Il 21 agosto è uscito in italia il live action de Il re leone (che abbiamo recensito in questo articolo), trasposizione del classico d’animazione del 1994.
Vedendo il nuovo film e rivedendo il vecchio, ho trovato interessante un aspetto che non viene molto considerato, ma da cui possiamo trarre spunti non indifferenti: la dieta della savana.
La dieta, infatti, o in generale l’alimentazione, gioca un ruolo fondamentale nel film!
L’inizio: il battesimo di Rafiki
Durante la scena iniziale, Rafiki utilizza un frutto di baobab per battezzare Simba, frutto che viene chiamato anche “zucca acida” o “pane della scimmia”. Da qui mi sembra sensato che sia Rafiki a utilizzarlo (nonostante sia un babbuino/mandrillo e non una scimmia classica). Trovo molto importante il fatto che venga utilizzato proprio un frutto di baobab. Perché?
Il baobab è un albero molto importante nella cultura africana (è, per esempio, il simbolo del Madagascar), perché è una grande fonte di cibo per gli uomini, sia per i frutti che per le foglie.
Utilizzare il frutto di uno degli alberi più imponenti al mondo per battezzare il futuro re e per identificarlo (non dimenticate la scena in cui Rafiki pittura la criniera al Simba disegnato) ha un simbolismo potente.
Poi vabeh, resta il fatto che Rafiki su un baobab ci viva… probabilmente la mattina del battesimo si era svegliato tardi e ha fatto la figura del bellone portano la zucca acida. Per questo arriva dopo gli altri, mica per altro.
Mufasa: il sole e l’equilibrio
Da questo momento ci verranno presentate le figure di Scar e Mufasa nella loro interezza. Saranno presentati i loro pensieri e la loro filosofia di vita.
Partiamo da Mufasa. Mufasa ci viene presentato come un re buono e giusto, che conosce il mondo e che desidera mantenere un equilibrio. È un felino, per cui carnivoro. Mangia carne e anche Simba glielo ricorda nel momento in cui parlano insieme. Mufasa non nega che per vivere ha bisogno di cibarsi di un altro essere vivente, ma fa notare a suo figlio che, una volta morto, il suo corpo tornerà alla terra, nutrendola e dando nuovo cibo a quella che è stata la sua preda in vita.
Questa scena parla direttamente della corrente filosofica dell’ecocentrismo, nata nel XX secolo, e che si fonda sullo sviluppo sostenibile dell’ambiente e dei beni liberi per le generazioni future. Questa filosofia si basa sulle azioni e i pensieri razionali dell’individuo (uomo) che devono concentrarsi esclusivamente nell’ambiente, nella sua cura e nella sua conservazione. Al giorno d’oggi questo è un discorso molto interessante, perché possiamo notare che già nel ’94, e in un film per famiglie, si parlava a grandi linee di alimentazione sostenibile. Non di alimentazione vegetariana come unica alternativa per l’essere umano, ma di un’alimentazione in grado di non essere troppo impattante sull’ambiente, per poter mantenere l’equilibrio del cerchio della vita.
Scar: la notte e la supremazia
Scar invece ha degli obiettivi molto diversi. Sia dal punto di vista politico della sua visione di regno, che dell’”economia” alimentare. Possiamo dire che Scar è l’opposto di Mufasa, non ha rispetto per il cerchio della vita, per le prede e nemmeno per i predatori.
Tutto ciò che importa è la continua caccia, il continuo sfruttamento del territorio e delle risorse. Non a caso, quando vengono inquadrate le terre del branco sotto il suo regime, le vediamo grigie, spoglie dalla vegetazione, sappiamo che le mandrie si sono spostate più lontano e che i fiumi sono in secca. Certo, qui c’è una parte massiccia di licenza cinematografica, però rende bene il concetto di sfruttamento intensivo.
Scar si è posizionato in cima a una piramide, autoproclamandosi superiore a tutti. Questo atteggiamento ricorda tantissimo l’antropocentrismo, la corrente filosofica che pone l’uomo al centro dell’universo. Universo o mondo in cui vive, s’intende.
Questa corrente di pensiero risale addirittura al V secolo a.C. con Socrate e i sofisti. “Conosci te stesso” diceva Socrate. “L’uomo è la misura di tutte le cose” affermava Protagora. E Durante il periodo medievale venne rafforzata ancora di più l’immagine dell’uomo come “suprema creazione di Dio“.
Visione occidentale distorta
Bisogna considerare che l’antropocentrismo è tipico delle popolazioni eurasiatiche avanzate tecnologicamente. Più un popolo è “evoluto”, più ritiene di essere superiore a tutto, e di poter avere il dominio su tutto, anche sulla natura.
Oggigiorno sappiamo che se non modificheremo presto il nostro stile di vita e la nostra dieta in favore di un approccio più equilibrato ed ecocentrico, le conseguenze saranno disastrose. E anzi, lo sono già adesso.
Per ulteriori approfondimenti vi consigliamo di recuperare questo articolo dedicato all’alimentazione sostenibile.