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Musica e parole con Paolo Talanca e Andrea Mirò

- 07/09/2024


Nella prima serata del John Fante festival appena concluso, con un’edizione da record nello splendido scenario di Torricella Peligna (CH), il programma prevedeva la presentazione del libro di Paolo Talanca:Musica e parole. Breve storia della canzone d’autore in Italia”, con la partecipazione della musicista Andrea Mirò, che ci racconterà in musica alcuni brani significativi del panorama italiano, presenti nel libro del Talanca.

Prima dello spettacolo ho incontrato entrambi.

Paolo Talanca, Pescarese classe ‘79, critico musicale, scrittore

 Il suo ultimo libro è un lungo racconto dei più grandi cantautori italiani della storia, ma quale’ il suo preferito?

 Posso dire che il primo “cantautore” che mi ha fatto amare questo tipo di fare canzoni e di ascoltarlo è stato Francesco Guccini. Lo spettacolo di stasera, che è legato al mio libro che è uscito a maggio, è dedicato a lui in gran parte, perché da lui ho capito che si poteva fare altro con la canzone andare oltre.  Poi ce ne sono altri e nominerei tra questi Roberto Vecchioni, mi affascina per alcuni aspetti della sua filosofia legata ai suoi testi.

Cosa ne pensi dei programmi televisivi come Amici di Maria de Filippi e X-Factor, come veicolo di cultura ma soprattutto musica e talenti.
Io penso che queste trasmissioni si occupino di una parte del mondo della canzone, la parte quella più mediatica. Non è un discorso retorico ma per esempio sia X-Factor che Amici, vengono realizzati curando solo l’aspetto performativo e non in maniera completa e chiaro che si pensa allo spettacolo anche nell’interazioni con i giudici. Io credo che nessuno si occupi veramente dei ragazzi, nessuna si occupa di dire a questi ragazzi che probabilmente loro vivono in un tempo, in una società che interessa più il punto di vista dell’artista, di quello che ci raccontano tramite la canzone, si parla sempre più invece di intimismo e proprie emozioni, secondo me tutto questo è un’illusione.

Andrea Mirò, pseudonimo di Roberta Mogliotti di Rocchetta Tanaro, è una cantautrice, direttrice d’orchestra e polistrumentista italiana.  Perché’ Mirò?

Andrea Miro’ (photo:Milano Today)


Da quando in passato c’era una norma non scritta di usare il nome d’arte, anche a me hanno consigliato di usarlo, a volte si “giocava” anche a creare nomi da “esportazione” per l’eventuale mercato estero. Un pittore che io amavo in quel periodo era Joan Mirò e quindi l’ho scelto, mi piaceva l’idea di creare questo binomio artistico.

Tra le sue interpretazioni c’è la Maria Maddalena nel musical Jesus Christ Superstar. Che ricordi ha, e se è importante interpretare quella figura nel percorso di una cantante.

 Io amo tantissimo quest’opera, non lo considero un musical, ma una e vera opera.  Ricordando l’esperienza, se avessi potuto scegliere una parte avrei scelto quella di Giuda o quella di Pilato, che adoravo, grandiose interpretazioni anche nel film, ovviamente come donna era inevitabile che la mia parte fosse quella della Maddalena. È stato il mio primo vero approccio con la parte musicale legata al teatro. Fino a quel momento stare sul palco era una cosa diciamo piuttosto libera, o da sola o in coro posizionata lateralmente. Invece essere dentro un palco con altri con una scenografia, i ballerini e gli attori ha cambiato completamente la prospettiva del mio percorso. E credo che mi sia servito per il prosieguo del mio percorso artistico, creando in me una vera padronanza del palco.

Mirò, cantautrice,  paroliere, direttrice d’orchestrapolistrumentista e autrice di vari progetti musicali. Ma quale preferisce tra tutte queste attività?
È difficile scegliere, sono tutte attività che fanno parte in qualche modo del mio percorso e sono tutte cose che mi piace fare. Ogni attività nel momento che la faccio ha la sua priorità’. Per esempio, se scrivo cerco di farlo bene ed è quella la mia precedenza, se devo dirigere un’orchestra e devo fare gli arrangiamenti in quel momento sono “attiva” solo per quello.

Mirò, tante cover tra le sue interpretazioni, compresa quella di David Bowie. Ma quale’ la cover che le manca?Le possibilità di creare una cover sono infinite, c’è un repertorio immenso impossibile da replicare, ogni volta che esegui un pezzo di un autore o autrice ti innamori di quel pezzo.  Credo che sia veramente difficile rispondere a questa domanda. Ma se devo fare un nome dico una canzone di Franco Battiato.

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Vivo a Roma ma originario della Sicilia. Attivista nel volontariato sociale, mi occupo di pittura, fotografia, scrittura e arte pop: alcune mie opere sono state esposte in diverse gallerie e mostre nazionali.

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