Spesso e volentieri ripeto lo stesso mantra: “scrivere e pubblicare un libro è un chiaro gesto politico“. Questa volta abbiamo il piacere di recensire un libro che va ben oltre il “gesto politico” ma sfocia, ferocemente, nel più alto civismo e nella vera Cittadinanza Attiva.
Questa settimana abbiamo il piacere di presentarvi IO POSSO – due donne sole contro la mafia– di Pif e Marco Lillo, pubblicato da Feltrinelli.
LA TRAMA
“Immaginate di tornare un giorno a casa vostra e di trovare un costruttore legato alla mafia lì davanti. Immaginate che vi dica che quella non è casa vostra, ma sua. E che, qualche anno dopo, ve la danneggi gravemente per costruirci accanto un palazzo più grande. E immaginate di dover aspettare trent’anni prima che un tribunale italiano vi dia ragione. Immaginate che, dopo tutto questo tempo, vi riconoscano un compenso per i danni, che però nessuno vi pagherà mai dato che il costruttore nel frattempo è stato condannato perché legato alla mafia e lo Stato gli ha sequestrato tutto. E ancora, immaginate che di quella somma, che non riceverete mai, l’Agenzia delle entrate vi chieda il 3 per cento.
Questo è quello che, più o meno, è successo a Maria Rosa e Savina Pilliu. E diciamo ‘più o meno’, perché in trent’anni, in realtà, è successo questo e molto altro. Intorno al palazzo abusivo si aggireranno vari personaggi: mafiosi eccellenti, assessori corrotti, killer latitanti, avvocati illustri, istituzioni pavide, vittime di lupare bianche, anonimi intimidatori e banchieri generosi.
E poi ci mettiamo anche noi due che, venuti a conoscenza della vicenda, abbiamo deciso di scrivere questo libro. La nostra intenzione è cambiare il finale di questa storia, con l’aiuto di tutti. Raggiungendo tre obiettivi. Il primo: attraverso la vendita di questo libro raccogliere la cifra necessaria per pagare quel famoso 3 per cento dell’Agenzia delle entrate. Il secondo: far avere lo status di ‘vittime di mafia’ alle sorelle Pilliu. Il terzo: ristrutturare le palazzine semidistrutte e concederne l’uso a un’associazione antimafia.
‘Io posso’ è una sorta di mantra a Palermo. Non importa cosa dice la regola, perché tanto ‘Io posso’. Le regole valgono solo per gli stupidi. ‘Io posso’ sottintende sempre: ‘E tu no’. Ecco, a noi piace molto questa frase. La gridiamo a gran voce ma con un senso opposto. Io posso e tu no perché io sono lo Stato e tu no.”
Parco della Favorita, Palermo. Due sorelle finiscono al centro di una tenaglia terribile: da una parte c’è la mafia, dall’altra lo Stato. La mafia le perseguita, lo Stato non le considera vittime. Questo libro vuole cambiare il finale alla storia.
“Io posso e tu no perché io sono lo Stato e tu no.”
LA RECENSIONE
Ho sempre avuto molta paura dei libri scritti a quattro mani: vuoi per l’eventuale dicotomia di stile, vuoi per la presunta ricerca di rendere sufficiente ciò che un solo autore avrebbe reso mediocre. Non è questo il caso. Partiamo dal principio: questo libro non è stato scritto con la presunzione filologica di ricercare di incastonare parole stupende o utilizzare della retorica ciceroniana. Non abbiamo tra le mani un romanzo distopico né, tantomeno, un minuzioso lavoro d’archivio da report giornalistico. Si tratta di un libro scritto a cuore aperto da un giornalista ed un videomaker che , un po’ per caso e un po’ per possibilità, hanno avuto l’onere e l’onore di far emergere l’ingiustizia perpetrata dalla Mafia e poi dallo Stato a scapito di due cittadine oneste che, senza altri mezzi, non avrebbero potuto rendere manifesta la loro assurda vicenda.
Il libro segue uno schema tennistico tra i due autori: capitoli dispari a Pif e quelli pari a Lillo. Con un linguaggio volutamente semplice e concreto intrecciano la loro esperienza personale ed emotiva per raggiungere quell’angolo d’Italia dove si è consumato questo abuso a scapito della famiglia Pilliu nel corso degli anni: Palermo, Parco della Favorita. Ebbene, le sorelle Pilliu, che avrebbero ardentemente desiderato fare solo le commercianti di prodotti sardi, loro malgrado, intrecciano le loro esistenze con i vari Lo Sicco, Spatola, Provenzano, l’acme malavitosa di una Palermo circonfusa dagli affari di Cosa Nostra. Come se non bastasse incontreranno anche Paolo Borsellino, eroe nazionale.
Quella delle sorelle Pilliu è una storia allucinante dove, dopo 30 anni di ricatti, sfregi e malefatte per mano mafiosa, ricevono una brutale beffa dello Stato. Infatti, dopo aver vinto la causa contro i palazzinari mafiosi, si ritrovano a dover pagare gli interessi senza aver percepito mai una lira dai loro aguzzini.
Questo libro è assolutamente avvincente, non ha nulla di manzoniano né dantesco, ma è una assoluta novità letteraria: un viaggio emotivo e storico, altamente ben documentato, che rende partecipe chiunque di questa lotta tra Davide e Golia. Lo spunto o il rimando degli autori è chiaro e palese: al posto delle sorelle Pilliu qualunque cittadino italiano avrebbe potuto vivere la stessa sequela di soprusi ed ingiustizie. Ma, noialtri, avremmo reagito come le sorelle Pilliu?
Vi invito a comprare assolutamente questo libro per due motivazioni: capire meglio il recente passato e aiutare economicamente le Sorelle Pilliu per versare all’Agenzia delle Entrate gli interessi di una causa vinta, dove, il mal tolto, non è mai stato ripagato.
Vi lascio qui i link per acquistarlo su internet (anche se è preferibile una libreria indipendente!)