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Borgo Sud di DONATELLA DI PIETRANTONIO (Einaudi) Recensione


Ammetto di essere stato super entusiasta quando, nella cassetta della posta, m’è arrivato il pacchetto contenente questo romanzo. Ho imparato a conoscere Donatella Di Pietrantonio dal suo primo romanzo d’esordio e, poi, con la celebrazione nazionale della sua Arminuta, che a breve diventerà addirittura un lungometraggio. Se volete rivedere l’intervista rilasciata a BL Magazine cliccate qui!

Di Pietrantonio racconta la poliedria dell’animo femminile. La femminilità in Di Pietrantonio è uno stato d’animo, un emozione violenta che conduce tutti i lettori ad interrogarsi sulle reazioni a cui, l’intera umanità, è quotidianamente sollecitata.

Borgo Sud, edito da Einaudi, è un nuovo tassello che amplifica la ricerca dell’autrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio.

La Trama

È il momento piú buio della notte, quello che precede l’alba, quando Adriana tempesta alla porta con un neonato tra le braccia. Non si vedevano da un po’, e sua sorella nemmeno sapeva che lei aspettasse un figlio. Ma da chi sta scappando? È davvero in pericolo?
Adriana porta sempre uno scompiglio vitale, impudente, ma soprattutto una spinta risoluta a guardare in faccia la verità. Anche quella piú scomoda, o troppo amara. Cosí tutt’a un tratto le stanze si riempiono di voci, di dubbi, di domande.
Entrando nell’appartamento della sorella e di suo marito, Adriana, arruffata e in fuga, apparente portatrice di disordine, indicherà la crepa su cui poggia quel matrimonio: le assenze di Piero, la sua tenerezza, la sua eleganza distaccata, assumono piano piano una valenza tutta diversa.
Anni dopo, una telefonata improvvisa costringe la narratrice di questa storia a partire di corsa dalla città francese in cui ha deciso di vivere. Inizia una notte interminabile di viaggio – in cui mettere insieme i ricordi -, che la riporterà a Pescara, e precisamente a Borgo Sud, la zona marinara della città. È lí, in quel microcosmo cosí impenetrabile eppure cosí accogliente, con le sue leggi indiscutibili e la sua gente ospitale e rude, che potrà scoprire cos’è realmente successo, e forse fare pace col passato.
Donatella Di Pietrantonio torna dopo L’Arminuta con un romanzo teso e intimo, intenso a ogni pagina, capace di tenere insieme emozione e profondità di sguardo.

La Recensione

Questo nuovo romanzo della Di Pietrantonio mi ha messo di fronte ad una insolita consapevolezza. La crudeltà. Borgo sud è un romanzo crudele. L’alta definizione della meschinità degli eventi e della vita stessa. La protagonista senza nome s’è costruita un esoscheletro emotivo che apparentemente la difende. Ma, sotto la crosta, l’animo della donna ribolle fatto di ricordi vividi di un quartiere popolare di Pescara. Borgo Sud infatti è il luogo in cui abitavano i pescatori: case basse e gialline. Una periferia nel cuore della città adriatica. La dotta protagonista , docente all’Università di Grenoble, è costretta a tornare in quel “borgo sud” dato che la sorella, Adriana, scapestrata ed imprudente è in fin di vita. Adriana, inoltre, scardina le certezze della sorella. Fa emergere la “tomba coniugale imbiancata” del matrimonio con Pietro, facendo evolvere la protagonista. Le due sorelle sono la cosa più distante che si possa immaginare: l’una la nemesi dell’altra. Ciò nonostante legate da quel puro amore familiare messo a dura prova dagli eventi e dal tempo. Questa è l’evoluzione del “carnaio familiare” che abbiamo letto nell’Arminuta. L’evoluzione putrescente di una famiglia disfunzionale dove l’abbandono ha sostituito la tenerezza.

Mi chiedo come abbia fatto, in sole 160 pagine, a scrivere un libro così “amabilmente violento”. Di Pietrantonio ci ha dimostrato nuovamente il suo talento e, soprattutto, ci ha donato quel raffinatissimo punto di vista sulle relazioni umane.

Senza mezzi termini: LEGGETELO!

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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