Entrerà nel vivo domani 28 settembre la programmazione cinematografica del BIG, Bari International Gender Film Festival, e continuerà fino a domenica 30 con proiezioni, incontri e iniziative sulle tematiche di genere.
Ad oggi, il BIG è tra i festival più autorevoli in Italia per quanto concerne l’approfondimento di questioni legate a identità e orientamento sessuale intesi come processi e possibilità in divenire.
È un festival che intende mettere insieme i processi creativi più svariati: cinema, musica, performance, intrattenimento culturale, attraverso una rete accademica, artistica e sociale, eterogenea, multipla e differente per diventare spazio di confronto internazionale e radicamento territoriale.
Il presupposto del BIG
Il BIG trova la sua origine a partire dal substrato teorico degli studi sulla diversità di genere – i “Gender Studies” – che dagli anni ‘70 interessano sempre più gli ambiti accademici, a livello interdisciplinare. Il presupposto, largamente condiviso dalla comunità scientifica e culturale, è che i concetti di mascolinità e femminilità siano relativi e che il rapporto fra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi storici, delle culture di appartenenza.
La complessità del tema rimanda a tutta una serie di concetti chiave (i diritti fondamentali dell’uomo, la convivenza delle differenze, il rapporto con l’altro da me) e richiede strategie comunicative mirate, superando cliché e resistenze legate alla mancanza di una corretta informazione e di un sano dibattito.
In questo, la potenza del cinema può costituire un contributo privilegiato per attivare questo processo di consapevolezza: apre alle visioni, interroga il presente ed “educa” attraverso la bellezza.
Il Bari International Gender Film Festival, nato nel 2015 e giunto quindi alla sua quarta edizione, intende così contribuire alla sensibilizzazione politica e culturale nel panorama regionale e nazionale sulla tematica lgbt, e avere un ruolo sociale nella diffusione della cultura arcobaleno sul territorio.
La manifestazione è promossa e organizzata dalla Cooperativa AL.I.C.E (Area Arti Espressive), realizzata con il sostegno di Regione Puglia e MiBact-SIAE (nell’ambito dell’iniziativa «S’Illumina – Copia privata per i giovani, per la cultura») e del Comune di Bari.
Il programma di venerdì
Venerdì 28 settembre, presso l’ AncheCinema di Bari (Corso Italia 112), il programma del Bari International Gender Film Festival entra nel clou delle proiezioni e dei grandi ospiti internazionali con uno dei migliori talenti del cinema danese dell’ultima generazione, la regista Mette Carla Albrecthsen, presentata dalla sceneggiatrice Antonella Gaeta, che presenterà il corto “Vanilla” (2013) e il lungometraggio “Venus”.
Venus
Si tratta di uno dei film più apprezzati della regista danese. Racconta Il sesso visto da un punto di vista inedito e originale: il divano del casting. L’idea iniziale è quella di un film sui desideri, le frustrazioni, i pensieri e le bugie delle donne quando si confrontano con l’universo del sesso. Ma mentre il casting a Copenaghen prosegue, oltre cento giovani donne raccontano alla telecamera le loro fantasie erotiche, preferenze, avventure, ambivalenze, e le due registe si rendono conto che hanno già in mano ciò che cercavano: un intimo racconto collettivo e rivelatore. Il “set” è il divano stesso, trasformato in quello spazio di esplorazione e condivisione che è l’eterno spazio del femminile. Un raro sguardo al linguaggio segreto della sessualità delle donne, tra passione e vergogna, pudore e piacere.
Le altre proiezioni
La giornata di venerdì 28 prenderà sarà costellata di proiezioni: si parte con “Anomaly” (Albania, 2016) di Leart Rama e «Queercore: How to Punk a Revolution» (Germ, 2017) di Yony Leyser.
Alle 18 spazio a due artisti under 35 italiani che potranno raccontarsi nel foyer, moderati da Massimiliano Ferraina: Stefano Sbrulli e Giulietta Vacis, di cui saranno proiettati rispettivamente i corti «Mirko» e «Le cose che restano».
Si proseguirà alle 18,15 con il film portoghese “Al Berto” del regista Vicente Alves do Ó e la serata proseguirà con le proiezioni di “Neptune” (Brasile 2017) di Daniele Nolasco e “Théo et Hugo dans le même bateau” (Francia, 2016) di Olivier Ducastel & Jacques Martineau, premiato con l’Audience Award alla Berlinale 2016.
I film di sabato
Sarà ancora la Danimarca nella giornata di sabato a farla da padrona, con Hearthstone di Guðmundur Arnar Guðmundsson (Dan/Isl, 2016), già Queer Lion Award, Festival di Venezia, 2016 e il ritorno di Mette Carla Albrechtsen con “XY Anatomy of a boy” (2009).
Ci sarà spazio anche per una parentesi mediterranea con Upon the shadow (Tunisia, 2017) di Nada Mezni Hafaiedh, in collaborazione con Gender Bender Bologna e Barash (Israele, 2016) di Michal Vinik.
L’ospite della giornata sarà Jan Soldat, regista tedesco già apparso al Festival di Roma e noto per il suo occhio indagatore, spesso morboso ed estremo, orientato verso il mondo della nudità.
La proiezione di chiusura sarà Tinta Bruta (Brasile, 2018)
di Felipe Matzembacher e Marcio Reolon in collaborazione con Orlando Festival.
I film di domenica
Ospiti del giorno saranno Blerta Zeqiri, regista e sceneggiatrice kosovara che ha già partecipato al Sundance Festival, ed Eleonora Magnifico.
La giornata comincerà con un omaggio a Fassbinder del regista danese Christian Braas Thomsen, e dalle 16 un poker di proiezioni (cortometraggi e mediometraggi) da Belgio, Italia e Albania.
In chiusura, dalle 18 il corto “I hate pink” di Margherita Ferri (Italia 2017), “More love – episodio 1&2” (Italia 2016) di Andrea La Bozzetta, “La gabbia” di Caterina Ferrari (Italia 2017), The Incomplete (Germania, 2013) di Jan Soldat.
Vi rimandiamo al programma completo al sito internet http://www.bigff.it/