Templi di Khajuraho, Madhya Pradesh (India)
Le prove storiche del sesso omosessuale sono spesso censurate o sepolte, ma in India sono addirittura scolpite nella pietra.
L’induismo è una religione antichissima, e ha celebrato l’omosessualità e la varianza di genere come naturali e gioiosi nel corso della storia.
Il complesso monumentale di Khajuraho, in India, è composto di templi indù e giainisti nel Madhya Pradesh. La dinastia regnante giainista e indù, i Chandela, li costruì circa 1.000 anni fa, e degli originari 85 templi oggi ne rimangono 25.
L’intero complesso è riccamente decorato con bellissime sculture che simboleggiano la visione indù di come condurre la propria vita.
Oggi i templi di Khajuraho sono patrimonio mondiale dell’UNESCO, e godono di una particolare notorietà per le loro sculture di atti sessuali, inclusa l’attività tra persone dello stesso sesso, anche se questo tipo di sculture rappresenta solo il 10% del totale: le scene raffigurano perlopiù rappresentazioni della vita quotidiana.
In India la sessualità – gay, bi e etero – era considerata un fatto della vita quotidiana, e il desiderio era un obiettivo di vita legittimo.
Tutti i dettagli delle sculture LGBT
Le scene che mostrano attività omosessuali e bisessuali sono piuttosto esplicite. Ad esempio, una scultura nel tempio di Kandariya Mahadeva mostra un uomo proteso a toccare il pene eretto di un altro.
Sulla parete meridionale del tempio di Kandariya Mahadeva è raffigurata un’orgia composta da tre donne e un uomo, in cui una delle donne accarezza teneramente un’altra. E poi ancora una scena di sesso orale nella rappresentazione di un’orgia sul tempio di Lakshmana.
Tutti i tipi di minoranze sessuali e di genere fanno parte della vita culturale indiana. Dopo 155 anni, nel 2018 l’India ha depenalizzato l’omosessualità cancellando una legge dell’era coloniale.