un po’ stancato ma l’anfibio era Top
#Enrico Nigiotti “Nonno Hollywood” – Voto 7.75 – la canzone è costruita ad hoc con le giuste parole nei giusti punti per soddisfare la platea rivierasca, decisamente ruffiana… però funziona. Outfit: lo stile California Dream Men, il “tuppo” spettinato e il pettorale quasi a vista sono la ciliegina sulla torta
#Anna Tatangelo “Le nostre anime di notte” – Voto 4.5 – La voce di Anna è tecnicamente perfetta, oltre non riesco ad andare, ahimè! Outfit: neanche una olimpionica di nuoto sincronizzato sarebbe riuscita a spalmare così tanta gelatina di pollo in testa, paillettes, spallina scesa e trasparenze rendono la Tatangelo un perfetto Aspic, anni ‘80
#Ultimo “I tuoi particolari” – Voto 5 – Non riesco a capire perché riscuota così tanto successo, io trovo che non abbia affatto voce e l’ombra del masiniano plagio si avverte davvero. Outfit: pantaloni di tuta e bomber sul palco, solo se hai il fisico
#Francesco Renga “Aspetto che torni” – Voto 6.5 – Aspetto che torni … al fasto di un tempo! Outfit: potrebbe essere un agente di vendita perfetto, credo che, con quello sguardo, sarebbe capace di incartarmi il Colosseo
#Irama “La ragazza col cuore di latta” – Voto 7 – la presenza sul palco del coro gospel falsa, a mio avviso, la lettura del brano … fatto apposta per distrarre? Outfit: sotto lo sguardo perplesso di Bisio, Filippo Maria sfoggia una giacca da camera damascata molto simile a quella dello pseudoconduttere… ma ne bastava già una
#Patty Pravo e Briga “Un po’ come nella vita” – Voto 6.5 – non erano i problemi tecnici della prima esecuzione il vero male, Patty è confusa, cambia le parole, perde il ritmo … e se quando è sola sul palco questa caratteristica la rende un’artista, con affianco un altro cantante l’insieme non decolla. Outfit: frangetta sulla fronte, naso importante e giacca lunga… il pinguino di Batman è Briga
#Simone Cristicchi “Abbi cura di me” – Voto 7.25 – avevo detto di lui. “mi è piaciuto” invece …. Apprezzo la canzone è un’affermazione più adatta, cantata da un Lorenzo Cherubini avrebbe un altro sapore. Outfit: non si indossa lo stesso abito (soprattutto se dal 2002)
#Boomdabash “Per un milione” – Voto 7 – villaggio vacanza in Salento, questa l’atmosfera della performance che risulta comunque gradevole. Outfit: i ragazzi sono stilosi ma quella cresta fucsia andrebbe bruciata
#Motta “Dov’è l’Italia” – Voto 6 – al secondo ascolto è decisamente più orecchiabile, anche se detesto quelle “e” così aperte. Outfit: Metà Ermal
#Zen Circus “L’amore è una dittatura” – Voto 7.5 – si confermano tra le esibizioni più credibili e consistenti, anche a livello tecnico, il brano è curato in ogni dettaglio, tra le più gradite sorprese della kermesse. Outfit: indie rock e coerenti a ciò che portano sul palco
#Nino D’Angelo e Livio Cori “Un’altra luce” – Voto 4 – Nino appare stanco, sarà per l’ora tarda, ma non riesce proprio a fondersi col più sciolto Cori, sembra abbia mal di pancia. Outfit: elegante e sportivo, ecco! Ho trovato qualcosa di positivo!
#OSPITI#
Venditti si presenta ,color triglia, per celebrare l’anniversario di uno dei suoi più grandi successi ma, restando in tema, se il pesce puzza dopo tre giorni… dopo 40 anni?
Alessandra Amoroso, solito aspetto da Annabelle, questa volta in chiave “Winter is coming” si salva con il duetto e chiude commossa i festeggiamenti per i 10 anni di carriera … meritava il palco?
Ornella Vanoni stellare si autoimita mettendo davvero a dura prova la Raffaele che le dice “sembri un cerino” ; il bacio con Nicoletta sarà il soggetto dei meme dei prossimi anni
Tozzi e Raf, riesumati si fanno notare per giusto per aver defibrillato la Sandrocchia (Sandra Milo) in prima fila
Paolo Cevoli porta una ventata di Zelig sul palco dell’INDESIT lasciando una frase cult “Se dovevo parlare con dei coglioni parlavo coi miei”
Rovazzi a me non piace ed ho cambiato canale, aspetto di leggere le pagelle di qualcuno
Serena Rossi infine apprezzabile per Mimì …. Punto!