Danzatore e cantante, comincia i suoi studi artistici presso il Teatro San Carlo di Napoli divenendo in breve tempo solista e danzando con compagnie internazionali. Insignito di premi e riconoscimenti prestigiosi come il premio Positano – Leonide Massine ed il premio TOYP per la divulgazione dell’arte nel mondo, è invitato a danzare in numerosi Gala Internazionali. La carriera di cantante internazionale di Vincenzo Capezzuto comprende collaborazioni come solista dell’ensemble L’Arpeggiata diretta da Christina Pluhar.
La sua biografia ci indica danza e canto ma con cosa hai iniziato? E se sono complementari per il tuo percorso artistico.
Ho iniziato con la danza da molto piccolo frequentando la scuola di ballo del Teatro San Carlo di Napoli dove mi sono diplomato; parallelamente ho sempre coltivato l’amore per il canto ed infatti mi ritagliavo occasioni in cui potevo cantare e sviluppare dei progetti musicali con i colleghi e amici musicisti del Teatro.
Direi che sono entrambi i linguaggi artistici parte della mia essenza ed uno si rigenera nell’altro, non potrei pensare di cantare senza utilizzare il mio corpo e viceversa.
Ricorda il suo primo pezzo cantato…una recita o una rappresentazione?
La prima esibizione importante fu alla prima edizione del Festival di Salerno; era una competizione che vinsi e ricordo che cantavo due brani di Mina.
Stessa domanda sul balletto, la sua primissima esperienza come ballo.
Ricordo con affetto il primo spettacolo di danza con la scuola di ballo del San Carlo in cui danzavo il ruolo del Dandy nella Bottega fantastica.
In auto o sotto la doccia canta a squarciagola?
Direi di no, sono momenti in cui il pensiero agisce e dunque sono concentrato e non rilassato.
Quando ha capito di avere una voce così importante e particolare da poi crearne un suo repertorio?
L’ho capito quando mi arrivavano proposte di progetti musicali importanti in cui mi si chiedeva di cantare con lo stile e la tecnica che avevo acquisito naturalmente senza doverla snaturare con impostazioni liriche o diverse da quelle che avevo.
Nel suo repertorio, interpretazioni di grandi brani. Come avviene la scelta?
A seconda del progetto musicale che mi si presenta o che io stesso realizzo, si pensa ad un repertorio che potrebbe starmi bene vocalmente o che potrebbe essere interessante interpretare con la mia vocalità.
Perché proprio l’arpeggiata è l’unico modo per “modulare” la sua voce e rimanere nella sua comfort zone?
L’Arpeggiata è un ensemble internazionale che affronta repertori diversi che si mescolano. Abbiamo cominciato a collaborare 15 anni fa realizzando registrazioni, tournée in tutto il mondo e tantissimi progetti in cui la mia voce calzava perfettamente e in cui io riesco ad esprimermi al meglio.
Si è mai cimentato in Musica Pop? Cosa ne pensa del Volo?
Ho diversi progetti molto belli con il mio ensemble intitolati da Monteverdi a Mina e ‘Musica Migrante’ e all’interno di questi programmi interpreto, oltre a brani tradizionali del Sud Italia e del Sud America, anche brani di Mina, Fabrizio de André e Domenico Modugno. Questo tipo di Pop è davvero nelle mie corde e adoro cantarlo. Ho anche partecipato alla registrazione del brano ‘Com’è profondo il mare di Lucio Dalla cantato insieme a Fiorella Mannoia, Franco Battiato, Lucio Dalla e Ron.
Sul Volo, non saprei cosa dire…Non li ho mai sentiti dal vivo e non sono performers che mi incuriosiscono…
Rimanendo in tema pop, io dipingo in stile Pop Art, cosa ne pensa? Lontana dai suoi gusti raffinati?
Adoro la Pop Art come la Street Art, sono un grande fan di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Keith Haring. In fondo credo che anche i miei progetti musicali rispecchino lo spirito della Pop Art, ossia cercare un punto di incontro tra arte e persone comuni abbandonando il concetto di arte per pochi.
Vincenzo, a casa, tra le quattro mura cosa nasconde? i colori, la cucina, l’armadio…
Se ho qualcosa da nascondere è meglio che rimanga nascosta e segreta altrimenti non avrei segreti… Nell’armadio ho abbigliamento per lo più casual e diverse camicie particolari e molto estrose.
Per quanto riguarda la cucina, non sono un bravo cuoco ma quando mi determino riesco a preparare cose buone per gli amici.
Musical… le commedie musicali… che valore gli dai? Sei più da Il fantasma dell’Opera o da Les misèrables?
Mi piace moltissimo il musical e anche la commedia musicale italiana; sono molto rétro sulla questione gusti e rimango alle mie emozioni di quando ho visto tante volte CATS e RENT.
L’ incontro o il momento artistico più emozionante della sua vita.
Ce ne sono tantissimi: il mio incontro con Rudolf Nureyev e John Travolta, quando ho cantato al Carnegie Hall e ho danzato nel Teatro Epidauro in Grecia in una produzione con Isabella Rossellini e Gerard Depardieu.
Di solito si dedica un premio a qualcuno che ha contribuito al proprio successo, a chi lo dedicheresti?
Lo dedicherei a me per la passione e la determinazione che ancora oggi ho, ma anche alla mia famiglia che è sempre stata ed è al mio fianco.