Puntuale come un orologio svizzero anche quest’anno arriva in libreria un libro scritto (?) da Fabrizio Corona.
Ho letto tutte le 456 pagine di “Come ho inventato l’Italia” edito da La Nave di Teseo.
Vi invito a leggere la recensione perchè, a mio modestissimo avviso, la vostra libreria deve rimanere orfana di questo tomo autocelebrativo.
La Trama
Da quando è nato, Fabrizio Corona sembra avere un potere divino: si trova sempre, anche suo malgrado, al centro della storia d’Italia. Il padre Vittorio, giornalista, lascia Catania, quando in Sicilia regnano i boss Bontate e Badalamenti, dopo aver denunciato infiltrazioni del clan Santapaola nell’informazione isolana, e diventa uno dei direttori simbolo della Milano da bere e della moda anni Ottanta. Fabrizio posa per il primo servizio fotografico a nove anni e risponde alla prima telefonata di Silvio Berlusconi da adolescente. Frequenta la gioventù dorata milanese, ama le donne più belle e anima le folli discoteche post-Tangentopoli. Poi, quando vede il padre emarginato dal mondo di luci che pure aveva contribuito ad accendere, Fabrizio decide di combattere contro il Potere una guerriglia a colpi di macchina fotografica. Fabrizio diventa il comandante di un esercito di paparazzi che sorveglia la vita privata di attori, vallette, calciatori, politici, conduttrici, imprenditori. Corona sa tutto di tutti, accumula contatti e informazioni segrete, diventa un Robin Hood post-moderno che ruba ai ricchi per dare a se stesso, si muove ai limiti, e oltre i limiti, della legalità e tratta con il Potere da pari a pari. Madornale errore. Il Potere gliela farà pagare.
Recensione.
Il mio è un vero e proprio sconsiglio di lettura. È evidente che Fabrizio Corona, avendo cambiato casa editrice abbia modificato anche Ghostwriter, editor e tutta la corte celeste per la produzione di questo prodotto editoriale. Partiamo dalla copertina del libro che denota una decorosa e sobria immagine in puro stile vittoriano… E’ il sunto dell’essenza di Corona: “datemi i soldi che mi vendo anche le mutande”. Il carattere stilistico e l’uso dell’italiano si trovano in totale dicotomia con l’altro libroide che pubblicò l’anno scorso. Se vi siete persi la recensione potete recuperarla cliccando qui.
In questo volume le parole invadono la pagina con affannosa malizia per far diventare “Come ho inventato l’Italia” l’opera omnia del personaggio controverso di Fabrizio Corona. Il tutto è scritto in prima persona per annebbiare inconsapevolmente il lettore. Non credo che Corona abbia letto mezza pagina di questo mappazzone per analfabeti funzionali. Se questo romanzo è realmente vita vissuta, ho contato almeno 42 confessioni utilizzabili in tribunale. È la storia di un delinquente qualunque con velleità megalomani. Probabilmente è il canto del cigno di uno dei personaggi negativi che lo show business italiano abbia mai prodotto. Alla fine del libro ho voluto immaginare quale fosse lo step successivo per una nuova ribalta di Corona nella complessa idea del “purché se ne parli”. Possiamo tranquillamente aspettarci che arriverà un giorno in cui salirà nudo sul Duomo di Milano; oppure inizi a fondare una sua propria Chiesa come quelle famose sette statunitensi. Ma anche il fatto che convoli a nozze con Gina Lollobrigida o che faccia coming out dichiarandosi gay redento come Gabriel Garko. Finzione. Solo Finzione.
Continuo a chiedermi se in altre nazioni abbia così peso un furbacchione del genere. Un uomo che negli anni ha ricattato VIP, ha truffato innumerevoli persone, ha evaso il fisco tentando, addirittura, la fuga in un’ altra nazione abbia così tanto seguito mediatico….
Il problema di fondo, però, non è Fabrizio Corona in sé… Il problema è di chi gli offre lo slancio per poter essere così dannatamente evidente. Infatti io non assoluta intenzione di prendermela con Corona. Il mio livore è contro la casa editrice che, nel miraggio di vendere qualche copia in più, sia scesa a patti col diavolo.
La Nave di Teseo è stata fondata nel 2015 da Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio, da molti autori usciti da Bompiani (in rivolta con la cessione della stessa casa editrice a Mondadori) e da l’illustrissimo Umberto Eco. Nell’operazione Eco foraggiò con molti danari la fondazione di una casa editrice indipendente che non subisse il fascino delle mode e dei mercati, in opposizione all’evoluzione egemonica del gruppo Mondadori. Eco. Stiamo parlando proprio di lui. Un gigante della letteratura internazionale. Umberto Eco. Il professore dei professori! Ma non fece in tempo a morire che , a salma ancora calda, l’editrice Sgarbi si macchiò nel primo scivolone markettaro: durante i funerali di Stato, con la bara in rovere di Eco in primo piano, pubblicizzò il libro di Eco. E così La Nave di Teseo iniziò il suo sublime approdo nelle terre dei perecottari editoriali, tradendo, di fatto, il patto intellettuale con l’autore de Il Nome della Rosa… (Non oso immaginare quante volte si sia rigirato nella bara il caro Umberto…)
Come ho cambiato l’Italia è dunque l’apoteosi di questa svolta trash di questa casa editrice più attenta al soldo che ai contenuti.
Essere editori è un gran mestiere: un mestiere politico. Decidere di portare alle stampe le parole di un autore rende manifesta la volontà di chi ha quel potere mediatico di assumersi le responsabilità ideologiche dello stesso.
Cara Elisabetta Sgarbi,
nella vita abbiamo avuto modo di vederci solo una volta e mi è bastato.
Mi rendo conto che ci vuole molto coraggio ad investire su nuovi autori, tradurre menti pensanti che scrivono in altre lingue, rieditare vecchi classici cercando di guadagnarci qualcosa.
Se proprio vuoi continuare a sfornare libroidi, cerca di farlo con un’ “eco” migliore…. ora vanno per la maggiore i libri di cucina, le influencer e la rinite allergica degli ippopotami del Mozambico. Se continuerai a voler pubblicare libri del genere, il mio consiglio è di ritirarsi a vita privata e, se proprio desideri di far qualcosa nella vita per maneggiar più soldi possibile: la cassa dell’Esselunga ti aspetta….
Lasciandoti a queste riflessioni, ti invito a leggere “Fenomenologia di Mike Bongiorno”… credo che tu ne abbia un disperato bisogno…