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Il Carnevale di Viareggio, una festa lunga 146 anni

- 21/02/2019


Nel 1873 nella storica Via Regia, cuore della città vecchia, ebbe luogo la prima sfilata di carrozze addobbate a festa.

Fu la prima edizione del grande spettacolo che è oggi il Carnevale di Viareggio, del quale oggi si festeggia la 146esima edizione

Il simbolo del Carnevale di Viareggio è il famoso Burlamacco, ideato nel 1930 da Uberto Bonetti. Il pittore e grafico futurista si ispirò alla commedia dell’Arte e ai colori degli ombrelloni di Viareggio per creare questo personaggio colorato di bianco e di rosso che festosamente ci ricorda questa tradizione.

Burlamacco Viareggio
Un carro con Burlamacco

Ogni anno per il lungomare di Viareggio infatti sfilano maschere variopinte e i famigerati carri di cartapesta. Quest’anno i corsi mascherati sono partiti sabato 9 e proseguiranno il 17, il 23 febbraio, il 3 marzo e si concluderanno il Martedì Grasso, 5 marzo. Per l’ultima serata, come ogni anno, ci sarà il corso mascherato di chiusura in notturna e terminerà con la proclamazione del vincitore.

Almeno una volta nella vita tutti siamo andati a Viareggio a vedere carri, a vivere l’emozione di una festa tradizionale tramandata con orgoglio dai ragazzi viareggini.

Tradizione italiana e famosa quasi tanto quanto il Carnevale di Venezia, il lungomare toscano accoglie milioni di spettatori, adulti e bambini, che increduli assistono alla sfilata di carri meravigliosi. Dettagli, colori, musica e allegria e così si colorano le domeniche per il mese di Febbraio. Coriandoli e coinvolgimento da parte dei ragazzi sui carri per divertire e chissà magari essere proclamato vincitore.

Già nei negozi si vedono addobbi colorati, maschere e stelle filanti, cartolerie impazzite con qualsiasi tipo di travestimento, accessori per bambini pronti a indossare l’abito del loro personaggio dei sogni. Tanti piccoli principi e principesse, tanti folletti, maghi e animali strani che si aggirano lanciando piccoli pugni di coriandoli.

carnevale viareggio

A Carnevale ogni figuraccia vale

La mia esperienza con il carnevale, cosa strana, non è delle migliori.

Anche in questo caso ricordi nitidi riaffiorano e mi riportano a casa di un vecchio compagno di classe alle elementari. Quando sei piccolo le mamme organizzano le feste di carnevale nelle case o negli spazi della scuola e tu, piccolo bimbo puro, devi solo indicare ai genitori  da cosa ti vorrai vestire. Non conosci le insidie dietro un vestitino in sintetico che piglia fuoco a vedersi.

Ecco, Carlotta nel lontano 1991 (circa), scelse un coloratissimo clown (un po’ alla IT), bella parrucca riccia, una simpatica salopette e un bel trucco con tanto di naso rosso. Non una principessa fighetta, un clown. Non aggiungo altro.

Comunque, la festa andò bene: panini al burro col prosciutto, dolci fatti in casa dalle mamme, divertimento e giochi di società. Tutti ci stavamo divertendo quando, ad un certo punto, troppa aranciata ebbe la meglio e il bisogno di andare in bagno fu impellente. Ma troppo tardi. Troppi bottoni. Troppi ostacoli fra e me e il bagno, così, nonostante l’impegno della mamma del mio compagno, ciò che sarebbe dovuto essere calato non fu calato e il danno arrivò. Il resto della festa lo passai su una sedia in imbarazzo perché ero bagnata e non volevo farmi vedere col sedere umido. Mai più vestita. Solo qualche anno dopo, superato lo shock, ho provato a mettere qualche occhiale a molla, qualche oggetto stravagante , ho azzardato un look da squaw ma non vi nego che l’ansia comunque c’era. Vita vissuta.

I carri

Scorrendo qualche foto delle prime sfilate di questa edizione, sono stata positivamente colpita da un carro in particolare, che a solo pochi giorni dall’inizio fa già parlare di sé. Si tratta del carro Alta Marea, realizzato dall’artista Roberto Vannucci.  Un “grido” della balena affogata dalla plastica, un messaggio importante per la nostra generazione ma sopratutto per la futura. Imparare a rispettare il mare, la sua importanza e le creature che ci vivono dentro. La cosa che fa riflettere è che prima non ci facciamo troppi problemi a gettare in mare qualsiasi tipologia di rifiuto e poi, poco tempo dopo, ci stupiamo come il pesce che è stato pescato è tossico, inquinato, non sa di niente.

carro balena viareggio
Il carro “Alta marea” di Roberto Vannucci

Temi ricorrenti sono la politica, unico modo realistico per rappresentare certe situazioni e certe persone, personaggi dello spettacolo, animali, cantanti e tanto altro. Ogni spunto può ispirare per un carro di cartapesta.

La “Cittadella” di Viareggio

Bestioni giganteschi che, superando anche i 20 metri di altezza ed ospitando a bordo fino a 250 figuranti in maschera, prendono vita e si muovono sopra il pubblico offrendo spettacoli pirotecnici e musica. Lavoro di più di un anno. Infatti, la storia ci racconta che, prima dell’arrivo della Cittadella, il più grande ed importante centro tematico europeo dedicato alle maschere composta  da laboratori per i costruttori e gli hangar in cui vengono costruiti e conservati i giganteschi carri, questi venivano costruiti per strada. Il meticoloso lavoro di assemblaggio di creta, gesso e acqua avveniva sfidando i rigidi inverni e le piogge pur di creare un capolavoro immenso pronto a sfilare a Febbraio rispettando la tradizione. Per comunicare un messaggio, mandare un segnale e aprire gli occhi, con una vena ironica, su cosa ci circonda.

Oltre alle sfilate, che durano solo 5 giorni, dal 2017 è stato inaugurato all’interno della Cittadella uno spazio espositivo dove poter rivedere i carri delle sfilate passate e dare loro maggiore spazio e la giusta visibilità in riconoscimento al tempo, all’impegno e alla creatività di tutti coloro che ci hanno lavorato.

Viareggio carri carnevale
Burlamacco
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