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BORDER – I Confini dell’Identità (recensione)

- 10/09/2021
BORDER creature di confine


BORDER – CREATURE DI CONFINE è un film che fonde generi cinematografici per raccontare di un’identità (la nostra) che necessita di essere ritrovata e di quella altrui (diversa) che chiede soltanto di essere accettata.

Tina è impiegata alla dogana.
Il suo olfatto straordinario le permette di sentire negli altri sentimenti ed emozioni come la paura, la vergogna e il senso di colpa.
La sua quotidianità verrà turbata dall’apparizione di Vore, un uomo il cui odore la confonde e allo stesso tempo l’attrae: in esso avverte un senso di minaccia, ma anche un qualcosa che la richiama a sé.
Sarà solo l’inizio di un percorso che porterà Tina a interrogarsi sulla sua vera natura…

Border CREATURE DI CONFINE
Un’irriconoscibile Eva Melander nel ruolo di Tina in BORDER-Creature di Confine

Tratto dall’omino romanzo di John Ajvide Lindqvist, BORDER – Creature di Confine è una favola moderna che racconta di un legame amoroso tra due esseri non propriamente umani e che ci porta a interrogarci su cosa sia davvero l’umanità, guardando a temi sempre attuali come l’integrazione e la diversità.

Il regista Ali Abassi ha il coraggio di prenderci per mano e di portarci in una zona d’ombra, ai limiti di quella che consideriamo “normalità”. Volutamente sceglie di mostrarci una storia d’amore tra due creature che sono lontane anni miglia da quelli che che sono considerati i tipici canoni di bellezza.

I due protagonisti hanno i tratti dei nostri antenati, quasi primitivi (emblematico in tal senso è il poster del film che richiama certe ricostruzioni di ambienti primitivi nei musei di Storia e Archeologia) , e sono entrambi connessi con la Natura in maniera quasi viscerale.
Ma se Rove appare fin da subito come un reietto e una figura sinistra, Tina è cittadina del nostro mondo, ne fa parte (a suo modo), e cerca di migliorarlo.

A dispetto delle apparenze ecco quindi che i veri mostri sono gli uomini in giacca e cravatta o le coppiette dal sorriso cortese, persone che celano azioni e pensieri aberranti, disumani.

BORDER - Creature di confine
Una delle scene più romantiche e liberatorie di BORDER

Se da una parte BORDER possa sconvolgere lo spettatore con una serie di immagini e situazioni inaspettate, quello che vediamo non è mai uno shock fine a se stesso, ma intriso di molteplici significati.

La scoperta del sé per Tina passa necessariamente attraverso la liberazione della sua animalità e della sua sessualità repressa.

Se dapprincipio ella si limita a camminare scalza nei boschi, avvicinando animali e insetti; in un secondo momento Tina si spoglierà letteralmente di ogni indumento, affermando se stessa, per correre nuda e veramente felice per la prima volta.

Ma a dispetto del suo compagno Tina prova empatia verso le altre persone e fa parte del nostro mondo ed è spinta a far la cosa giusta perché crede fortemente nella possibilità di poter vivere in un luogo migliore.

Il dilemma amletico della protagonista sarà dunque quello di dover scegliere se far parte di una società con le proprie regole o vivere oltre quei confini del titolo, lontano dalla civiltà.

BORDER – IL trailer del film vincitore del premio “Un Certain Regard” al Festival di Cannes 2018

La bellezza di BORDER sta proprio nel continuo gioco di forze tra ciò che è considerato “bello” e “brutto“, “buono” e “cattivo“, “giusto” e “sbagliato“, distruggendo dalle fondamenta anche le differenze di genere (maschile e femminile) e culturali.

Il regista Abassi guarda con preoccupazione al nostro presente in cui, ancora oggi, parole come integrazione e tolleranza sembrano essere utopie.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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