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     Le “solitudini” e il realismo pittorico di Giuseppe Cecchini

- 04/10/2024


Giuseppe Cecchini, classe 1972. Vive e lavora a Roma. Formazione artistica di prestigio presso il corso di pittura della cattedra di Andrea Volo dell’Accademia di Belle Arti di Roma. All’attivo tantissime personali a livello nazionale.

Io partirei dalla fine, una delle tue ultime opere dal titolo “Il perturbante lo specchio della pittura” Chi è il nostro doppio e qual è il tuo doppio?

Il tema del doppio è stato ampiamente descritto e studiato in tutte le forme dell’arte. Basta pensare alla caverna di Platone allegoria più conosciuta tra quelle del filosofo ateniese. Il mito è raccontato all’inizio del libro settimo de La Repubblica. Si tratta di uno dei testi universalmente riconosciuti come fondamentali per la storia del pensiero e della cultura occidentale e del doppio sull’ombra che si riflette su noi e sul fuori quindi sulla caverna. 

Quindi l’ombra o un pensiero che ci “Perturba” o un elemento esterno che lo fa in un altro modo o anche se fosse una opera pittorica come io ho espletato nella mostra che c’è stata a novembre in un famoso Bar all’Esquilino a Roma. 

Il mio doppio: chi non ha un pensiero nella testa?! Alzi la mano 🙂 e non sarà vivo. La mia forza nella mia pittura è il dualismo tra la vita e la morte. 

Tanti protagonisti nelle tue opere, nei loro momenti della giornata.  Sono tuoi amici? sono persone che conosci? E aggiungo dipingi da una foto o ritrai dal “vero”?

Di solito sono persone conosciute ho bisogno di parlarci almeno minimamente per poi fare delle fotografie, uso la fotografia e dalla fotografia interpreto e nasce poi l’opera. Mi trovo più comodo dipingere da una fotografia perché magari ho dei tempi di riflessione su un passaggio anche per non mettere troppo scomodo a chi posa di star fermo per ore  

 Rimanendo sempre sullo stesso tema, in che percentuali si realizzano ancora dipinti dal vero? 

Non saprei che percentuale ancora si possono realizzare delle opere da un modello che posa dal vero sicuramente dipende dall’artista. 

Le storie di vita quotidiana dei tuoi dipinti, mi ricordano il cinema anni 30-60, da Rossellini a De Sica ma in questo caso a colori. in alcuni tuoi soggetti soprattutto quelli “pensierosi” ci vedo anche Hopper. È non è la prima volta che faccio questo confronto. 

Sono attratto dalle forme dell’arte: dai musicisti che suonano degli strumenti: dagli attori che interpretano un ruolo in un film; questo è un canale quasi “sciamanico “che mi porta ad avere un passaggio tra l’esperienza artistica del mio dissidio interiore al realizzare di un’opera, un quadro. D. Hockney è un Pittore che stimo molto più che Hopper ma il rimando forse alla figura che sta sola, è solamente in me focalizzare a me e a chi vede l’opera che non ci sono distrazioni di altro genere ma la fonte di inspirazione è stata la figura stessa. 


Molte delle tue opere misurano 80×120. È importante la dimensione nei dipinti? Perché non realizzi 100×150 oppure 50×70?

Formato grande lo preferisco perché per me la pittura è un gesto di totale inversione, però purtroppo essendo anche figlio di commercianti … e non sono così famoso che posso permettermi di fare solamente opere grandi e quindi visto che si vendono soprattutto opere piccole forse sempre di più i muri delle case sono di meno perché le case vendute sono bilocali, quindi non grandissime case. 

 Scrivendo su Google il tuo nome Giuseppe Cecchini, vieni anche legato al nome di Marina Abramovic, perché?

Ho conseguito il primo diploma accademico 2008 e ho presentato come tema della mia laurea l’artista in questione, quindi magari viene associato questo nome Pro perché l’ho studiata e l’ho presentata come tesi di laurea

E a proposito di nomi: “Denise Cecchini”, cosa mi rispondi?

Denise è mia figlia ha un temperamento artistico come me, soprattutto c’è una tradizione: mio padre scriveva poesie. 

Quanto ha inciso nel tuo percorso la presenza dei tuoi genitori? Erano tuoi sostenitori?

I miei genitori sono commercianti non è stato opportuno farmi fare degli studi artistici, quindi, c’è stata un po’ di difficoltà nella mia maturità, nella fase adulta ho avuto la mia rivalsa a 35 anni mi sono iscritto all’accademia, a 38 anni ho conseguito il diploma accademico. Il sostegno c’è stato…ma in seguito.

Con quale artista- pittore del passato vorresti cenare?

 Con Egon Schiele. E con Henri de Toulouse-Lautrec. Trovo in loro coraggio. 

La pittura di stomaco. Selvaggia ed elegante. 

Ed eccoci arrivati alla famosa domanda fil- rouge. Domanda uguali per tutti: Quale è la tua prima opera, il tuo primo ritratto?

La mia opera che ho fatto è un ritratto a mia madre forse proprio dopo che lei è morta: quando c’è sofferenza si crea di più. 

Hai rubato i colori e i contrasti cromatici del tuo “mentore” Andrea Volo, il Maestro siciliano doc, i suoi colori caldi lo dimostrano, però tu sei andato oltre, hai reso unico il tuo stile, il tuo segno grafico e ti sei allontanato da lui. 

Il mio mentore, mio Maestro di Accademia: è come andare a bottega (un privilegio) come si faceva nel ‘500 magari fossero i colori di Andrea Volo, comunque c’è sempre da imparare, a parte questo i colori vengo in fase l’opera si trasforma ha più fasi.  Accostare un chiaro vicino a uno scuro e far vibrare il colore mettendo nelle ombre dei blu. Sono tutte cose viste nella storia dell’arte. Comunque, uso colori di prima categoria e i Liquitex, quindi, sono colori pieno di pigmento c’è una grande qualità negli acrilici Liquitex come nei Lascaux li uso entrambi. 

Che rapporto hai con i tuoi amici artisti? Molto spesso c’è un desiderio di isolarsi o dipende dalle gelosie?

Ho rapporto molto bello con i miei amici artisti soprattutto quando si parla di amicizia e simpatia sono stato abituato in accademia a lavorare in gruppo dove 50 m quadri erano invasi totalmente da cavalletti   e colleghi. A volte Affittiamo uno spazio dipingiamo in gruppo ognuno il suo stile, si fa anche una piccola merenda, si può discutere di arte, è una gran cosa la sinergia che si instaura   Essere capiti. Essere protetti dai propri simili. soprattutto la concentrazione che sia fuori dal contesto distrattivo che magari cioè con i cellulari o con la vita quotidiana cittadina di Roma. 

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Vivo a Roma ma originario della Sicilia. Attivista nel volontariato sociale, mi occupo di pittura, fotografia, scrittura e arte pop: alcune mie opere sono state esposte in diverse gallerie e mostre nazionali.

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