Eccoci giunti a una nuova rubrica solo per voi! Metteremo le mani in pasta per esplorare i misteri degli alimenti, le loro origini e tutto ciò che riguarda il mondo del cibo (più o meno).
Oggi 25 ottobre è il “world pasta day” festeggiato in tutto il mondo.
Protagonista assoluta è la nostra amatissima base alimentare di ogni giorno… Come non amarla.
Come nasce il World Pasta Day?
Facciamo un salto nel tempo e torniamo al 1995, anno in cui ebbe luogo il “World pasta congress” a Roma, con una delegazione di vari membri (nazionali e internazionali) in cui si discusse su come promuovere la pasta, la sua conoscenza e il suo consumo a livello mondiale.
Tre anni dopo, a Napoli, nacque il primo vero World Pasta Day. Da allora l’evento si è spostato in varie città d’Europa* e New York (2004-2009), per poi passare in ulteriori città del mondo come Rio de Janeiro (2010), Istanbul (2013) e tornare in Itala nel 2015 in occasione dell’EXPO.
Quest’anno, per la ventesima ricorrenza, è stata scelta Dubai (il sito lo potete trovare QUI) come hosting city, dove sono state organizzate varie attività ed eventi correlati.
Dal 1995 a oggi sono state tante le iniziative legate alla pasta e alla sua conoscenza. Uno dei punti a favore di questo alimento è il suo buon apporto nutrizionale ed energetico legati a una facile preparazione e a una lunga conservazione (se parliamo di pasta senza uova o non ripiena, ovviamente).
Ma la tradizione della pasta, come nasce e come si radicalizza?
*specialmente a Roma negli anni 1995-2000-2001-2002-2006-2011
Le Origini della Pasta
Tutti la conosciamo, ma qual è la definizione della pasta (o pasta alimentare)?
“La pasta è un alimento a base di semola o farina di diversa estrazione divisa in piccole forme regolari destinate alla cottura in acqua bollente e sale o con calore umido e salato”
In Italia siamo soliti chiamarla anche pastasciutta, intendendo che la pasta sia l’elemento principale del piatto, condita con una salsa o da condimento di vario genere.
La pasta ha due tradizioni molto antiche e distinte tra loro:
–La tradizione italiana (con tutte le sue declinazioni regionali)
–La tradizione cinese (anch’essa molto importante e “concorrenziale”)
Si pensa erroneamente che l’arte della pasta sia stata introdotta in Italia grazie al viaggio di Marco Polo, ma così non è.
Cina e Italia hanno sempre avuto materie prime e tecniche di produzione completamente diverse tra loro, quindi si può parlare di tradizioni parallele.
Già ai tempi del neolitico esistevano preparazioni a base di farina macinata e acqua messe a cuocere su pietre roventi, ma la pasta come la concepiamo noi oggi era verosimilmente già diffusa ai tempi della Magna Grecia e dell’Etruria, prima dell’insorgere della civiltà e della cultura Romana.
Un esempio sono i rilievi della Grotta Bella a Cerveteri (Lazio, tra il X-IX secolo a.C.) dove sono raffigurati degli strumenti ancora oggi in uso per la produzione della pasta casalinga: spianatoia, matterello e rotella per tagliare.
Con l’espansione del dominio romano nel corso dei secoli, e la successiva caduta, altre cucine vennero influenzate dalla pasta, come quella araba medievale o quella germanica!
In generale, il bacino mediterraneo e l’Europa vennero a contatto con questo alimento. Solo più tardi, con le grandi migrazioni verso il nuovo continente, si espanse la tradizione della pasta a livello mondiale. Alcuni esempi sono i termini con cui gli italiani venivano etichettati in modo dispregiativo: Maccaronì, Pastar, Spaghettifresser… appellativi diversi, ma che riportavano lo stesso significato: mangiapasta.
Influenza e cultura
Oggigiorno gli italiani non considerano la pasta solo un alimento, ma anche un elemento di unione condiviso in tutto lo Stato. Dall’Unità d’Italia, sempre discussa, Cesare Marchi riconobbe l’importanza della pasta come “potere unificante”
“…il nostro più che un popolo è una collezione. Ma quando scocca l’ora del pranzo, seduti davanti a un piatto di spaghetti, gli abitanti della Penisola si riconoscono italiani… Neanche il servizio militare, neanche il suffragio universale (non parliamo del dovere fiscale) esercitano un uguale potere unificante. L’unità d’Italia, sognata dai padri del Risorgimento, oggi si chiama pastasciutta”
(C. Marchi, Quando siamo a tavola, Rizzoli, 1990)
Essa è parte integrante della vita, della cucina e della loro stessa essenza.